Nel “Toretto-verso”, quel mondo abitato
da soli truzzi con automobili sgargianti, c’è una nuova super arma
distruggi-tutto in circolazione e sembra che la voglia sfruttare Jacob (John
Cena), il fratello segreto cattivo di Toretto fino ad ora mai apparso nella
serie. Il signor Nessuno (Kurt Russell) è disperso, The Rock e Jason Statham
sono altrove a fare un altro spin-off della saga, Dominic chiama allora il
resto della ciurma e inizia un’indagine “su tutto il pianeta” per arrivare per
primo ai due pezzi più il “pezzo bonus” in cui è stata divisa la super-arma. I
personaggi di Ludacris, Shad Moss, Nathalie Emanuelle, Bow Wow, Ozuna, Jason
Tobin e Lucas Black faranno le “cose scienziate”. I personaggi di Tyrese,
Jordana Brewster, Michelle Rodriguez e Vin Diesel faranno le “acrobazie
motorose”. Torneranno le super-spie di Charlize Theron ed Helen Mirren, Cardi B
e Anna Sawai faranno (per troppo poco tempo) le “patate”. Michael Rooker avrà
il personaggio più bello ai fini della trama e tornerà in scena, con un effetto
sorpresa che sappiamo già da due anni esserci, Sung Kang. C’è anche un
nazi-cattivo che si chiama Otto (Thue Ersted Rasnussen)! Novità tecnologica di
Fast and Furious 9: le auto-calamite!!!! Si attaccano ovunque, corrono ovunque,
sono fantastiche ovunque!!! Trova il jet calamita da collezione e la super
macchina segreta spaziale nei migliori rivenditori autorizzati!! Collezionale
tutte!!!
Riuscirà Toretto a salvare di nuovo il
mondo?
Nuovo film di Fast and Furious, di nuovo
regista di Justin Lin ossia l’uomo che ha fatto rinascere il franchise con
Tokyo Drift, una durata di oltre le tre ore che manco il Signore degli anelli.
Un cast che è lungo quanto le pagine gialle si accompagna sempre più all’idea
che ci troviamo in una specie di realtà aziendale, dove se Tyrese non compare
per tot minuti su schermo ti chiama gli avvocati. Ma che ci fai fare a tutta
questa gente a cottimo, pur avendo già spostato nelle “filiali esterne“ mezzo
cast (con lo spin off Hobbs e Shaw), in un film come Fast and Furious che è
roba di inseguimenti che va bene per massimo 90 minuti? Ci fai fare il
polpettone ovviamente, il solito polpettone. Un polpettone che te lo aspetti,
visto che siamo al film numero “9” e non si può più accampare scuse del tipo
“sono entrato in sala pensando che fosse roba di Martin Scorsese”. Ma comunque
un polpettone che sembra sempre più deperito e stopposo per sopraggiunti limiti
di età. Prima c’era la velocità, l’eccesso, la parte sensuale, il mondo
criminale da periferia, le pistolettate, il quasi-noir e tutto quello che in
genere rende interessante a certi livelli la “truzzeria” che anima questo
franchise. Oggi, nove capitoli e uno spinoff dopo, quei truzzi in canotta
“ribbbelli e bbboni” sono finiti come tutti i truzzi sulla cinquantina. Con la
panza per lui e il culone per lei, “ibbbambini da portare asscoola”, quella
voglia di vedere lontano che non si spinge oltre il Campari al baretto per
l’aperitivo. Nessuno che prova più a fare qualche scena di combattimento seria
(Tony Jaa, Statham, Idris Elba... dove siete??), basta sfilate di fregne in
bikini (quanto ci manca Gal Gadot, quanto ci deprime Charlize Theron vestita e
truccata come dovesse andare a comprare i peperoni all’Esselunga?), basta crime-vita loca (il top è usare ora i radiocomandi come quei vecchi che
mettono i modellini delle barchette in una piscina per fare le “battaglie
navali”). Rimangono su schermo le macchinine in computer grafica, pur colorate
e veloci, ma per lo più da lanciare una contro l’altra con le loro nuove
calamite. Che tanto “non si fa male nessuno”, in una roba indegna di un cartone
animato. Nel prossimo film mi aspetto solo le piste stile luna park alla
turbo-duello o squalo-parco e credo che ci arriveremo. La pazzia, la voglia di
“fare brutto” in modo eccessivo e senza rimorso di tanti eterni-tamarri
cinematografi, alla Michael Bay o alla Nicholas Cage (tamarri “immortali per
davvero” loro, non tu Tyrese...) , qui non c’è più. È tutto
plasticosamente spento, asettico, innocuo. Perfino i flash-back e la storia dei
fratelli, Toretto e John Cena, che è di sicuro la parte migliore dello
spettacolo, non riesce a incidere abbastanza. Si è spenta la fiamma “dell’alcol
e del nos” e nel grande carrello del supermercato dei “film action della vita”
sono rimasti i giocattoli. Nessun costume da bagno attillato, nessuna canotta
griffata, nessun cerchione in lega, attrezzi ginnici, beveroni da palestrati,
gioielli da bigiotteria con teschi, profumo Axe Africa. Giusto una cassa
di Birra Corona, che comunque paga ancora gran parte del carrozzone e permette
a Tyrese di coprire il mutuo.
Non è quindi questione di “numero”, ma
di testa. Sembra oggi che Vin Diesel diriga per lo più un'azienda che cerca di
essere un film, mentre nella sala cinematografica accanto James Gunn fa tutto
quello che dovrebbe essere un film action alla Fast’n’Furious. Con tutta la
cattiveria e scorrettezza che Diesel non si sogna più di avere, perché metti
che per Fast 10 la Mattel poi non ti tira più fuori quella super pista di
macchinine ispirata al franchise...
Moscio.
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(Il commento finale
del commento finale, elaborato alcuni giorni dopo la visione e la stesura della
recensione): ragionando da un punto di vista del tutto diverso da quello usato
finora, Fast9 è il film che più di tutti ricongiunge un uomo adulto alla passione
per le macchinine, permettendogli di tornare a condividerla con un bambino. A
posteriori penso che sia questo davvero il punto a favore della nuova impresa
di Toretto e soci. Forse la sovrastruttura da “gangsta” del franchise diventa
qui, dopo 8 pellicole, una serie a cartoni animati, i videogame e le macchinine
solo un orpello non più essenziale. E alla fine mi vengono in mente quei
ragazzoni quarantenni che giocano online agli sparatutto competitivi per un
atavico bisogno di rivivere il “gioco del nascondino” o “della bandiera”, che
da bambini erano il must dei giochi al parchetto con gli amici. E allora eccoci
a considerare Fast9 più propriamente come il fratellino giusto un po’ più
tamarro di Cars della Disney, ideale per essere replicato negli inseguimenti
con una pista di biglie sulla spiaggia. Oppure come la versione umanizzata di
una puntata del cartone animato dei G.I.Joe, dove più che le pistolettate il
Focus sta nel parlare di famiglia, amicizia, coraggio. Visto così, tornando
bambini e inserendolo in questo dialogo generazionale, Fast9 può inserire
davvero la marcia giusta, forse anche perché alleggerito da tutte quelle cose
fracassone e vistose che piacciono agli adulti e che qui un po’ mancano a chi
“se le aspetta” al di là delle macchinine colorate. E a questo punto mi parte un
po’ a sorpresa pure una conclusione diversa al commento: e se la maturità
di un franchise come questo risieda proprio nel suo accettarsi come un
giocattolo, spogliandosi di tutte le “suggestioni da DMax” che sempre più ci
ossessionano?
Per sentirci un agente segreto in fondo non è necessario essere calati nella ricostruzione realistica della vita di un agente segreto, ma ci basta fischiettare il tema di Bond. Quindi vi lascio a questa riflessione strana ma sentita, sul nostro bisogno interiore di tornare a giocare come bambini e su come questo meccanismo forse lo abbiamo nascosto nei nostri film action preferiti. E vi lascio così, perché devo andare a giocare con le mie macchinine…
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