Siamo in
una calda notte nel cuore della Virginia. Tommy e Austin Tilden, interpretato
da Brian Cox e Emile Hirsch, sono padre e figlio nonché gli ultimi discendenti
di una famiglia che per tradizione si è occupata dell'obitorio - crematorio.
Fanno i medici legali e hanno risolto, lavorando sui cadaveri a colpi di
motosega e bisturi, ben più di un caso ingarbugliato assegnatogli dallo
sceriffo Burke. Austin però non ce la fa più, la fidanzata Emma, Ophelia
Lovibond, lo ha convinto ad abbandonare l'impresa famigliare e quella è di
fatto, anche se il padre non lo sa ancora, la sua ultima notte sotto casa.
Sotto casa in tutti i sensi, perché la morguery risiede al di sotto della
abitazione, con un rugginoso ascensore vintage come unico mezzo di ingresso e
uscita, espandendosi sotto terra per metri e metri grazie alla sconfinata
voglia dei Tilden di espandere in loro business. Emma ci tiene almeno una volta
a vedere il posto di lavoro di Austin, e allora si addentra con lui in questo
sotterraneo sinistro e dall'aria vintage, pieno di topi nelle tubature
tenacemente combattuti dal gatto domestico e pieno, anche quella notte, di
cadaveri, riposti al sicuro nei loro forni. Cadaveri senza faccia per colpa di
arma da fuoco, cadaveri bluastri dimenticati per troppo tempo nelle loro case,
cadaveri con un campanello al piede perché, come tradizione, non si è mai certi
che un corpo sia o meno morto e in caso di scampanellio il corpo può essere
tirato fuori dal forno. Emma vuole vedere i corpi, Austin non è convinto ma
Tommy è contento che la nuora conosca il business di famiglia ed è pronto a
farla terrorizzare con tutte le storie macabre e aneddoti di cui è fornito. Ma
non c'è tempo, lo sceriffo richiede di urgenza il lavoro dei Tilden. Una donna
senza nome, una "Jane Doe", interpretata dalla bellissima Kelly
Olwen. Il suo corpo è bianchissimo, non presenta segni di colluttazione ed è
stato trovato parzialmente sotterrato sotto una abitazione ai cui piani
superiori si è consumato un vero e proprio eccidio. Un bel rebus da risolvere,
da risolvere entro la mattina, cui Tommy si dedica subito anima e corpo. Austin
dovrebbe andare via con Emma, ma non vuole rifiutare un ultimo lavoro con il
suo vecchio e infine lo segue bella sala con il tavolo operatorio. Sarà una
lunga notte e le stranezze inizieranno a farsi sentire da subito.
Andre
Ovredal, regista dell'ottimo Troll Hunter, firma la sua prima regia americana
con The Autopsy of Jane Doe, da noi solo Autopsy, un
thriller dai contorni soprannaturali avvincente, teso come una corda di violino
e molto divertente da seguire. Hirsch e Cox sono affiatatissimi e con molto
stile ci conducono nei cunicoli di questa meravigliosa e quasi steam-punk
morguery famigliare, piena di fascino e di dettagli. Non mancano le scene più
splatter, al punto che l'autopsia la vedremo tutta sul serio, dall'analisi
esterna del corpo fino alla materia cerebrale intracranica, senza parlare dello
stato in cui versano gli altri cadaveri "ospiti" dei forni. Si può
dire che tutto si svolge all'inizio come un'investigazione di C.S.I. ma ecco
che arriva, feroce come un carro merci fuori controllo, l'elemento
soprannaturale, affrontato da una prospettiva diversa dal solito e molto
accattivante. E allora la pellicola si trasforma in una giostra dell'orrore vera e propria, dove rimaniamo senza respiro fino all'ultimo minuto. È un
peccato mortale rivelare il mistero di Jane Doe, non voglio per questo in
nessun caso rovinarvi la sorpresa di scoprire da soli l'enigma, ma posso dirvi
che è una trovata niente male, che fa venire voglia di una seconda visione.
Autopsy è un film semplice e molto ben confezionato, ben scritto e recitato,
affascinante per le scenografie e gli effetti visivi. Vi servirà giusto un
po' di stomaco forte, per reggere le scene più cruente, ma lo spettacolo è
interessante. Uno dei migliori horror di quest'anno per stile e
interpretazione.
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