martedì 30 marzo 2021

Dragonero il ribelle n.17 - il sacrificio di Yannah - la nostra recensione

(Doverosa introduzione sonora)  quindi, citando il buon Rino Gaetano in uno dei suoi pezzi più celebri,“ la festa è finita (o) evviva la vita”? 

(Sinossi fatta male) Ricordiamo tutti noi fan di vecchia data della testata la faccenda del numero 33, la storia dei barbari contro i troll. Il popolo del nord di Yannah, l'amica di Ian che abbiamo conosciuto tutti noi fedeli fan nel numero 5 della testata “pre-ribellione” (oggi sento potente in nerdismo in me), al raduno degli scout, aveva poco dopo avuto a che fare con questi viscidi leoni da tastiera, che intasavano sempre più tutti i forum sul culturismo e il wrestling di cui i barbari erano assidui fan. Serviva un'azione radicale, perché dopo i troll sarebbero arrivate in zona pure le parabole di Radio signora delle lacrime, Real Time, Csaba della Zorza, Barbara d’Urso. Insomma: il male puro. Così Ian e Gmor sono intervenuti ad aiutare la principessa Yannah e il re, che per una antica, imparziale e saggia legge barbarica guidava il popolo nerboruto insieme ai ragazzini con cui da giovane giocava a calcetto. Era finita bene, Yannah era tornata a fare la scout confidando che la sua sorellina-gracilina iniziasse almeno a fare un paio di routine addominali al giorno. Oggi finalmente sapremo se sorellina-gracilina è pronta a cospargersi il corpo di olio come concorrere alle giovanili di Miss Olympia Erondariana, con la scusa che Ian è in zona per la storia solita della “ribellione“. I forzuti servono, ma pare che Radio signora delle lacrime abbia i ripetitori vicini e li stia già scoraggiando dalla pugna. Forse il saggio consiglio dei barbari amici del calcetto voterà contro l’annessione al “franchise della ribellione”, a questo giro. E dire che erano già pronte le magliette “Dragonero - il ribelle” di tutte le taglie, un vero spreco. Poi nella storia succederà  un qualcosa che non vi dico per non fare spoiler. Poi il fumetto si metterà  a parlare di altro, ossia di Alben che spreca il suo tempo tra le migliori birrerie artigianali dell’Erondar, con la scusa di “carpire informazioni utili alla ribellione” a tutti gli ubriachi che vede. Già lo abbiamo visto numeri fa girare per i migliori alberghi con spa e forno a legna, ci aspettiamo presto che il mago inizi a indagare per piadinerie e autogrill. Comunque, se prima sapevamo che Roney è uscito di testa, diventando strano e pazzo e con una mano forse demoniaca ora, grazia alle informazioni raccolte da Alben, sappiamo che Roney è effettivamente uscito di testa, diventando strano e pazzo, con una mano forse demoniaca. Glielo ha detto un tizio alla quinta rossa scura con tre luppoli, e lui ci crede. Il posto poi era pulito e la clientela simpatica, almeno 3 stelline sulla prossima guida scout del kraken rosso. Basterà questa nuova rivelazione a pianificare una articolata strategia di attacco per sgominare il male, come esposto in due vignette a pagina 98? 

(Cosa ci dice la copertina) Ho accolto con gioia l’invito del prode Barbieri, esposto nella solita paginetta prima della storia, a “non trarre facili conclusioni“ dopo aver guardato la copertina del sempre bravissimo Gianluca Pagliarani e aver letto il titolo del racconto firmato dal prode Vietti. Favoriamo qui di seguito la copertina. 



Del resto il buon Barbieri fa il misterioso sull’argomento per tutta la suddetta paginetta, prima ricordandoci che Yannah è stata una donna forte in un mondo di maschi dediti fieramente al calcetto, poi sottolineando che è tra i personaggi comprimari “di più lungo corso“, poi pubblicizzando  la nuova ristampa a colori cartonata commemorativa del n.33, l’avventura di Yannah, poi infilando in basso alla pagina Yannah che dice in una vignetta una frase così “incorniciata e commemorativa“ della sua filosofia di vita che racchiude veramente “tutto”. Potrebbe essere quasi una frase da mettere in futuro sotto una statua dedicata a Yannah, magari a Solian, al centro del futuro “piazzale Yannah”. Casualmente Luca Malisan, uno dei disegnatori di questo numero, ha già realizzato una magnifica statua commemorativa tridimensionale di Yannah, accessibile da questo link, per Istagram e Facebook. Quindi, posto che comunque Elton John sta probabilmente in questo momento lavorando a una cover di Gianna di Rino Gaetano, come andrà a finire la storia dal titolo: “Il sacrificio di Yannah”? Io banalmente fin dal mese scorso mi aspettavo una dipartita eroica e commovente come ai tempi in cui leggevo Fullmetal Alchemist, oppure quando da pischello guardavo la prima serie di Ken in guerriero. Magari qualcosa stile Sean Bean, un uomo che sa davvero come morire eroicamente e  tragicamente in quasi ogni pellicola o telefilm che interpreta. Ma per non fare spoiler di roba bella, che potrebbe piacere a tutti ma non tutti hanno ancora visto, voglio ricordare il personaggio che più di ogni altro mi ha commosso veder “dipartire” mentre guardavo un film spagnolo sugli zombie piuttosto scombinato, e che in genere non si fila nessuno. Addio Sponge John, che gli angeli possano apprezzare il tuo stile e la risata non travolgente 

Ma voglio andare oltre e cercare di interpretare fuori dagli schemi, dalla posizione dei personaggi sulla copertina, le diverse sfumature interpretative possibili del disegno. La prima cosa che mi viene in mente è la morte di Elektra per mano di Bullseye, nel celebre ciclo di Frank Miller.

Ma testa e gambe solo in posizione non corretta, ci sono due corpi ravvicinati ma è fuorviante, c’è una lama che trapassa. Insomma: Yannah non sembra colpita a morte come Elektra e due freccette conficcate magari di striscio non sono indicative. Potrebbe non essere una schiena di morte. Così penso al poster di Via col Vento 

C’è una somiglianza nella presa di Ian, ma l’espressione di Dragonero è diversa da quella di Rhett Butler. Sarà che mancano i baffi. Non credo sia quindi una scena romantica.

Poi penso alla scene “dammi un po’ di zucchero baby” de L’armata delle tenebre 



Ian ha la stessa espressione di Ash del reparto ferramenta in una scena un po’ tragica, i dubbi salgono. 

Infine penso a una figura del tango classica 



Sono più convinto in questo caso che “Yannah possa farcela“, forse stanno evitando le frecce a passo di danza, tipo Matrix, con un paio di ferite di striscio. Anche perché se fosse realmente morta avrebbe la postura di una diversa, più precisa e celebre figura del tango, arrivata a noi da Cianci in una coreografia di Ballando con le stelle 



Quale che sia il significato dell’immagine di copertina, speriamo di essere stati abilmente “trollati”, giusto per tornare alle azioni più tipiche dei nemici dei barbari del numero 33. Come speriamo che in un mondo fantasy certi eventi possano mutare di corso. Magari basta raccogliere le Dragonero Ball (marchio registrato) ed esprimere un desiderio. 

C’è da dire che quando un personaggio importante esce di scena, che sia un libro o un fumetto, spesso ci ricordiamo maggiormente di lui, diventa a volte il cardine stesso della filosofia di vita dei personaggi. Qualche volta andiamo pure a leggere le vecchie storie, un po’ ci commuoviamo e un po’ sappiamo che il suo contributo non è più realizzabile ai fini della trama, soprattutto quando era più importante che ci fosse. Sappiamo che altri dovranno colmare quel vuoto e sarà difficile farlo, così come accade un po’ nella vita reale. Certo, sempre che la storia di Vietti vada in quel verso! Perché potrebbe succedere di tutto, magari pure che la natura di alcuni “particolari avversari“ che emergono in una “particolare sequenza” ci tragga in inganno. 

(Verso il conflitto finale) Il numero 17 parla di come incassare un fallimento e l’ho pure comprato venerdì 13, quindi sfiga più fallimento. Nello specifico descrive il fallimento come quel momento in cui ci si ferma, ci si allontana dal gruppo e si finisce travolti dalla sfiga. Quando magari si pensava di avere ancora delle cartucce, di poter ribaltare il tavolo un’altra volta, di avere moralmente ragione nel campionato della vita. Ian si imbarca in una missione che sa da subito essere fallimentare, Gmor cerca un avvicinamento a Sera che comprende da subito poter essere fallimentare, Yannah parte dal suo villaggio in un momento decisamente fallimentare. Persino Roney decide di dedicarsi a una ricerca che potrebbe avere esiti fallimentari. Qualcuno direbbe “mancò la fortuna, non l’onore”, ma la “botta” arriva comunque, la sconfitta è davanti e guarda a come i nostri eroi riusciranno a rialzarsi. Se guardiamo a questo ciclo sulla ribellione come a un’unica storia, siamo ben oltre la prima parte (quella che i tecnici chiamano “tesi“) nella zona tra la seconda (della “Antitesi“) e terza parte (detta “sintesi“). Siamo nel cosiddetto “fondo”, il momento in cui crollano le certezze. Spesso il fallimento guida i peggiori caos cosmici interiori, alimentando il dubbio che a fare gli errori peggiori sia stato il comportamento dell’eroe, più che il “canonico agitarsi” del suo avversario di turno. È il momento in cui ci si sente più soli, si fanno gli sbagli irreparabili, si macina polvere. È il momento in cui persino i più audaci, come il popolo dei barbari, tremano, si defilano o comunque guardano con diffidenza al futuro. Ma è anche il momento in cui ci si lecca le ferite e ci si rialza, sapendo di contare almeno e solo su se stessi. Perfino quando sembra annunciata, manca una vera vittoria. Vietti anzi addensa le nubi nere su Dragonero, rende il nemico più forte, in grado di sovvertire le regole del gioco in modo scorretto (stile Funny Games di Haneke), porta gli eroi a disperarsi, riempirsi di rimorsi e cupezza. Dobbiamo da lettori sentirci tristi e ci riusciamo benissimo, pur consapevoli che la ruota prima o poi girerà. Siamo come quei gattini appesi ad un filo. 



Non sappiamo se nei prossimi numeri suonerà la carica della rimonta o dovremo rimanere ancora un po’ nell’inferno emotivo del fallimento, ma la tensione narrativa è quella giusta e sale una gran voglia di leggere le prossime storie. 

(Disegnare la sconfitta) Vietti, scegliendo una struttura narrativa asciutta e affilata, immerge per bene i nostri eroi in un mondo di disperazione che diventa ancora più vivido grazie ai disegnatori Alex Massacci, Luca Malisan e Fabrizio Galliccia. I gesti e le battute di Gmor per sdrammatizzare la tensione cadono nel vuoto, mentre l’orco guarda Sera con un’espressione incerta. 



L’abilità diplomatica di Ian viene annientata senza poter neanche essere esibita e l’eroe incassa con un sorriso triste il verdetto.



Il coraggio di Yannah la porta da nessuna parte, se non in un luogo dove si trova isolata dal gruppo, sola. 



Anche sul piano dell’azione più concitata, non c’è niente di davvero risolutivo o eroico e quando cadono i soldati nemici sotto le frecce di Sera, quello che vediamo è una ragazza felice dopo aver colpito un nemico al collo, senza cercare alcuna strategia alternativa. 



Le spadate pesanti e scomposte di Ian sono date con rabbia, uno sfogo brutale.



Non mancano belle sequenze di lotta con al centro Yannah che rotea la sua ascia, c’è un lungo flashback carico di mostri e diavoli, immerso in uno scenario quasi metafisico plumbeo  che rimanda al Berserk di Kentaro Miura. Il lavoro visivo gioca continuamente tra tragedia e horror e non è affatto male, ma l’espressività dei volti è la vera carta vincente di questo numero.

(Finale) Il nuovo numero di Dragonero è una bella coltellata per il lettore, da affrontare con cautela solo dopo un evento particolarmente felice, tipo la vincita all’enalotto. La storia di Vietti è forte e anche se sembra spezzarsi, dopo le prime 63 pagine, quando inizia una diversa fase narrativa, di fatto il tema-guida, legato al fallimento, continua fino alla fine dell’albo, offrendoci giusto una alternativa prospettiva “di campo”. La pagina finale ci proietta dritti nelle trame del numero 18 e in una nuova fase. Non è facile affrontare temi come la sconfitta e il fallimento, ma sono argomenti formativi importanti. I disegni di Alex Massacci, Luca Malisan e Fabrizio Galliccia riescono al meglio a fornire la giusta dimensione espressiva emotiva a questi temi, dipingendo i volti dei nostri eroi di una mimica convincente e struggente. Non mancano le classiche sequenze action e gli scenari più orrorifici, da sempre marchio di fabbrica della testata. Un buon numero. 

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