E se “Sul più bello” tutto dovesse
finire? È questo il pensiero intrusivo ricorrente che perseguita Marta
(Ludovica Francesconi), ventenne torinese ammalata di una malattia dal nome
apparentemente buffo ma piuttosto grave: la mucoviscidosi. Una aspettativa di
non oltre i 50 anni, una vita piena di medicine, trattamenti, regole ferree, un
fisico che diventa sempre più fragile. Basta davvero un soffio per aggravare le
cose e servono mille attenzioni, ma Marta guarda comunque con il sorriso e
tanta autoironia il suo incerto avvenire. È rimasta orfana in tenera età, ma si
è costruita una nuova famiglia con gli amici Federica (Gaja Masciale) e Iacopo
(Jozef Gjura). Non è sbocciata con l’adolescenza rimanendo un po’ un brutto
anatroccolo, ma con la sua voce sexy riesce a stregare i clienti di un
supermercato quando annuncia le nuove promozioni. C’è sempre un “ma” a
migliorare le cose e metterle nella giusta prospettiva, nella vita di Marta. Ma
quando arriva inaspettato l’amore per il bell’Arturo (Giuseppe Maggio) la
corazza di positività inizia a incrinarsi e torna a tormentarsi con
quell’intrusivo dubbio che “sul più bello” tutto possa finire, di colpo e con un
epilogo già previsto, “normale”. Tuttavia Arturo le viene incontro e la
tranquillizza, decide che vivrà con lei nel presente del “qui ed ora” e non
nella paura costante del domani. Questo era il bellissimo messaggio di Sul più
bello, che per citare un grand’uomo di Youtube recentemente scomparso può
declinarsi in: “Non rattristarsi perché è finito, gioiosi perché è successo”.
Il film di Alice Filippi, accompagnato dalla allegra colonna sonora di Alfa,
risultava supercolorato e tenero quasi quanto Il favoloso mondo di Amelie
di Jeunet. I suoi personaggi erano amabilmente semplici quando ben caratterizzanti,
divertenti e cartooneschi alla maniera di Scott Pilgrim vs The world di Edgar
Wright. Ludovica Francesconi dava corpo a un personaggio vitale, divertente
quanto fragile, Giuseppe Maggio diventava un principe azzurro “etico” in grado
di trovare principesse oltre l’apparenza, Gaja Mascale e Jozef Gjura formavano
una coppia buffa quanto anticonformista di “opposti che si attraggono”. Uscito
fugacemente al festival del cinema di Roma del 2020, poi dirottato con la
chiusura dei cinema causa covid nel servizio on-demand di Amazon a inizio 2021, Sul più bello, un po’ sentimentale, un po’ commedia, molto Cartoon e
dall’animo di “slice of life”, era il film ideale per contrastare con l’arte
quel tremendo periodo, grazie alla sua “spinta positiva”. Un film carico di speranza
pur nella consapevolezza che la vita era in quei giorni dura. Visto il successo
e personaggi così ben riusciti, c’era un po’ da aspettarselo prima o poi un
sequel o una serie televisiva, anche se la prima pellicola era davvero perfetta
così come era, autosufficiente e diretta nella sua semplicità espositiva. Uno
di quei film dove vai in sala sapendo di dover finire col piangere a dirotto,
pensando all’inevitabile sorte della protagonista malata di un grave male, ma
che poi ti fa riflettere su quanto sia bello vivere il presente, cogliendolo
nelle pur piccole cose positive che sa offrire.
Ed eccoci al secondo capitolo, che il
effetti cambia la prospettiva di base e declina quel “Sul più bello” oltre la
mucoviscidosi, sul significato più pieno di “vivere il presente” che si allarga
a tutti i personaggi che abbiamo già conosciuto nel primo film, sviluppandoli e
rendendoli protagonisti. Ci sono quindi tanti personaggi e momenti della loro
vita che la cambiano “sul più bello”. Così vediamo Federica sfruttare il suo
genio matematico per giocare a poker, fino a che sul più bello questa
capacità le permette di entrare in una grande società come suo primo impegno
lavorativo, scontrandosi però con colleghe e capi un po’ eccentrici. Iacopo è
invece alla spasmodica ricerca dell’anima gemella e diventa dipendente di un
social per incontri di nome “Sbavo” fino a che sul più bello non si innamora del
bel Tommaso (Giuseppe Futia), il fattorino del negozio di zuppe “Inzuppami”.
Marta ha rotto con il principe azzurro Arturo, ma poco dopo, sul più bello, si
trova a frequentare il sanguigno artista Gabriele (Giancarlo Commare), che
però sul più bello è costretto ad andare in Francia a lavorare e
quindi vive con lei una relazione a distanza via Skype che lo rende gelosissimo.
Non c’è Arturo ma sono entrati nella compagnia anche i suoi vecchi amici, il
cinico Vittorio (Elia Tedesco) e l’impacciato Giacomo (Riccardo Niceforo), con
quest’ultimo che si innamora sul più bello a una festa della cugina di
Federica, Rebecca (Jenny de Nucci), web star apparentemente irraggiungibile con
il nome di Webekka. Marta ha cambiato medico e il giovane e distante Mauro (Giorgio Lupano), subito soprannominato “il merda”, prende sul più bello il
posto della figura paterna che un po’ rappresentava il precedente (Gianni
Bissaca). Tornano anche e sono sempre carinissimi, le versioni “da piccoli” di
Marta, Fede e Iacopo, ossia Franca Pellecchina, Viola Demo e Christian Nerone,
con i loro adorabili siparietti da “amici per sempre e da sempre”. Sul più
bello è cambiata anche la regia, affidata ora a Claudio Norza, mentre la
sceneggiatura è sempre nelle sapienti mani di Michela Straniero e Roberto
Proia, già confermati per il terzo film, che uscirà l’anno prossimo e si
chiamerà “Sempre più bello”.
Ma la domanda/gioco di parole che si impone è quindi: questo film è davvero Ancora più bello di Sul più bello? E sarà comunque meno bello di Sempre più bello? La risposta alla seconda domanda potrà arrivare solo dopo l’uscita del terzo film, alla prima risposta ci possiamo invece “lavorare”. Ancora più bello ha un po’ la forma di una miniserie televisiva di sei puntate che può sembrare di prima battuta compressa in novanta minuti di film. È un film meno “quadrato” del primo capitolo e forse più dispersivo, che mette la povera Marta (che è diventata ancora più sexy, alla faccia del suo sentirsi “bruttina”) forse troppo ai margini. Ma i personaggi sono tutti davvero graziosi e divertenti, le ambientazioni sempre ultra-colorate e anche l’approccio alla storia è leggero, veloce e gradevole come leggere le strisce di un fumetto o guardare una puntata di un cartone animato per adolescenti. Sono proprio queste scelte narrative e visive, unite a un ottimo casting, a fare sì che anche se uscisse tra tre anni un film “ancora, ma ancora e ancora più bello”, la formula potrebbe tenere bene, come alla fine tiene per questo secondo capitolo di una saga che ha sempre più il gusto di “andare a incontrare dei vecchi amici a una festa”. Decisamente un buon intrattenimento, consigliato soprattutto al pubblico più giovane ma molto gradevole anche per chi ama le commedie sentimentali e apprezza quello stile alla Scott Pilgrim che pervade felicemente la visione.
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