giovedì 1 febbraio 2018

C'est la vie - Prendila come viene (Le sense de la fete): la nostra recensione!



- Sinossi fatta male: Max (Jean Pierre Bacrì) organizza matrimoni da tutta la vita ed è ancora il migliore sul campo, anche se ogni tanto la fortuna gli è avversa. Il suo ultimo incarico è un matrimonio di proporzioni bibliche che si svolgerà all'interno di un castello poco fuori Parigi, gli sposi sono Pierre ed Helena, tutto il suo staff è pronto, motivato e carico per dare il 110%. Tutti o quasi. Il fotografo Guy (Jean Paul Rouve) si aggira troppo insistentemente attorno al vino e ai piatti degli ospiti, il cantante James (Gilles Lellouche)  che canta in lingue che non conosce (compreso un trashissimo pezzo di Ramazzotti con accento quasi tedesco) non è esattamente la persona che lo sposo voleva e insidia la vice-brigata Adele (Eye Haidara), c'è questo insostenibile Julien (Vincent Macaigne) che fa il critico a tempo perso e rompicoglioni a tempo pieno infestando di parole tutta la festa. E poi Max è malinconico per via di Josiane (Suzanne Clement) che ora non sta più con lui e sta con un cretino... e che dire di quell'improvviso e letale avvelenamento alimentare che colpisce di colpo tutta la brigata? 
"C'est la vie!"o, per dirla come i Monthy Python "always look on the bright side of life!", che a me sembra sempre un motto jedi ante-litteram. Anche perché il vero "senso della festa", per citare il titolo originale del film, sono le persone e non gli orpelli... e quindi anche se tutto a un certo punto andrà a scatafascio, forse nessuno si accorgerà di nulla. 

- Tutti a tavola: Oliver Nakache ed Eric Toledano non necessitano di particolari presentazioni, sono le menti dietro il successo internazionale di Quasi amici (che ha sdoganato Omar Sy, uno dei loro attori feticcio) e con questo C'est la vie hanno spopolato al festival di Roma. Perché il film è bello, è frizzante e surreale, si regge su tempi comici perfetti, sa far ridere e piangere, con la giusta dose di malinconia, come solo riesce alle migliori commedie e qualche volta riesce anche a volare alto, nel sognante, come nel finale "aerostatico" e "pirotecnico". Fa sbellicare questo maldestro plotone di disperati allo sbando e si prova tenerezza per i poveri commensali sempre felici nonostante la sequela di disastri occorsi ai loro danni. Ed è un peccato che questa pellicola passi tanto in punta di piedi nelle sale, perché è una delle migliori commedie dell'anno. Difficile trovare un attore fuori posto nella ciurma di Bacrì. Cercatelo nelle sale o scovatelo in dvd appena potete, ne vale la pena. 
Talk0

Nessun commento:

Posta un commento