Tra due possibili tipi di action-figuers
ipertecnologiche, cosa può piacere di più ad un bambino americano? Un esercito
di soldatini g.i.joeschi-ultra-americani cazzuti pieni di bicipiti gonfi
e armi pesanti, il “Commando Elite”, o un mucchio di emo-freak in salsa
furry-alieno-nativo-americana carichi di pacifismo e utensili in legno, i
“Gorgonauti”? Una bella scelta difficile per un capoccia di una
multi-nazionale, la Globotech, qualcosa che gli impegna la testa per almeno 3
secondi. I soldati saranno i “buoni”, i furry-freak-alieno-nativi-americani i
“cattivi”, tutti in vendita separatamente batterie escluse. Solo che i
furry-ecc.-ecc. sono prodotti da scienziati del giocattolo buoni, con tanta
voglia di Teddy Ruspin e Furby, idea di educational, un chip elaborato per
favorire l’interazione del con il bambino/acquirente. I soldatini, più standard
ma più accattivanti, sono ricavati da un furto maldestro e parziale del
chip dei primi, rimaneggiato male e superficialmente come nelle migliori
politiche di marketing aggressivo. Risultato: i chip dei soldatini li fanno
impazzire e questi, cattivissimi e sadicissimi iniziano a pensare di voler
distruggere il mondo, mentre i furry-cosi, più intelligenti e pacati, diventano
a tutti gli effetti i protettori dell’umanità di un piccolo paesino. Seguono
interessanti sviluppi action e una merdosissima trama da film per orribili
marmocchi americani che non sanno recitare, tra cui però figurano Gregory
“Everwood” Smith e Kirsten Dunst. A guidare i due pupazzi dei due mini-eserciti
in guerra, un soldataccio carismatico, Chip Hazard, con la voce originale di
Tommy Lee Jones, e un furry-nativo-freak-ecc. di nome Archer, con la voce
di Frank Langella.
Ma il cast vocale è ricchissimo, da
Ernst Borgnine a Christina Ricci, Sara Michelle Geller, Bruce Dern.
Con tre anni di distanza da Toy Story,
Dreamworks/Amblin potevano rispondere a Disney/Pixar con le armi pesanti.
Un team di sceneggiatori di grido come Terry Rossio e Ted Elliot, penne dietro
ad Aladdin, Shrek, I pirati dei Caraibi, nonché all’epoca proprio fuoriusciti da
Disney per seguire Katzemberg. Un team di effettisti speciali capitanati dal
guru Stan Wilson, la colonna sonora pompata di Jerry Goldsmith. La regia di uno
dei più grandi e incompresi registi moderni: Joe Dante. Il regista di Howling-
l’ululato, Explorers, Innerspace-Salto nel buio, Ai confini della realtà e
soprattutto I Gremlins. Se Woody e Buzz erano i giocattoli buoni e
desideratissimi del momento, gli Small Soldiers potevano essere la loro
versione Bad-Guy vietata ai minori, le bambole assassine 2.0. Poteva essere il
nuovo Gremlins con i giocattoli, il mix perfetto di humor nero, irresistibile
pazzia ed action.
E invece no. La produzione aveva idee
diverse.
Stan Wilson aveva pronti pupazzi
animatronici spaziali, ma la produzione gli preferì una computer grafica più
“moderna”, sulla linea di Toy Story (anche se devo dire che il risultato
finale, in questo, non è male). Dante aveva riempito il tutto di azione
esasperata ed esplosioni, esattamene come in Gremlins, ma sempre la produzione,
a metà percorso, ha voluto una marcia indietro, qualcosa che avrebbe permesso
di vendere di più i giocattoli. Il risultato è qualcosa a metà strada tra
giocattolo e horror che non va da nessuna parte, ma che rimane dotato di
fascino al netto dei suoi difetti, vuoi per la fortissima caratterizzazione e
simpatia di questi amabili pupazzini. Se mi conoscete sapete che non ho alcuna
speranza quando mi avvicino a un film sui bambolotti maledetti, da Chucky a
Brams, passando per Dead Silence e Puppet Master: mi affascinano tutti. Small
Soldiers vive un po’ della stessa idea del nuovo Chucky, ne è giocoforza la
versione un po’ depotenziata, ma per colpa o merito di ciò è ancora un ottimo
film per ragazzi, da vedere sulla scorta magari non di Gremlins, ma di
Explorers. Una storia con bambini coraggiosi che interagiscono con la
tecnologia in un modo che comunque è più sano rispetto ai ragazzini di oggi che
passano 20 ore al giorno su Fortnite. Ma questa è la solita critica di un
vecchiaccio quarantenne come me, che rimpiange gli anni '80 di quando lui poteva
sentirsi ancora a pieno titolo bambino. E se nel 98, anni di Small Soldiers, ero
già grandicello, forse non lo ero ancora abbastanza da disdegnare un buon film
per ragazzi di Joe Dante. Non gli posso quindi voler male, anche se il
potenziale sprecato è evidente. È un peccato che una volta che i diritti sono
passati a 20th Century Fox il possibile remake di Justin Lin sia sfiorato. È un
doppio peccato sapere che una volta che 20th Century Fox è stata acquisita da
Disney anche gli Small Soldiers siano finiti nel limbo. Ma chissà... Forse in
futuro Woody e Buzz potrebbero davvero incontrarsi con loro.
Visto oggi, Small Soldiers non è invecchiato così male e se avete amato il film, come me, risulta un prodotto abbastanza imperdibile.
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