Quando le nostre edicole si sono riempite con il numero di Dragonero di giugno, siamo sicuri di aver percepito qualcosa di strano nell'aria, come una scheggia di gelo, nell'inizio di questa torbida estate bollente. Un numero sinistro che non poteva che racchiudere oscuri e inconfessabili segreti.
Abbiamo indagato a fondo, ma senza qualcosa di davvero tangibile da portare come prova ci è possibile solo andare per supposizioni. Nella speranza che quanto da noi elucubrato non sia che la versione da incubo di vicende in realtà più innocue e spensierate.
Tempo fa di sicuro Vietti deve aver incontrato una fan dal volto simile a quello di Katie Bates in Misery non deve morire. Una donna spiantata che viveva con gli zii, che facevano i panettieri . Non è stato possibile trovare indizi sulle sue generalità, sappiamo solo che questa insisteva per farsi chiamare con un nome di derivazione fantasy: Darya Fearille.
La Fearille deve aver avvicinato Vietti complimentandosi per il suo lavoro sul fantasy Dragonero, magari si è fatta firmare una copia del primo romanzo, è riuscita a scambiare due chiacchiere con l'autore e ad esternare il suo amore viscerale per il numero a colori dell'anno 2014. Un numero bellissimo in cui venivano dati un sacco di dettagli sulla storia sentimentale tra Ian e Gmor. Quando si erano rincontrati da adulti, quando avevano giocato nudi a tirarsi l'acqua addosso, quando hanno deciso di mettere su casa insieme. Momenti bellissimi che Faerille sperava di ritrovare nello speciale di luglio 2015. Perché lo speciale di Dragonero per lei non era solo un numero a colori, era molto di più. Dopo la lettura era rimasta travolta e aveva composto decine di fan fiction sul periodo magico descritto dallo speciale. Era nata così Darya Faerille, messaggero imperiale e nipote di una famiglia di fornai, un suo alter ego nel mondo di Dragonero. O almeno, questo è quanto noi supponiamo.
Vietti deve aver ringraziato, firmato e dedicato tutto quanto la Faerille gli ha messo sotto mano, fino a quando un innocente scambio di battute non ha fatto precipitare la situazione.
Nulla sarebbe stato come prima.
La donna deve aver chiesto di cosa avrebbe parlato lo speciale del 2015, con trasporto e occhi sognanti. E Vietti deve averle fatto vedere questa copertina:
Emozionato, l'autore deve averle con entusiasmo parlato dell'incontro tra l'uomo con la mazza di pietra e l'uomo con la spada nera tatuata (ben conscio che tali metafore sarebbero state utilizzate da quei vigliacchi delle conseguenzedeltroppotempoliber
La Faerille era perplessa. O ameno così immaginiamo, non può che essere andata così! Sognava di conoscere nel numero speciale nuovi dettagli sul passato dei protagonisti. Voleva sapere della cerimonia di ingresso negli scout imperiali, assistere al momento in cui Ian avrebbe donato a Gmor quel suo copricapo tipico da Kung Fu Panda, voleva rivedere Ian e Gmor, felici e a petto nudo, a giocare nell'acqua. Ma Vietti, implacabile, deve averle risposto che erano cose già viste, che ai lettori non interessavano, che stava scrivendo in quel momento il numero 25. Che riteneva un lavoro molto importante. Un numero che introduceva nel mondo di Dragonero degli esseri tentacolari simili a polpi che vivevano in un'altra dimensione, osservabile tramite degli specchi. Uomini polpo che facevano cose zozze come negli anime giapponesi. Una sorta di stirpe di porno attori che costringeva le menti più deboli a stare tutto il giorno a guardarli attraverso questi specchi. Loro facevano le zozzerie, gli altri a furia di guardarli diventavano prima violenti, poi ciechi (zozzoni) e poi finivano male. Una diretta critica all'abuso di materiale porno tramite internet da parte dei più giovani che prima si irretiscono, poi non studiano o non vanno più a lavorare, poi buttano tutto ai video poker e in un attimo sono ai bordi della strada. Senza il porno sarebbe stato diverso. Forse. E quindi Dragonero per il sociale e contro le pugnette!
Noi almeno così l'abbiamo intesa.
A quel punto la Faerille deve avere in qualche modo procurato un trauma a Vietti. Deve averlo poi trasportato in una casa isolata, legato al letto e dopo alcune ore ridestato con un secchio di acqua fredda in faccia. E quando Vietti ha aperto gli occhi deve aver visto questo
La donna prima parlava di uomini senza cuore, poi di amore infranto, poi di volgarità e infine minacciava le peggio cose se l'autore non avesse letto le sue fan fiction su Darya Faerille.
La vittima doveva riscrivere il numero 25, quello sui polpi, che presto sarebbe andato in stampa. Avrebbe dovuto mettere tutti i dettagli che lei voleva, una buffa cerimonia di iniziazione agli scout, i due che giocano a schizzarsi l'acqua, allusive visite al mercato rionale di Solian con impellente voglia di pesce, la storia del cappello da Kung Fu Panda di Gmor. E lei. Darya Faerille. Diventata un personaggio del racconto e di tutte le future saghe di Dragonero. Lei, dal passato misterioso e forse in qualche modo collegata alla morte di due persone. Come dimostrano le inquietanti tombe disegnate a pagina 43.
Se l'autore si fosse sottratto da questo amaro compito...
Non vogliamo nemmeno immaginarlo...
Così eccoci qui. Con l'unica certezza che in qualche modo Vietti se la sia cavata.
Potremmo essere completamente fuori strada, ma quella che sopra vi abbiamo proposto ci sembra la più scientifica e plausibile ricostruzione degli eventi. Quella che ci fa comprendere meglio alcuni criptici passaggi narrativi e da spessore a quelle misteriose 80 e dico 80 pagine di flashback presenti in questo numero.
Rimane oscuro quanto realmente sia successo. Ma siamo sicuri che da oggi, ogni volta che farà capolino il personaggio di Darya Faerille sulle pagine di Dragonero, un piccolo brivido vi percorrerà la schiena.
Ok, fine ricreazione, passiamo alle cose serie.
In questo numero Ian è chiamato a indagare sulla presenza di misteriose creature che sono riuscite a varcare un portale dell'inframondo. Quella specie di dimensione parallela che sembra ispirata alle copertine dei dischi dei Supertramp (ne abbiamo già parlato in passato, i due numeri ambientati nella capitale), ma dall'aspetto decisamente più "animato" in questo caso. Un posto davvero strano, dove ovviamente sono cadute urlando un paio di donne del cast dei comprimari (ma daaai??!!).
I mostri che oggi vediamo sono roba assurda alla Lovecraft, genere Cthulhu, tentacoli et similia. Esseri sinistri ma forse nemmeno così cattivi (forse), che Ian ha già incontrato in passato, evocati dalla follia umana per volere di dominio e cieca cupidigia, esseri ora sinistramente di nuovo a piede libero.
Vietti architetta una lugubre e plumbea storia horror, che omaggia il classicio Dagon. Un racconto tetro e misterioso, con interessanti rivelazioni sul nostro eroe, che nella prima parte si concede un registro scanzonato e divertente, necessario a dare più gusto all'orrore, che cade come una mannaia e non ci lascia fino ad un finale inquietante quanto suggestivo.
I disegni di Morrone e Pagliarani sono pazzeschi, l'ennesima dimostrazione che su Dragonero la qualità grafica è sempre di casa. I disegnatori riescono perfettamente a cogliere il registro narrativo del volume, tanto esaltando le concitate scene di lotta quanto abbassando le luci e svuotando i villaggi quando vogliono farcela fare sotto dalla paura. Magnifico il monster design, che mi ha ricordato un paio di intuizioni, sempre lovecraftiane, del primo Hellboy di Del Toro. Commovente il "trash di lusso" che trasuda il combattimento finale nel citare, forse, il mai dimenticato, immortale anche se bruttissimo, Conan il distruttore.
Colpo da maestro, il finale, a pagina 98, che gioca tutto sul ruolo delle ombre nel disegnare quella che è forse una sconfitta ma forse è ancora una minaccia.
Davvero un bel numero. Curioso nello svolgimento (e abbiamo "lollato" su questo aspetto), potente nei disegni e concitato nelle zuffe. Ora ci aspetta l'orda dei non morti del numero 26-
Talk0
P.s. Ah, e per il fanservice del numero 25 ringraziate Darya Faerille ; )
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