Cina, 2015, lungo il confine con il “resto del mondo”. Una zona brulla e non coltivabile stile Sparta, ma pur sempre terra dell’eroico popolo cinese. I membri di una organizzazione internazionale criminale identificabile come “gli occidentali”, piegati culturalmente al conseguimento del solo “vile denaro”, guidati da ex militari capitalisti come TomCat (Scott Adkins) e spregevoli collaborazionisti (Ni Dahong) ne hanno pensata un’altra. Vogliono portare via dalla Cina una benedetta e prodigiosa scoperta scientifica per farne una letale arma biologica con cui colpire vilmente la Cina stessa. Ma non hanno fatto i conti con gli eroici soldati cinesi che si stanno addestrando lungo quel confine, tra cui vi è il ribelle ma giusto, nonché letale, cecchino/esperto di arti marziali/tattico/assaltatore/ultra-patriota Leng Feng (Jacky Wu). Un uomo indistruttibile, spiritoso, altruista, integerrimo, letale e dall’effetto arrapante su ogni donna che gli si avvicina, pure se a capo di tutto l’esercito (Yu Nan). Un soldato pronto a vendicare tutti i compagni falcidiati dagli “occidentali”, in genere riconoscibili perché gli unici con un pur minimo approfondimento psicologico. Ce la farà il nostro eroe? Piccolo spoiler: Wolf Warrior è la serie di più grande successo della storia del cinema cinese, che ha incassato così tanto e così presto che alla fine della pellicola, prima che uscissero gli spettatori dalla sala (immagino sulla base delle sole prevendite), avevano già annunciato sui titoli di coda l’uscita della seconda pellicola.
Per fare un action con i fiocchi non
serve altro e si può volendo soprassedere, come già in molti facevamo con gli
action a stelle e strisce dell’era Reaganiana e abbiamo fatto con tutto il
cinema di Michael Bay, su una trama ultra-patriottica dai risvolti spesso
involontariamente comici. È questo però il limite “Culturale” invalicabile per
altrettanti spettatori, la circostanza ineludibile che sono pellicole che oltre
a inscenare il classico conflitto di “buoni contro cattivi” puntano a una
precisa propaganda, qui esplicitata a caratteri cubitali. L’occidente è “cinico
e affamato solo di denaro”, la Cina è una grande nazione dall’aria
esteriormente severa ma subito pronta a darti una pacca sulla spalla e a farti
entrare in famiglia. Ai tempi di Delta Force, ieri con Black Hawk Down o 13
Soldiers, oggi con Wolf Warrior (ma potremmo citare pure molto cinema
supereroistico), con le ovvie differenze di fondo, sta quindi a voi valutare
quanto una “trama ultra patriottica” possa offuscare la visione di un action
movie. Ma per me personalmente è un po’ come guardare per la trama The Protector
di Tony Jaa. Wolf Warrior è un action visivamente sontuoso, con combattimenti
da urlo e tocchi di umorismo Die-Hard style (c’è tutta una relazione telefonica
a distanza tra l’eroe sul campo e il suo comandante che richiama,
volgendola al casto platonico, la bromance tra Willis e Reginald
Johnson...e funziona!). L’esercito cinese si muove ordinato avanzando seguendo
le tattiche militari, il nostro eroe fa il cane sciolto tutto istinto e azioni
fulminee, ma il vero spettacolo sono proprio i cattivi. Cattivi che più cattivi
non si può, ma che come accade poi in Wolf Soldier 2 riescono sempre a rubare
la scena per bad-assitudine, a mani basse. Hanno nomi buffi e generici
come Tomcat, Assassin, Cowboy, Mad Cow, sono tutti interpretati da attoroni magari non famosi ma specializzati negli action movie, spesso in
pellicole orientali, dove fanno gli stunt man, gli artisti marziali e in genere
i “cattivi”. Kevin Lee lo abbiamo visto nel recente SWAT (presto una
recensione) di Sheng “Little big soldier” Ding. Era in Dragon Blade con Jackie
Chan con cui sarà anche in un prossimo Police Story, lavora con Van Damme e
Scott Adkins. Chris Collins è in Kill Zone Paradox e Ip Man 4, Sona
Eyambe è stato in Call of the undead, Christopher Collins era in White Storm. Naturalmente spicca
Scott Adkins, principe degli stunt-man e attore da action movie “tamarri”,
spesso nel ruolo di cattivo. Adkins si mangia letteralmente ogni inquadratura,
riempie lo schermo di carisma anche quando per esigenze di copione deve fare
dei monologhi laidissimi o è costretto a indossare una specie di pigiama
folcloristico. Anche se Tomcat e il suo manipolo di mercenari sono
indubbiamente i cattivi, questi agguerriti urukai si mettono ad attaccare da
soli due compagnie di soldati cinesi d’elite, elicotteri e blindati, tra cui
appunto un protagonista pressoché indistruttibile. Con i loro pugni e calci
fanno mulinare in aria più cinesi per volta, hanno un cecchino che da solo fa
fuori mezzo cast, radono al suolo foreste usando una minigun come in Predator e
tengono testa agli elicotteri con lanciamissili che scatenano bombe a disturbo
elettronico, lanciategli contro da un Van che fa a zig zag tra fangose montagne.
Sono pazzeschi e agguerritissimi mentre i buoni scelgono volontariamente il
profilo basso, sono uomini comuni, grassocci e timidoni, patriottici ma
fragili. Anche e soprattutto Wu Jing, che suda tutto il tempo con i goccioloni
sulla fronte e sul naso, che quando si commuove tira fuori un’espressione
inaspettatamente dolce, ha un fare da fratello maggiore con tutti e in fondo “è“ il fratello maggiore per antonomasia. Quello che non fa il belloccio per
rubarti la ragazza, quello un po’ burbero ma che se lo chiami c’è sempre,
quello che con le donne ci parla senza fare il mandrillo. Oltre alla trama,
oltre all’azione sfrenata, probabilmente è il faccione di Wu Jing l’arma
vincente di Wolf Warrior, ciò che ha conquistato tutte le platee lanciandolo
fino al recente e riuscito colossal sci-fi The Whandering Earth...dove guarda
caso ricorda ancora Bruce Willis, ma quello di Armageddon. Il potere delle
canotte e del sudore di Willis scorre ancora potente in lui.
Blue Swan ci porta un bel film action per sollazzarci una serata. Divertitevi tra inseguimenti e sparatorie e spegnete un po’ la testa come quando guardate una qualsiasi cosa di Michael Bay o Chuck Norris. Sembra di essere tornati agli anni ‘80, con tutta la loro ingenuità e azione esagerata.
Talk0
P.S.:
momento topico da segnare, quando il nostro eroe da vero “Wolf Warrior”
affronta un branco di lupi digitali nella foresta, senza colpi e armato solo di
baionetta. Pare di leggere Berserk di Miura!!!
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