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Sinossi fatta male: Max (Jean Pierre Bacrì) organizza matrimoni da tutta la
vita ed è ancora il migliore sul campo, anche se ogni tanto la fortuna gli è
avversa. Il suo ultimo incarico è un matrimonio di proporzioni bibliche che si
svolgerà all'interno di un castello poco fuori Parigi, gli sposi sono Pierre ed
Helena, tutto il suo staff è pronto, motivato e carico per dare il 110%. Tutti
o quasi. Il fotografo Guy (Jean Paul Rouve) si aggira troppo insistentemente attorno al vino e ai piatti degli ospiti, il cantante James (Gilles Lellouche)
che canta in lingue che non conosce (compreso un trashissimo pezzo di
Ramazzotti con accento quasi tedesco) non è esattamente la persona che lo sposo
voleva e insidia la vice-brigata Adele (Eye Haidara), c'è questo insostenibile
Julien (Vincent Macaigne) che fa il critico a tempo perso e rompicoglioni a
tempo pieno infestando di parole tutta la festa. E poi Max è malinconico per
via di Josiane (Suzanne Clement) che ora non sta più con lui e sta con un
cretino... e che dire di quell'improvviso e letale avvelenamento alimentare
che colpisce di colpo tutta la brigata?
"C'est la vie!"o, per dirla come i Monthy
Python "always look on the bright side of life!", che a me sembra sempre un motto jedi ante-litteram. Anche perché il
vero "senso della festa", per citare il titolo originale del film,
sono le persone e non gli orpelli... e quindi anche se tutto a un certo punto
andrà a scatafascio, forse nessuno si accorgerà di nulla.
- Tutti
a tavola: Oliver Nakache ed Eric Toledano non necessitano di particolari
presentazioni, sono le menti dietro il successo internazionale di Quasi amici (che ha sdoganato Omar Sy, uno dei loro attori feticcio) e con questo C'est la
vie hanno spopolato al festival di Roma. Perché il film è bello, è frizzante e
surreale, si regge su tempi comici perfetti, sa far ridere e piangere, con la
giusta dose di malinconia, come solo riesce alle migliori commedie e
qualche volta riesce anche a volare alto, nel sognante, come nel finale
"aerostatico" e "pirotecnico". Fa sbellicare questo
maldestro plotone di disperati allo sbando e si prova tenerezza per i poveri
commensali sempre felici nonostante la sequela di disastri occorsi ai loro
danni. Ed è un peccato che questa pellicola passi tanto in punta di piedi nelle
sale, perché è una delle migliori commedie dell'anno. Difficile trovare un
attore fuori posto nella ciurma di Bacrì. Cercatelo nelle sale o scovatelo in
dvd appena potete, ne vale la pena.
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