domenica 25 febbraio 2018

Black Panther - la nostra recensione del nuovo film del Marvel Cinematic Universe



- La "festa della Pantera Nera" (Forrest Gump. Cit.) Nel continente africano, nascosto da un muro invisibile come quello dell'isola di Wonder Woman, c'è il Regno di Wakanda, ma è più hi-tech (infatti è fatto non dalla magia, ma da pannelli solari ecosostenibili, con cui nel Wakanda ci corazzano pure i rinoceronti da guerra). È un regno così figo che le gerarchie militari sono interamente composte da donne fighe come le amazzoni che ci sono in Wonder Woman, ma più hi-tech (infatti usano armi moderne e così facendo non si fanno ammazzare dal nemico numero uno delle amazzoni armate da secoli solo con arco, il nazista di metà novecento con il mitra), con a capo la figura femminile più figa dell'immaginario collettivo degli ultimi 35 anni,  Michonne di Walking Dead (Danai Gurira, che con la testa rasata a zero ho riconosciuto sei ore dopo lo spettacolo, a casa, cercando in rete video porno). Il suo sovrano, che incarna la cosiddetta "Pantera Nera" (Chadwick Boseman, un attore che ha interpretato alla grande James Brown in Get on up), è benedetto da un potere mistico di origini mitiche (che fa un appena velato riferimento a tutto quello che si è visto di psichedelico nel Re Leone della Disney), ha per mamma una gnocca come Angela Bassett (sempre regale e magnifica, oggi come vent'anni fa in Strange Days) e per sorella una genietta nerd (la simpatica Letitia Wright) che gli crea apposta roba hi-tech e gli permette di andare in giro con un aereo invisibile, come quello di Wonder Woman (almeno la serie TV, al cinema lo vedremo nel secondo episodio sempre diretto da Patty Jenkins), ma probabilmente più hi-tech (di sicuro Pantera c'ha sull'aereo uno stereo con subwoofer da paura, oltre che uno strano sistema di navigazione virtuale compatibile con il kinect della sua X-box). C'è gente probabilmente malvagia, potente e di origine greca (al secolo  Ulisses Claw, Il personaggio del sempre più simpatico e gigione Andy Serkis, ha un nome che è infatti di origine greca... stiracchiato ma ci sta) che per "lavoro" si occupa di armi e guerra e che cerca da sempre di entrare nel Wakanda esattamente come Ares in Wonder Woman, ma è gente più hi-tech (infatti c'ha il braccio bionico come il mitico Albert Heinrich, il Cyborg 004 di Hishinomori). Wonder Woman voleva aprirsi al mondo, seguendo l'adagio: "Ma a cosa acciderbolina servono le amazzoni come paladine della Terra, se poi stanno tutto il giorno su un'isola invisibile?" La Pantera Nera, da generazioni, non vuole aprirsi al mondo, seguendo l'adagio, più hi-tech: "Siamo più avanzati della Apple nella telefonia per via del nostro vibranio, cosa ci andiamo a fare nel resto del mondo, tra i bifolchi che non hanno manco la banda a 4G?". Perché è questo il senso profondo della Pantera Nera e del Wakanda: uno stato super tecnologico segreto creato grazie alla tecnologia del vibranio e con lo scopo di proteggere dal resto del mondo il vibranio. Il vibranio (per cui al momento non trovo altri sinonimi che "vibranio") è uno dei massimi mumbo-jumbo dell'immaginario Marvel, un po' come il lazzo della verità di Wonder Woman, ma più hi-tech. Sappiamo, anche da questo film, che il vibranio è il materiale più raro e duttile dell'universo, arrivato sulla Terra milioni di anni fa con un meteorite che ha colpito il Wakanda. Sappiamo che il vibranio si riesce a lavorarlo in qualche modo misterioso e non inquinante, probabilmente con la stessa logica Marvel di Iron Man sfoggiata in Age of Ultron. Roba tipo: "Ehi, Bruce, uomo più intelligente del mondo dopo di me, ascolta un po'. Ho appena analizzato il bastone di Loki e ci ho ricavato, da dei dati trovati e misurati chissà come, un disegnino tridimensionale colorato di verde, del tutto senza senso e privo di scopo. Potremmo sovrapporlo col disegnino tridimensionale rosso senza senso che rappresenta i dati di Jervis e... creare l'intelligenza artificiale suprema!!!! Cioè in fondo il bastone di Loki funziona come un hard-disk esterno per immagazzinare tutti i Tb della memoria di Jarvis, permettendogli di avere gambe e braccia!!!!" 
Ad ogni modo il vibranio lavorato diviene duttile tanto per farci armi impenetrabili come lo scudo di Captain America, quanto come componente di sofisticati aggeggi tecnologici per le sue doti di conduttore di "energie varie" (tipo il corpo artificiale creato da Ultron per lui, ma poi trasformatosi nel corpo di Visione, perché in fondo il vibranio fungerebbe da hard disk esterno con le gambe... ok, seppelliamo del tutto questo argomento). Insomma, un parente anabolizzato e Wakandiano del metallo conosciuto come "rame", ma comunque più hi-tech di ogni roba di rame presente sull'isola di Wonder Woman. Con uno sfruttamento bassissimo del vibranio, i Wakandiani sono diventati la nazione più tecnologicamente avanzata del mondo e se fossero altruisti con una parte ancora bassissima di vibranio potrebbero permettere al resto del mondo di fare il passo evolutivo che Bill Gates avrebbe sognato, ma non lo fanno. La tecnologia "wakandiana" non si divide, secondo le pantere nere. La cosa fa un po' arrabbiare anche delle "vere pantere nere" (su modello del movimento Black Panther Party for Self-defence, fondato nel 1966 e discioltosi nel 1982, tra cui hanno militato Malcom X e Martin Luther King), persone che lottano da sempre per una serie di diritti purtroppo ancora oggi preclusi alle persone di colore nel resto del mondo. Una di queste "pantere" è  Erik Killmonger (Michael B.Jordan, che è un attore pazzesco ed è stato Adonis in Creed, sempre diretto dal regista di Black Panther, il bravo Ryan Coogler), e se fosse per lui con il vibranio dovrebbero farci delle armi per fare una rivoluzione su scala planetaria. Killmonger vuole quindi entrare in Wakanda, magari usufruendo dei traffici strani di vibranio allestiti da Claw. Vorrebbe magari confrontarsi con una pantera nera isolazionista, vecchia, molle e inadatta al comando, rovesciare tutto e diventare la nuova pantera nera, facendo affidamento su una particolare circostanza che non vi dico per non fare spoiler. T'Challa, che è la pantera nera designata dopo la morte del padre, T'Chaka, vista in Captain America: Civil War  (il grande John Kani, interpretato "da giovane" da Atandwa Kani, che è stato un ottimo Nelson Mandela in Mandela: Long Walk to Freedom) potrebbe però dimostrarsi una pantera nera diversa da quelle passate. È innamorato della vita, un po' fesso, troppo rigido, troppo altruista anche per influenza della sua ex ragazza mai dimenticata Nakia (una splendida Lupita Nyong'o). Potrà essere un monarca ancora inesperto e confuso, ma con lui il Wakanda potrebbe forse uscire dal suo isolazionismo. Quale delle due "pantere" vincerà?



- Il peso della Storia in un cinecomic: Si parte con un campo da basket in quel di Oakland nel 1992, si cita la rivolta di Los Angeles, il movimento delle Pantere Nere, si allude in modo neanche troppo velato a figure come Mandela, Martin Luther King e Malcom X, si parla tanto di politica e si fa una intelligente satira, in ottica critica e "ribaltata in all black", sullo sfruttamento coloniale dell'Africa e sul modo in cui vengono trattate le minoranze etniche. C'è anche lo spazio per parlare di figure femminili forti e del modo in cui dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna. Black Panther è un film intelligente come era intelligente il fumetto di Lee e Kirby, creato proprio nel momento storico in cui c'era maggiore bisogno di un eroe di questo tipo, per venire incontro a un pubblico nuovo e in cerca di sogni di carta. Anche se la Pantera Nera è "impegnata politicamente" nel dare a un paese africano come il Wakanda il superpotere di esistere e avere la sua parte nel mondo, il film non è pesante quanto ce lo aspetteremmo. E meno male. Ha più la forma di una love story e quando il personaggio di Jordan inizia a catalizzare su di sé la storia arrivano davvero le cose interessanti, puro action da dramma greco, come le Amazzoni di Wonder Woman ma più hi-tech. Il film assume allora un significato più profondo, mettendo insieme i piccoli indizi che ha sapientemente seminato fin dalle prime scene e portandoci a un finale appagante quanto tragico, sofferto quanto importante come messaggio. Il cast messo insieme è ricco, tra gli attori che non ho citato sopra ci sono il simpatico Daniel Kaluuya che abbiamo già apprezzato nell'ottimo Get Out-Scappa! di Blumhouse, c'è Martin Freeman (che non capirò mai perché riesca a lavorare, tanto è "pacco" come attore. Mi sembra Gigi Sammarchi del duo Gigi e Andrea, ma senza la cadenza romagnola che lo rende simpatico), l'immenso Forrest Whitaker, il gigantesco ma simpatico Winston Duke. Coogler ci ha convinto quanto ci ha convinto in Creed e mi fa specie che gli attori di Creed assenti in Black Panther siano tutti stati di fatto assunti in altri cinecomic Marvel (Sylvester Stallone in Guardiani della Galassia, Tessa Thompson in Thor:Ragnarok). In Black Panther c'è una particina anche per la da noi noi amatissima Pylicia Ayers-Allen, la Claire Robinson della Famiglia Robinson televisiva, che in Creed è stata la vedova di Apollo, Mary Anne (dopo la scomparsa di Sylvia Meals). 


Gli effetti speciali e le scenografie hanno creato un Wakanda colorato, futuribile, pieno di influenze visive tratte dalle città asiatiche, ma anche con molti tratti distintivi della cultura africana. Gli effetti usati sulla Pantera Nera sono molto patinati ma gradevoli. È quindi un film perfetto? Ma assolutamente no! Il fatto che il film si prenda molto sul serio fa si che ogni tanto si prenda troppo sul serio e di contro alcune scelte di regia ci fanno qualche volta straniare in uno strano trip dove il film si confonde sovente con Il Re Leone Disney e Il principe cerca moglie con Eddie Murphy, che ha davvero tanto in comune con questo cinecomic, pure troppo, anche se meno hi-tech. Pur senza le solite battutine, questo film Marvel riesce quindi comunque, più o meno involontariamente, a far sorridere. Ma alla fine ci sta, il film è comunque godibilissimo e riesce a espandere ulteriormente il Marvel Cinematic Universe. A quando le Terre Selvagge? A quando l'inferno di Ghost Rider? A quando una versione non DC di Atlantide? Probabilmente presto avremo tutto, se avremo ancora la forza e la voglia di vedere cinecomic nei prossimi anni. Io confesso di essere già abbastanza stremato. Ma la Pantera Nera è stata l'ennesima conferma di una serie di film che pur tra alti e bassi mi hanno fatto passare delle belle serate al cinema in compagnia della mia famiglia e dei miei amici. Ed è stato bello trovare anche nel mio solito multisala molti bambini di colore (era letteralmente piena la sala)  con gli occhioni enormi e lucidi a fare il tifo per un supereroe che gli assomiglia e che per una volta non è la spalla comica di un altro personaggio. Forse anche Luke Cage dovrebbe farsi un giro fuori da Netfix, una volta o due. 
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