mercoledì 29 settembre 2021

AltaLuceTeatro- programmazione 2021-2022


Anche quest’anno abbiamo la gioia e il privilegio di parlare di teatro sul nostro piccolo blog e speriamo nel nostro piccolo di essere all’altezza di un così nobile compito. 

Ringraziamo di cuore la direttrice Elizabeth Annable, tutto lo staff e gli attori, per averci permesso di conoscere AltaLuceTeatro

C’è un piccolo e storico teatro lungo i Navigli di Milano, al 190 di Alzaia Naviglio Grande. Ospita sui 100 spettatori, anche se con la normativa anti covid i posti si sono dimezzati. È una realtà culturale importante, radicata sul territorio della zona 6 da molti anni, con la direzione passata di padre in figlio e ancora oggi viva, sgargiante, dopo gli ultimi tragici due anni. Anni difficili “a porte chiuse”, in cui la struttura, gli spettacoli e gli attori hanno trovato nuova linfa e pubblico sulla rete. Con i suoi corsi di recitazione, trasmissioni live aperte al pubblico, spettacoli in streaming, AltaLuceTeatro non si è mai fermato e ora, con l’inizio di ottobre, riapre i cancelli per la nuova stagione, questa volta con il pubblico in presenza. Un pubblico con il quale gli attori potranno tornare a brindare insieme, alla fine degli spettacoli, seguendo una lunga tradizione di convivialità e amicizia in nome dell’arte. Quest’anno la direzione sceglie di mettere da parte i temi dell’attualità, per poterla leggere “meglio” tornando alle radici del teatro, alla magia senza tempo del racconto. Sono state scelte storie intime, storie di coppia in crisi, storie di uomini lontani da casa, ma soprattutto storie declinate al femminile. Storie di donne celebri, donne shakespeariane, donne comuni vissute in contesti difficili. Donne forti che hanno saputo reagire alla vita con la loro passione, fragilità, paura, estro. Spesso donne rimaste sole, che si trovano sole anche sulla scena, a raccontarci la loro vita in prima persona, come intima confessione e dialogo interiore. 

 

Dall’1 al 3 ottobre 2021

ARRIVEDERCI

liberamente tratto da "All’ultimo Minuto - Vita Di Una Donna Così” di Rita d’Agnese con: Cecilia Vecchio

drammaturgia e regia: Livia Castiglioni e Cecilia Vecchio

 

Un viaggio umano che viene ripercorso ricomponendo una serie di frammenti sparsi tra le righe di fogli traboccanti di ricordi. Una vita qualunque che, come tutte le vite qualunque, porta con sé un fascino speciale e inimitabile, plasmato da ogni esperienza attraversata. La vita di una donna. Una donna, Rita, una donna così. Così come? Così come si è raccontata, scrivendo tutto a mano su quaderni dalle copertine colorate. I ricordi di una vita. E Rita è tante cose: una bambina durante la seconda guerra mondiale, una bellissima adolescente nel dopoguerra, una donna innamorata, una madre. Con quella chioma rossa che le ha procurato il soprannome di "Rita Hayworth". Tra ferite, lotte, quotidiane ingiustizie, passioni, Rita ci conduce, sullo sfondo dell’Italia del dopoguerra, dalla campagna romagnola alle grandi città (Bologna, Milano e infine Salerno sua città d’adozione), in un cammino dove la vediamo affermare la propria personalità di donna, anticonformista, fedele a sé stessa, ironica, sorprendente. Questa vita, trascritta a mano su fogli di quaderno, è il suo regalo di verità.


Livia Castiglioni porta in scena uno spettacolo tratto dall’autobiografia scritta in tarda età da una donna reale, trovata dal figlio in una serie di quaderni colorati e raccolta in un libro. È una storia che ripercorre sullo sfondo molte tappe della nostra Storia nazionale, ma sotto l’occhio speciale di una donna come Rita, che ha saputo superare molte difficoltà anche connaturate al modo di intendere la giustizia in quei tempi passati. 

Cecilia Vecchio, che interpreta Rita, è rimasta molto colpita tanto dalla spontaneità che dal coraggio di una donna che a solo 17 anni, in un momento storico in cui “certe cose non si potevano dire”, è riuscita a denunciare davanti alla legge un atto di violenza da lei subito. 

 

Dal 12 al 13 novembre 2021

L’AMANTE

di: Harold Pinter

con: Elizabeth Annable e Gerardo Marinelli regia: Elizabeth Annable

produzione: AltaLuceTeatro

Una coppia normale, un normale ritorno a casa dopo una serata normale accompagnato da un dialogo normale. Sullo sfondo delle normali incrinature, dentro, che si mostrano senza imbarazzo, d'altronde anche i sorrisi sono crepe sui volti. D'altronde le crepe a volte sorreggono, a volte tengono insieme, a modo loro, aiutano a resistere, a non crollare. Sono segno di cedimento, ma anche di sopravvivenza. Sempre che non si allarghino troppo, che non diventino baratri, che i sorrisi non diventino smorfie. In tutta questa normalità, un gioco di ruolo, erotico quasi per caso, una scappatoia dalla quotidianità, un diversivo. Un amante. Un bisogno. Il bisogno di avere qualcun altro, o di essere qualcun altro. Due persone, forse tre, che sanno bene le regole - o forse no. Due persone, forse quattro, che sanno qual è il limite - o forse no. Un gioco che forse non è un gioco, forse è un gioco al massacro, un massacro che forse è autoinflitto. Pinter è come una rete, vi si può vedere attraverso in molti modi differenti, ogni personaggio ha una sua verità. Non c’è un’unicità, ma una varietà di interpretazioni dei sentimenti e delle relazioni, proprio come nella vita umana. Ognuno vede ciò che i propri occhi gli fanno vedere, un filtro che mette un velo, una patina sul vissuto.

 


Elizabeth Annable porta in scena l’adattamento di un’opera del Nobel alla Letteratura Harold Pinter. Un testo carico di sfaccettature, sempre “nuovo” a una successiva lettura, difficile da ingabbiare. Per questo una sfida che potrebbe smuovere note e colori differenti a ogni rappresentazione. 

 

Dal 19 al 28 novembre 2021

MACBETH SONATA DA CAMERA

da: William Shakespeare adattamento: Antonio Rosti

con: Chiara Salvucci e Giuseppe Sartori regia: Omar Nedjari

Il fascino delle opere di William Shakespeare è travolgente e inesauribile perché indaga e racconta con inimitabile lucidità la natura umana, ne restituisce la forza e le debolezze attraverso avvincenti intrecci di vicende e parole, intrecci tenacemente contemporanei nonostante i secoli. In questa particolare ripresa della sanguinosa ascesa al trono di Scozia raccontata nella tragedia del drammaturgo inglese, l’attenzione sembra diventare più circoscritta, più intima. Macbeth e la sua Lady sono soli a confronto con se stessi e il loro proposito, intrappolati nel loro destino e costretti a rivivere le proprie scelte. L’azione si svolge attraverso la loro voce, il testo è svuotato dei suoi personaggi, il dialogo, rigorosamente con le parole di Shakespeare, diventa così un gioco al massacro, la distruzione di un amore logorato dall'ambizione di entrambi, un'ossessiva ricerca di uscita dal labirinto creato dal proprio desiderio morboso, uno specchio delle contraddizioni e delle nevrosi dell'uomo contemporaneo.

 


Con Macbeth Sonata da Camera e La leggenda di Redenta Tiria AltaLuceTeatro porta in scena le opere della Compagnia Corrado d’Elia, dando seguito a una collaborazione nata proprio sotto il Covid, con dei workshop e dialoghi svolti a distanza tramite la piattaforma Zoom. Un segno di come l’arte possa trovare facilmente nuova casa, quando è possibile trovare comunque nuovi luoghi di incontro. Magari nuovi stimoli proprio in virtù di un contesto più intimo. È in qualche modo sulla scorta di questo punto di vista che la Lady Macbeth della compagnia Corrado d’Elia può diventare su una  scena “diversa”, in un contesto nuovo e lontano dalle rappresentazioni classiche shakespeariane, una persona diversa, umana quanto ironica. E il Macbeth può diventare il dialogo di un uomo e una donna sideralmente lontani, ma il cui “tutto il mondo” si riduce a una camera da letto, impedendogli di scappare l’uno dall’altro. 

 

Dall’11 al 12 dicembre 2021

EVA (1912-1945)

da: Innamorate dello spavento di Massimo Sgorbani

regia: Renzo Martinelli

con: Federica Fracassi

drammaturgia: Francesca Garolla

luci Mattia De Pace audio e video: Fabio Cinicola

produzione: Teatro i

con il sostegno di NEXT - Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo

La fine della guerra, la fine di Hitler. Eva, sola in scena, aspetta questa fine. Eva è una donna che sta per morire ed è una donna innamorata. Innamorata di Hitler, fedele al suo amore fino all’ultimo istante. Eppure, da questo infinito amore, al di là del bene e del male, affiora la paura. Paura dell’abbandono, paura dello strapotere dell’amato, paura dell’amore stesso e di quello che l’amore può chiedere. Innamorate dello spavento è un progetto di Teatro i in cui l’autore Massimo Sgorbani cattura le voci di alcune donne legate al Führer che precipitano inarrestabili verso la fine del Reich. Tra il 29 aprile e il 1° maggio del 1945, nel bunker sotterraneo del Palazzo della Cancelleria di Berlino, alcuni dei principali rappresentanti del partito nazionalsocialista si suicidano. Poche ore prima Hitler sposa Eva Braun. Poche ore dopo Hitler e signora si uccidono con le fiale testate sul pastore tedesco del Führer, Blondi, il primo a morire. Poche ore dopo Magda Goebbels somministra le fiale ai sei figli addormentati. Ancora poche ore, e anche Magda e il marito si avvelenano con le stesse fiale.

 


Eva Brown chiusa nel bunker, aspettando la fine, può diventare un personaggio teatrale. Una donna che spinta della solitudine si può spogliare delle sue armature ed “etichette”, frantumarsi o rimanere ancorato al mondo solo attraverso i sentimenti più profondi, “umani”, fatti di piccole dolcezze e speranze. Una donna rinchiusa al di fuori del mondo, un po’ come lo siamo stati tutti nell’epoca del Covid.

 

Dal 14 al 23 gennaio 2021

LA LEGGENDA DI REDENTA TIRIA

favola poetica dal fascino oscuro

tratto da: La Leggenda di Redenta Tiria di Salvatore Niffoi riduzione drammaturgica, regia e interpretazione: Corrado d’Elia scene: Chiara Salvucci

produzione: Compagnia Corrado d'Elia

“L'arte nasce da un'esigenza profonda e strabordante di esprimere un mondo. Questo progetto parte da una storia di incontri...”. Una storia affascinante dal sapore antico, un omaggio alla Sardegna, alla musica di Marisa Sannia e alla scrittura di Salvatore Niffoi. Corrado d'Elia interpreta una grande storia dal sapore mistico e universale, radicata nella terra di Sardegna, di cui racconta le asperità, la forza e la magia. Abacrasta non si trova in nessuna enciclopedia o carta geografica, è un paese – immaginario, ma verosimile - situato nella terra avara e rocciosa nel cuore della Barbagia. Abacrasta è meglio noto tra i paesi del circondario come “il paese delle cinghie”: molti fra coloro che vi abitano a un certo punto della loro esistenza sentono il richiamo della Voce e corrono a impiccarsi. Legano al collo la cinghia e dicono addio alla vita: «nelle tanche di Abacrasta non c’è albero che non sia diventato una croce». Finché un giorno non arriva Redenta Tiria, “una femmina cieca, con i capelli lucidi come ali di corvo e i piedi scalzi”, e i suicidi cessano. “Sono la figlia del Sole, e sono venuta per portare la luce nel paese delle ombre”. Corrado d'Elia in questo spettacolo si serve di una lingua “ibridata”, che si fonda sulla commistione di italiano e limba. Accompagna il racconto la voce magica e incantata di Marisa Sannia, una musica che sa di terra, di magia e di meraviglia, il cui suono penetra nel profondo mistero della vita e della morte. È difficile non scorgere un senso quasi religioso nella figura di Redenta Tiria. Redenta, redenzione: ma non in senso ultraterreno, giacché insegna che l’unico riscatto possibile è nella vita stessa, nella “vita ritrovata”, nella speranza, nel “tagliare la lingua alla Voce”. È una “religione” della vita, quella che emerge in filigrana di questa favola cruda e bellissima.

 


Di nuovo una collaborazione con la Compagnai Corrado d’Elia. Anche questo uno spettacolo nato “a distanza”, dall’interazione tramite la rete. E si parla di reti, vele, mare e personaggi senza tempo. Uomini e non, raccontati da una lingua antica che ne rende ancora più affascinate e complessa la natura. L’opera vuole essere un grande omaggio alla Sardegna.

(continua domani...)

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