Charlie e Marla sono due piccoli
fratellini felici, pieni di sogni e di pupazzi Playmobil, che sognano di
viaggiare, grandi avventure, combattere i draghi, sempre insieme, senza
litigare, creando storie nuove ogni giorno, insieme. Nel mondo dei pupazzetti Charlie
è un vichingo, Marla un cavaliere in armatura, il mondo tutto loro e i cattivi
si possono sconfiggere tutti con la loro mossa combinata finale. Poi passa
qualche anno, la vita va per il verso sbagliato e i genitori non ci sono più.
Marla, la più grande, si assume il ruolo di madre del fratellino, deve lavorare
per trovare i soldi per vivere con lui, è piena di impicci, non ride più, non
gioca più con Charlie e i Playmobil vanno in soffitta. Charlie pensa che Marla
non gli voglia più bene, fa i capricci, non vuole andare a scuola e un giorno,
sorpresa, arriva in città una mostra dei Playmobil gigantesca. Una mostra a cui
Marla non vuole portarlo ma alla quale Charlie ci va, con la sorella che lo
insegue, fino a che, nella stanza più grande dell'allestimento, che pare la
Mini-Italia del Playmobil, i due si ritrovano, si scontrano e, dopo un fulmine
che cade dal cielo, spariscono. Marla si risveglia in un mondo fatto di
Playmobil, fatta anche lei come un Playmobil. Non trova Charlie, ma è sicura
che da qualche parte, nel suo vestito da vichingo, riuscirà a trovarlo. Deve
solo farsi aiutare da nuovi amici e trovare dentro di sé la guerriera in
armatura di plastica che era da bambina.
Lino Di Salvo scrive e dirige un film
dedicato al pubblico dei più piccoli, i realizzatori sono gli stessi del
Piccolo Principe e si respira un po' la stessa aria anche qui, al netto di una
malinconia più contenuta. Cristina D'Avena e J-Ax danno corpo a un paio di
personaggio davvero divertenti, ci sono delle canzoncine subito orecchiabili.
La produzione è di buon livello, è tutto giusto e tarato a livello di bambino,
il racconto è pieno di azione e buoni sentimenti, fa venire voglia di andare a
ripescare i Playmobil che un po' tutti dovremmo avere a casa in cantina o in
soffitta (quanto era bello il galeone dei pirati!!). L'universo Playmobil è
ben rappresentato tra luoghi, personaggi e giocattoli più noti, facilmente
qualcuno ricorderà qualche pezzo della propria infanzia, gli attori hanno voci
frizzantine e se avete otto anni vi divertirete un mondo. Probabilmente se
portate al cinema con voi un bambino di otto anni, vi divertirete vedendo lui
divertirsi. Faccio più fatica a immaginare dei quarantenni che vengano travolti
dalla storia e personaggi al punto da andare a comprare dei nuovi set
Playmobil, ma credo che non fosse questo lo scopo della produzione. Se Lego ha
ammiccato con i suoi prodotti a un pubblico più vasto e adulto, facendo leva
sul potenziale infinito delle costruzioni a mattoncino, alimentando mille
citazioni e re-invenzioni, Playmobil sta nel suo target di riferimento, i
bambini, pur ogni tanto strizzando l'occhio al cinema e alla cultura pop,
sottolineando e valorizzando la bellezza e versatilità di mondi fantastici alla
loro portata. Il film di Di Salvo è come un pomeriggio passato nel
soggiorno del vostro nipotino, sul tappeto, a giocare con lui tra pupazzi
buffi e più o meno aguzzi quando vi finiranno sotto i piedi. Se vi piace l'idea
o avete otto anni è il film per voi.
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