- La
"festa della Pantera Nera" (Forrest Gump. Cit.) Nel continente
africano, nascosto da un muro invisibile come quello dell'isola di Wonder
Woman, c'è il Regno di Wakanda, ma è più hi-tech (infatti è fatto non dalla
magia, ma da pannelli solari ecosostenibili, con cui nel Wakanda ci corazzano
pure i rinoceronti da guerra). È un regno così figo che le gerarchie militari
sono interamente composte da donne fighe come le amazzoni che ci sono in Wonder
Woman, ma più hi-tech (infatti usano armi moderne e così facendo non si fanno
ammazzare dal nemico numero uno delle amazzoni armate da secoli solo con arco,
il nazista di metà novecento con il mitra), con a capo la figura femminile più
figa dell'immaginario collettivo degli ultimi 35 anni, Michonne di Walking
Dead (Danai Gurira, che con la testa rasata a zero ho riconosciuto sei ore dopo
lo spettacolo, a casa, cercando in rete video porno). Il suo sovrano, che
incarna la cosiddetta "Pantera Nera" (Chadwick Boseman, un attore
che ha interpretato alla grande James Brown in Get on up), è benedetto da un
potere mistico di origini mitiche (che fa un appena velato riferimento a tutto
quello che si è visto di psichedelico nel Re Leone della Disney), ha per mamma una gnocca come Angela Bassett (sempre regale e magnifica, oggi come vent'anni fa
in Strange Days) e per sorella una genietta nerd (la simpatica Letitia
Wright) che gli crea apposta roba hi-tech e gli permette di andare in giro con
un aereo invisibile, come quello di Wonder Woman (almeno la serie TV, al cinema
lo vedremo nel secondo episodio sempre diretto da Patty Jenkins), ma
probabilmente più hi-tech (di sicuro Pantera c'ha sull'aereo uno stereo con
subwoofer da paura, oltre che uno strano sistema di navigazione virtuale
compatibile con il kinect della sua X-box). C'è gente probabilmente malvagia,
potente e di origine greca (al secolo Ulisses Claw, Il personaggio del
sempre più simpatico e gigione Andy Serkis, ha un nome che è infatti di origine
greca... stiracchiato ma ci sta) che per "lavoro" si occupa di armi
e guerra e che cerca da sempre di entrare nel Wakanda esattamente come Ares in
Wonder Woman, ma è gente più hi-tech (infatti c'ha il braccio bionico come il
mitico Albert Heinrich, il Cyborg 004 di Hishinomori). Wonder Woman voleva
aprirsi al mondo, seguendo l'adagio: "Ma a cosa acciderbolina servono le
amazzoni come paladine della Terra, se poi stanno tutto il giorno su un'isola
invisibile?" La Pantera Nera, da generazioni, non vuole aprirsi al
mondo, seguendo l'adagio, più hi-tech: "Siamo più avanzati della Apple
nella telefonia per via del nostro vibranio, cosa ci andiamo a fare nel resto
del mondo, tra i bifolchi che non hanno manco la banda a 4G?". Perché è
questo il senso profondo della Pantera Nera e del Wakanda: uno stato super tecnologico
segreto creato grazie alla tecnologia del vibranio e con lo scopo di proteggere
dal resto del mondo il vibranio. Il vibranio (per cui al momento non trovo
altri sinonimi che "vibranio") è uno dei massimi mumbo-jumbo
dell'immaginario Marvel, un po' come il lazzo della verità di Wonder Woman, ma
più hi-tech. Sappiamo, anche da questo film, che il vibranio è il materiale più
raro e duttile dell'universo, arrivato sulla Terra milioni di anni fa con un
meteorite che ha colpito il Wakanda. Sappiamo che il vibranio si riesce a
lavorarlo in qualche modo misterioso e non inquinante, probabilmente con
la stessa logica Marvel di Iron Man sfoggiata in Age of Ultron. Roba tipo:
"Ehi, Bruce, uomo più intelligente del mondo dopo di me, ascolta un po'.
Ho appena analizzato il bastone di Loki e ci ho ricavato, da dei dati trovati e
misurati chissà come, un disegnino tridimensionale colorato di verde, del tutto
senza senso e privo di scopo. Potremmo sovrapporlo col disegnino
tridimensionale rosso senza senso che rappresenta i dati di Jervis e...
creare l'intelligenza artificiale suprema!!!! Cioè in fondo il bastone di Loki
funziona come un hard-disk esterno per immagazzinare tutti i Tb della memoria
di Jarvis, permettendogli di avere gambe e braccia!!!!"
Ad ogni modo il
vibranio lavorato diviene duttile tanto per farci armi impenetrabili come lo
scudo di Captain America, quanto come componente di sofisticati aggeggi
tecnologici per le sue doti di conduttore di "energie varie" (tipo
il corpo artificiale creato da Ultron per lui, ma poi trasformatosi nel corpo
di Visione, perché in fondo il vibranio fungerebbe da hard disk esterno con le
gambe... ok, seppelliamo del tutto questo argomento). Insomma, un parente
anabolizzato e Wakandiano del metallo conosciuto come "rame", ma
comunque più hi-tech di ogni roba di rame presente sull'isola di Wonder Woman.
Con uno sfruttamento bassissimo del vibranio, i Wakandiani sono diventati la
nazione più tecnologicamente avanzata del mondo e se fossero altruisti con una
parte ancora bassissima di vibranio potrebbero permettere al resto del mondo di
fare il passo evolutivo che Bill Gates avrebbe sognato, ma non lo fanno. La
tecnologia "wakandiana" non si divide, secondo le pantere nere. La
cosa fa un po' arrabbiare anche delle "vere pantere nere" (su
modello del movimento Black Panther Party for Self-defence, fondato nel 1966 e
discioltosi nel 1982, tra cui hanno militato Malcom X e Martin Luther King),
persone che lottano da sempre per una serie di diritti purtroppo ancora oggi
preclusi alle persone di colore nel resto del mondo. Una di queste
"pantere" è Erik Killmonger (Michael B.Jordan, che è un
attore pazzesco ed è stato Adonis in Creed, sempre diretto dal regista di Black
Panther, il bravo Ryan Coogler), e se fosse per lui con il vibranio dovrebbero
farci delle armi per fare una rivoluzione su scala planetaria. Killmonger vuole
quindi entrare in Wakanda, magari usufruendo dei traffici strani di vibranio
allestiti da Claw. Vorrebbe magari confrontarsi con una pantera nera isolazionista,
vecchia, molle e inadatta al comando, rovesciare tutto e diventare la nuova
pantera nera, facendo affidamento su una particolare circostanza che non vi
dico per non fare spoiler. T'Challa, che è la pantera nera designata dopo la
morte del padre, T'Chaka, vista in Captain America: Civil War (il grande John
Kani, interpretato "da giovane" da Atandwa Kani, che è stato un
ottimo Nelson Mandela in Mandela: Long Walk to Freedom) potrebbe però
dimostrarsi una pantera nera diversa da quelle passate. È innamorato della
vita, un po' fesso, troppo rigido, troppo altruista anche per influenza della
sua ex ragazza mai dimenticata Nakia (una splendida Lupita Nyong'o). Potrà essere un monarca ancora inesperto e confuso, ma con lui il Wakanda potrebbe
forse uscire dal suo isolazionismo. Quale delle due "pantere"
vincerà?
- Il
peso della Storia in un cinecomic: Si parte con un campo da basket in quel di
Oakland nel 1992, si cita la rivolta di Los Angeles, il movimento delle Pantere
Nere, si allude in modo neanche troppo velato a figure come Mandela, Martin
Luther King e Malcom X, si parla tanto di politica e si fa una intelligente
satira, in ottica critica e "ribaltata in all black", sullo
sfruttamento coloniale dell'Africa e sul modo in cui vengono trattate le minoranze
etniche. C'è anche lo spazio per parlare di figure femminili forti e del modo
in cui dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna. Black Panther è un
film intelligente come era intelligente il fumetto di Lee e Kirby, creato
proprio nel momento storico in cui c'era maggiore bisogno di un eroe di questo
tipo, per venire incontro a un pubblico nuovo e in cerca di sogni di carta.
Anche se la Pantera Nera è "impegnata politicamente" nel dare a un
paese africano come il Wakanda il superpotere di esistere e avere la sua parte
nel mondo, il film non è pesante quanto ce lo aspetteremmo. E meno male. Ha più
la forma di una love story e quando il personaggio di Jordan inizia a
catalizzare su di sé la storia arrivano davvero le cose interessanti, puro
action da dramma greco, come le Amazzoni di Wonder Woman ma più hi-tech. Il film
assume allora un significato più profondo, mettendo insieme i piccoli
indizi che ha sapientemente seminato fin dalle prime scene e portandoci a un
finale appagante quanto tragico, sofferto quanto importante come messaggio. Il
cast messo insieme è ricco, tra gli attori che non ho citato sopra ci sono il
simpatico Daniel Kaluuya che abbiamo già apprezzato nell'ottimo Get
Out-Scappa! di Blumhouse, c'è Martin Freeman (che non capirò mai perché
riesca a lavorare, tanto è "pacco" come attore. Mi sembra Gigi
Sammarchi del duo Gigi e Andrea, ma senza la cadenza romagnola che lo rende
simpatico), l'immenso Forrest Whitaker, il gigantesco ma simpatico Winston
Duke. Coogler ci ha convinto quanto ci ha convinto in Creed e mi fa specie che
gli attori di Creed assenti in Black Panther siano tutti stati di fatto assunti
in altri cinecomic Marvel (Sylvester Stallone in Guardiani della Galassia,
Tessa Thompson in Thor:Ragnarok). In Black Panther c'è una particina anche per
la da noi noi amatissima Pylicia Ayers-Allen, la Claire Robinson della Famiglia Robinson televisiva, che in Creed è stata la vedova di
Apollo, Mary Anne (dopo la scomparsa di Sylvia Meals).
Gli effetti speciali e
le scenografie hanno creato un Wakanda colorato, futuribile, pieno di influenze
visive tratte dalle città asiatiche, ma anche con molti tratti distintivi della
cultura africana. Gli effetti usati sulla Pantera Nera sono molto patinati ma
gradevoli. È quindi un film perfetto? Ma assolutamente no! Il fatto che il film
si prenda molto sul serio fa si che ogni tanto si prenda troppo sul serio e di
contro alcune scelte di regia ci fanno qualche volta straniare in uno strano
trip dove il film si confonde sovente con Il Re Leone Disney e Il principe
cerca moglie con Eddie Murphy, che ha davvero tanto in comune con questo
cinecomic, pure troppo, anche se meno hi-tech. Pur senza le solite battutine,
questo film Marvel riesce quindi comunque, più o meno involontariamente, a far
sorridere. Ma alla fine ci sta, il film è comunque godibilissimo e riesce a espandere ulteriormente il Marvel Cinematic Universe. A quando le Terre
Selvagge? A quando l'inferno di Ghost Rider? A quando una versione non DC di
Atlantide? Probabilmente presto avremo tutto, se avremo ancora la forza e la
voglia di vedere cinecomic nei prossimi anni. Io confesso di essere già
abbastanza stremato. Ma la Pantera Nera è stata l'ennesima conferma di una
serie di film che pur tra alti e bassi mi hanno fatto passare delle belle
serate al cinema in compagnia della mia famiglia e dei miei amici. Ed è stato
bello trovare anche nel mio solito multisala molti bambini di colore (era
letteralmente piena la sala) con gli occhioni enormi e lucidi a fare il
tifo per un supereroe che gli assomiglia e che per una volta non è la spalla
comica di un altro personaggio. Forse anche Luke Cage dovrebbe farsi un giro
fuori da Netfix, una volta o due.
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