La scena è famigliare, iconica. Il mostro è dietro le
spalle del protagonista, si riflette dietro lo schermo del computer che lui sta
usando per indagare proprio su di lui. Noi lo vediamo avvicinarsi, lui no. Ma
in qualche modo lo avverte con la coda dell'occhio. In molti film questa
variante del "nascondino" si gioca con uno specchio; John Landis si
bullava di aver inventato questa scena, riciclata e riciclata se non
"omaggiata" nel suo Un lupo mannaro americano a Londra. Il mostro si
avvicina sempre di più ogni volta che si abbassa lo sguardo, come Bob in Twin
Peeks, come gli angeli nemici del Doctor Who, come in Pulse, come in The Ring.
Ma c'è un dettaglio nuovo ed inquietante.
Il bagul, il demone di Sinister, sembra essersi tecnologizzato. Non più una macchina da presa per filmini anni sessanta. Ha scoperto nel primo film le nuove telecamere e ora sembra del tutto intenzionato ad aprire un sito internet.
Basta sangue di vergine sui muri delle case delle vittime per richiamare il suo simbolo satanico. Si è impegnato, ha studiato Photoshop, fatto due bozze, pasticciato con i template e ha creato il suo logo personale da cui si accede al suo blog. In sostanza è questo che fa Bagul nella clip. Si avvicina alla tastiera del portatile della vittima per indirizzarlo alla sua pagina web.
Il babau del Blumhouse creato da Derrickson, il nuovo portabandiera dei mostri old school lancia così la sfida agli scarsi micro-babau dell'era digitale. Quella tigre da tastiera di Smiley (bruttissimo e qui la nostra recensione) e ai fantasmini di Skype di Uninvited. Bagul li cita e li sfotte come già fecero, nella storia dell'horror, Freddy prima e Jason poi. Sembra dire "Volete la tecnologia negli horror? Mettetemi i like!!"
Il bagul, il demone di Sinister, sembra essersi tecnologizzato. Non più una macchina da presa per filmini anni sessanta. Ha scoperto nel primo film le nuove telecamere e ora sembra del tutto intenzionato ad aprire un sito internet.
Basta sangue di vergine sui muri delle case delle vittime per richiamare il suo simbolo satanico. Si è impegnato, ha studiato Photoshop, fatto due bozze, pasticciato con i template e ha creato il suo logo personale da cui si accede al suo blog. In sostanza è questo che fa Bagul nella clip. Si avvicina alla tastiera del portatile della vittima per indirizzarlo alla sua pagina web.
Il babau del Blumhouse creato da Derrickson, il nuovo portabandiera dei mostri old school lancia così la sfida agli scarsi micro-babau dell'era digitale. Quella tigre da tastiera di Smiley (bruttissimo e qui la nostra recensione) e ai fantasmini di Skype di Uninvited. Bagul li cita e li sfotte come già fecero, nella storia dell'horror, Freddy prima e Jason poi. Sembra dire "Volete la tecnologia negli horror? Mettetemi i like!!"
Il secondo film di Sinister, in uscita tra un paio di giorni già si fa amare.
Il cast è solido e le credenziali ottime e se volete (qui il link) abbiamo già pubblicato uno speciale in tema. Ma questo video dai risvolti comici ci ha fatto riflettere e pensare ad altri mostri del passato che hanno cercato di modernizzarsi, di essere tecnologicamente avanzati per stare al passo dei tempi.
E non possiamo partire che dal demone pettinato male che si chiamava Trickster
Il film è Brainscan ed è tutt'oggi fighissimo. Il Trickster si impegna nella programmazione di un videogame ultra realistico che mette il giocatore nei passi di un assassino. E ovviamente il suo fine è far compiere ai giocatori degli omicidi veri. È il 1994 e l'attorucolo protagonista è il marcio Edward Furlong, a cui dobbiamo perle come Cimitero Vivente 2 e Arachnoquake. No, non ammetterò mai che era pure in Terminator 2. Io ho una versione speciale in cui lui è spixellato come nei film porno giapponesi.
Trickster si fa un fondo così, applica nel 1994 una grafica da paura anche per il 2015, fotorealismo. Si è davvero dannato l'anima per quella resa grafica. Ma forse c'è un trucco. Vi lascio al recupero compulsiva del film. Non ne resterete delusi.
Un'altra che ha provato a giocare con la tecnologia è la contessa Elizabeth Bathory.
Il film è lo schizzatissimo Stay Alive, del 2006. Un
autentico guilty pleasure per il sottoscritto. La Bathory crea un videogame con
grafica da playstation 2, un survival horror multi giocatore. Chi muore nel
gioco, muore anche nel mondo reale. L'unico modo per sopravvivere è finire il
game, che reinterpreta in qualche modo la storia reale della Bathory e infine
batterla come Boss finale.
La cosa pazzesca è che chi si è incaricato di portare sullo schermo questo progetto non ha la più pallida idea di cosa sia un videogioco o un videogiocatore. Il classico padre distratto che vede il figlio giocare con "le cassette della playstation" per sei secondi per poi andare a guardare il telegiornale. Non si capisce per esempio se il gioco sia in prima o terza persona. Che sarà per i non addetti una stronzata, ma per chi gioca, ovvero il 90% di chi poi vede il film, è un problema. Logica vorrebbe che sia un gioco in prima persona, che ognuno gioca su schermo personale perché il punto di vista è corrispondente all'area di tutto lo schermo. Ma allora perché quattro persone poi giocano insieme in soggiorno su uno stesso, unico mega schermo in cui si muovono gli avatar di tutti come in un film? E perché i gamer sono tutti rappresentati come dei cerebrolesi nerd, resi giusto un po' hipster dal posterone di "Steamboy" che sovrasta la sala? E perché gli attori si limitano a girare a caso i tasti del joypad con espressioni da pazzo. Manco loro hanno mai visto un videogame? Non si pretende magari dai sottopagati attori di Teen -horror vadano come De Niro a vivere a contatto di un barbone per tre mesi per entrare nella parte. Ma questi non lo hanno mai visto un bambino al centro commerciale davanti ad una console? Mistero. Alla fine il film riesce comunque a essere divertente. Divertente per me e basta in tutto il mondo, immagino. E io guardo con affetto schifezze indicibili. Visto che solo a nominare questa "cosa" ci sono persone che impazziscono urlano prese da conati di vomito continui. Però la Bathory alla fine, per me, un game divertente lo ha fatto. Fosse uscito pari pari su ps2, con grafica in prima persona (perché nell'altra modalità a multi giocatore è impossibile) io glielo avrei pure comprato.
Bagul per ora ha creato solo il logo del suo sito. Sembra tutto contento del risultato ma ama troppo pasticciare con le telecamere. Fare il regista di filmati veramente horror e non porcherie. Ma chi può dirlo, magari in futuro pure lui potrebbe dedicarsi al colorato mondo dei videogames.
Dai primi di settembre Sinister 2 è nelle sale. Il nostro special sul film lo trovate qui, un paio di pagine indietro nel blog. Presto arriverà anche la nostra recensione.
La cosa pazzesca è che chi si è incaricato di portare sullo schermo questo progetto non ha la più pallida idea di cosa sia un videogioco o un videogiocatore. Il classico padre distratto che vede il figlio giocare con "le cassette della playstation" per sei secondi per poi andare a guardare il telegiornale. Non si capisce per esempio se il gioco sia in prima o terza persona. Che sarà per i non addetti una stronzata, ma per chi gioca, ovvero il 90% di chi poi vede il film, è un problema. Logica vorrebbe che sia un gioco in prima persona, che ognuno gioca su schermo personale perché il punto di vista è corrispondente all'area di tutto lo schermo. Ma allora perché quattro persone poi giocano insieme in soggiorno su uno stesso, unico mega schermo in cui si muovono gli avatar di tutti come in un film? E perché i gamer sono tutti rappresentati come dei cerebrolesi nerd, resi giusto un po' hipster dal posterone di "Steamboy" che sovrasta la sala? E perché gli attori si limitano a girare a caso i tasti del joypad con espressioni da pazzo. Manco loro hanno mai visto un videogame? Non si pretende magari dai sottopagati attori di Teen -horror vadano come De Niro a vivere a contatto di un barbone per tre mesi per entrare nella parte. Ma questi non lo hanno mai visto un bambino al centro commerciale davanti ad una console? Mistero. Alla fine il film riesce comunque a essere divertente. Divertente per me e basta in tutto il mondo, immagino. E io guardo con affetto schifezze indicibili. Visto che solo a nominare questa "cosa" ci sono persone che impazziscono urlano prese da conati di vomito continui. Però la Bathory alla fine, per me, un game divertente lo ha fatto. Fosse uscito pari pari su ps2, con grafica in prima persona (perché nell'altra modalità a multi giocatore è impossibile) io glielo avrei pure comprato.
Bagul per ora ha creato solo il logo del suo sito. Sembra tutto contento del risultato ma ama troppo pasticciare con le telecamere. Fare il regista di filmati veramente horror e non porcherie. Ma chi può dirlo, magari in futuro pure lui potrebbe dedicarsi al colorato mondo dei videogames.
Dai primi di settembre Sinister 2 è nelle sale. Il nostro special sul film lo trovate qui, un paio di pagine indietro nel blog. Presto arriverà anche la nostra recensione.
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