Il nostro eroe ha davanti a sé dei personaggi creati dai suoi
amici giocatori, quasi dei loro fantasmi concettuali ma in fondo delle creature
che non lo fanno sentire solo e ben voluto. Decide giusto, con i suoi
"poteri da giocatore", di cambiare il carattere di uno dei servitori
virtuali, rendendo innamorata di lui la sexy diavolessa Albedo. Con un click
il nerd Momonga, un po' subdolamente e pateticamente, decide quindi di
crearsi la compagna di vita che non ha mai avuto e con un secondo click
compie un'altra scelta importante. Se non esiste più fisicamente il clan Ainz
Ooal Gow, sarà Momonga a incarnarne la forza, le conquiste e i ricordi. Per
questo da quel momento decide che sarà lui stesso ad assumere il nome di Ainz
Ooal Gow. Certo, c'è certo da trovare un modo da tornare al mondo reale, magari
facendo affidamento sul fatto che qualche altro giocatore di Yggdrasil sia
rimasto come lui intrappolato nel gioco e che prima o poi, esplorando quel
nuovo mondo, qualcuno finirà per incontrarlo. Però non ha troppa fretta il
nostro eroe, anche perché sta iniziando a sentirsi diverso e, in modo sinistro,
più simile al mago non-morto di quanto vorrebbe. Ainz Ooal Gow ragiona ancora
con la voce del giocatore nerd che lo impersona, mentre la voce che sentono gli
altri è un vocione cavernoso alla Batman. Il "giocatore interiore" di
Ainz Ooal Gow è in fondo un simpatico cretino, che esplode in buffi soliloqui
sul modo più o meno corretto di interpretare la sua "parte",
sottolineando tutto il classico imbarazzo dell'imbranato giapponese medio
quando si trova ad approcciare donne virtuali troppo sexy o deve compiere
azioni percepite dagli altri come eroiche ma che in fondo lui sa che sono solo
meccaniche di un videogame. C'è in lui tutta la disperazione possibile e
immaginabile di un gamer, quando viene costretto dagli eventi a usare un incantesimo
ottenuto come ricompensa di una sfida on-line multiplayer di un mese, un
oggetto ottenuto magari non dormendo per due settimane. Ma qualcosa di umano da
sempre presente in lui si sta spegnendo. Scopre dapprima di non provare quasi
più alcun tipo di libidine e si ritrova mano a mano, pur per calcolo e
dinamiche di gioco, a essere una persona spietata, indifferente alla vita. Un
essere però che come gli spietati non-morti lich non hanno bisogno di cibo per
vivere. Sta diventando davvero uno spietato Overlord, ma è una natura che
Momonga prova a combattere. In cerca di soluzioni a questo problema e per poter
esplorare il nuovo territorio in incognito, Ainz decide pure di crearsi una
differente identità, il cavaliere Momon, per unirsi in una cittadinanze vicina
al classico party fantasy da gioco di ruolo, composto da giovani "avventurieri in cerca di avvenuture". Sarà di colpo più
interessato a conoscere persone nuove piuttosto che combatterle come si fa in
un videogioco fantasy. Inizierà pure a fare maggiore affidamento sui suoi
servitori, con la paura di essere più temuto che amato. Se in questo nuovo e
strano mondo Ainz Ooal Gow può di fatto essere forte e potente come in
Yggdrasil e può esserlo "per sempre", è l'umanità del nerd un tempo
conosciuto in rete come Momonga a essere in pericolo.
-Tra
virtuale e reale, per lo meno scegliamo il "vitale": Overlord è una
serie di Light Novel, di Maruyama, trasposta anche in un fumetto, con disegni
di Miyama, portato in Italia da J-POP, è portata di recente in animazione dal
prestigioso studio Mad House. Su Yamato Animation, il canale di YouTube
gratuito di Yamato Video, è in corso, sottotitolato in italiano, lo streaming
della seconda stagione, che esce intorno a martedì sera ogni settimana.
Confesso che mi sono avvicinato all'anime con poco entusiasmo, spinto più dalla
curiosità per l'ottima veste grafica e la potente colonna sonora. Il tema dei
videogiochi che diventano un "altro mondo" dove vivere è
affascinante, ma ormai già inflazionato e spesso gestito male. Se Sword Art
Online riesce sotto chili e chili di belle lolite, due triangoli amorosi e tre spadate a occuparsi anche di tecnologia/parità tra i sessi, bullismo,
autodeterminazione, malattia e disabilità, una simile ricchezza tematica non è
presente in altre opere analoghe, che si limitano appunto a chili e chili di
belle lolite, due triangoli amorosi e tre spadate. Peraltro Overlord parte
in modo assurdo, presentando un personaggio che potrebbe morire se non si
stacca dal videogioco, ma che davanti a questo fatto "non gli frega".
Poi però la storia si arricchisce di strane sfumature malinconiche e diventa
quasi terreno da studio sociologico su cosa sia essere un gamer. Il tono della
narrazione è solo apparentemente leggero e Overlord butta fuori tutta la sua
animaccia oscura. Insomma, non è la versione fantasy un po' sfigata di un
Detroit Metro City che mi ero immaginato. E in qualche modo, se sei un
giocatore, ti fa un po' "guardarti dentro", soprattutto perché mi ha
ricordato i bei tempi andati di quando stavo attaccato al pc con Diablo 2 della
Blizzard. Avevo un negromante cattivo cattivo e onnipotente, carico di
armaturone e scheletri come il nostro Ainz. La visione di Overlord mi ha fatto
venire voglia di scaricare il negromante di Diablo 3 per la play 4.
L'esperienza del MMORGP l'ho un po' bypassata, oggi mi diverto con un MOBA come
Overwatch, sempre di Blizzard, ma credo che tra un MMORPG e un gioco alla
Diablo, se inseriamo nell'esperienza gli amici delle chat e le battaglie
insieme a cercare pezzi rari di armatura ci siano ricordi simili. In Diablo, se
ci pensi un attimo, in una mezz'ora di gioco puoi sterminare, nel contesto di una
cattedrale maledetta con gente fatta a pezzi sparsa dappertutto, una
piccola nazione di diavoli e mostri vari e poi puoi ricavare dai loro cadaveri
bombe e scheletri combattenti. E' tutto dannatamente creepy ma è gotico, con una
musica "calda" sinfonica in sottofondo, affascinante in ogni
dettaglio, dalle caratterizzazioni agli oggetti di gioco. Overlord ha un mondo
meno cupo di Diablo, ma con la stessa logica in testa. Ti fa empatizzare con
dei personaggi, te li fa squartare davanti ai tuoi occhi, a tradimento, per
mano di due diavoli e poi ti dà la voglia di vendicarli facendo sgorgare
ai Diablo stessi fiumi e fiumi di sangue. Pur se ci innaffi sopra tutta
l'ironia del mondo, il dato rimane. Prima passi il tempo a distruggere demoni,
poi diventa routine e passi il tempo a distruggere demoni per ottenere oggetti
speciali da collezionare o usare. E fai questo salto emotivo in un lasso di
tempo brevissimo! A un certo punto la storia non c'è più e sei solo tu che
distruggi roba per avere oggetti all'infinito, nella speranza fiduciosa di trovare
oggetti rari quanto di vincere al gratta e vinci. Ed è tutto così
semplice, bello e appagante che ci stai dei mesi. Se ti piglia troppo inizi a
seguire gli eventi stagionali online collegati mettendo spesso da parte tutto
il resto, in cerca di quel mondo che sa gratificati sempre e comunque. Ti
ritrovi davvero dopo un po' a sentirti come un lich. In tre mesi potevi seguire
un corso di judo reale, trovare amici e buttare giù due o tre chili, invece sei rimasto a casa e sei diventato un re lich, con in più la voglia
sempre maggiore di preferire gli amici virtuali a quelli fisici, che puoi
incontrare a tre chilometri.
Overlord parla un po' di questo, della
"perdita dell'umanità", potremmo dire usando dei paroloni. Una perdita
alla quale comunque il nostro protagonista dal volto scheletrico (che potremmo
pure essere noi stessi in senso lato, poiché il vero volto umano di Ainz non lo
vedremo mai) cerca di far fronte, in modo impacciato ma comunque umano. C'è un
momento della trama (più di uno in verità) in cui Ainz potrebbe resuscitare un
personaggio, che è una magia in fondo "base" nel mondo fatato di ogni
gioco di ruolo, ma decide di non farlo. Il problema è il "costo
dell'incantesimo", ma di fatto per un costo esiguo lui non fa la cosa
giusta e questo ha delle ripercussioni. L'anime, sommerso nella sua ironia e
assurdità, ci dice che anche se, in un mondo ipotetico, l'esperienza maturata
"perdendo tempo" sui videogiochi contasse qualcosa (anzi molto) e ci
desse dei crediti, facendo di noi delle persone importanti per la società, non
è detto che sapremmo usarli al meglio. Ma possiamo pur sempre provarci,
mediando realtà e finzione dove possibile, non escludendoci dal mondo reale per
fuggire in un epico mondo virtuale. Questo per me è il cuore interessante di
Overlord. La seconda stagione poi ha un cambio di punto di vista interessante,
mettendo il nostro eroe in disparte e soffermandosi sugli altri personaggi. In
questo modo si ha una diversa percezione (spesso devastante) dell'impatto
che le scelte di Ainz provocano sugli altri personaggi. Ed è un meccanismo
curioso, supportato da un'ottima gestione del casting dei personaggi, che mette
ancora più da parte la componente ironico-umoristica dell'opera, andando a
colpire su sviluppi emotivi per me più interessanti. Insomma, questo Overlord
non è affatto male, ma dovete andare oltre alla patina iniziale, alla
confezione da giocattolo da intrattenimento di classe, per trovarci le cose
migliori. Riuscirà il nostro eroe a tornare nel mondo reale o ora di fatto è
già morto e si trova nel paradiso sognato da ogni giocatore troppo solo (ed
escluso dal mondo e dagli affetti volente/nolente) dei giorni nostri? Andremo
avanti a seguirlo fiduciosi.
Il
fumetto non è male, anche se c'è meno gnocca che nell'anime e più World
building dello strano scenario in cui è arrivato Ainz. L'anime non è niente
male, anche se fa un po' l'opposto di cui sopra. Per gli amanti del fantasy che
cercano qualcosa di spensierato si può seguire l'opera anche solo per
divertirsi, essendo le elucubrazioni sul personaggio di Ainz un aspetto sottile
(ma sublime) della narrazione. Alla fine il nostro protagonista potrebbe
sembrare anche solo un mago eccentrico proveniente da un'altra dimensione, un
po' come avviene in Magic Knight Rayeath delle Clamp.
Molto
carino il fatto che spesso la serie giochi sugli stereotipi degli eroi fantasy,
spesso ribaltandoli in modo grottesco o tragico. Guardare per scoprire
come!
Mi
piacerebbe tanto che Yamato tirasse fuori un blu ray doppiato in Italiano, e
adorerei Maurizio Merluzzo su Ainz. Io la butto lì...
Talk0
P.S.:
il popolo dei rettili è fighissimo, c'è una donna lucertola così sexy che non
sfigurerebbe su playboy.
Avevo preparato un commento che si è cancellato... riscrivo.
RispondiEliminaAllora, overlord all'inizio mi piaceva davvero, anche se non ho gradito il liquidare in fretta i sei bracci. Ok che Sebas è un figo della madonna, ma lasciali a qualcun altro.
Invece ho odiato il mini arco degli avventurieri nella terza stagione. E' vero, ci mostra la vera scheletrica faccia di Ainz, ma per il resto è vuoto e ti senti vuoto.
A che è servito tutto questo piano?A nulla, c'erano altre vie.
Davvero Ainz credeva di poter salire di livello di quello lì?
Perché creare dei cacciatori così interessanti, d'approfondire e analizzare, e poi ce li ammazzi così? Alla lunga si rimane delusi, nient'altro.
E gazeff? Che voleva dire la sua morte così rapida? Che anche se ce la metti tutta puoi fallire? Ottimo, ma ogni tanto mostrateci i protagonisti che falliscono, non che ogni imprevisto sia in realtà un vantaggio.
Insomma, ormai lo strapotere di ainz e compagnia è degno di one punch man serio.
è un anime strano. Concordo con i problemi di trama che anche tu evidenzi, ma la natura stessa del progetto permette facilmente di ritornare su un argomento, resuscitare un personaggio, ribaltare la prospettiva generale o anche solo fregarsene. Ainz ci trolla, continuamente. Ed è "coerentemente" interessato alla maggior parte delle relazioni personali di Yggrasil quanto un giocatore di Age of empire si cura della storia e vicende umane dei milioni di omini che farma per finire un quadro. Quando penso a questo parallelo, mi appare evidente come anche la light novel e l'anime ci trollino e, in qualche misura, disattendano degli sviluppi pur concreti e interessanti del potenziale dei personaggi in scena. Ci aspettiamo un world building ragionato e coinvolgente, ci ritroviamo nelle mani di un narratore/deus ex machina un po' superficiale e un po' troppo schematico nei ragionamenti, come può esserlo solo un tizio che sta giocando con la cit degli altri. Certo l'anima in sé ha poi dei momenti interessanti e delle fasi calanti, trasuda fanservice a volte eccessivo e saltuariamente non ha un bilanciamento ideale nella qualità media delle animazioni. Però devo dire che fino ad ora, negli alti e bassi, non l'ho ancora mollato e sono interessato molto a come possa evolversi.
EliminaPare che ci vorrà tempo per una quarta stagione. Hanno avuto problemi di budget, come si può dedurre dalla computer grafica scadente con cui sono state fatte le comparse inutili.
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