venerdì 4 aprile 2014

Le Storie n.18: I combattenti

Testi di Migliaccio per i disegni di Raffaelli


La vita è come un ring e lo è ancora di più per chi ha fatto della nobile arte il proprio scopo di vita. Una vita di sacrificio, di sudore, di sconfitte e qualche vittoria, dove nell'uomo con cui si incrociano i pugni c'è sempre una parte di se stessi. Una vita in cui se si viene sconfitti la colpa è spesso di errori propri, da limare dolorosamente con il tempo, senza che magari una nuova occasione per dimostrarsi migliorati arrivi mai. Nel 1940, nella Royal Movie Arena di Londra, inizia il combattimento tra “Mad Tom” Madison e Jonas Whale. Il primo uno schiacciasassi che vanta sette vittorie per k.o., proiettato nel diventare uno dei grandi. Il secondo al primo tentativo, un novellino, ma determinato e  insidioso. Madison lo sottovaluta e finisce steso. Un'onta che manda a male tutta la sua vita. Perchè ha baciato la terra, lui che non era abituato a farlo, e forse non ci sarà rivincita. Ma la Storia intervene. Incontro sospeso per l' attacco aereo che spianò l'intera Royal Arena. Madison vuole la rivincita ma anche Whale, che in realtà è un nobile, un D'Arcy, e si è finto proletario per dimostrare di non essere una fighetta, non la disdegnerebbe. Ma la guerra incombe, la guerra viene prima e manipola il destino di entrambi, sbattendoli in lontane terre. Mad Tom in fanteria a schivare pallottole, D'Arcy a sollazzarsi in aviazione. Ma l'agonismo non si placa, nonostante le distanze e gli anni. Il giornalista Milton, penna rubata alla Boxe per scrivere di guerra, sarà testimone del duello infinito tra i due pugili. Perché il destino vuole che i due si trovino spesso a combattere sullo stesso fronte e quando si incontrano non possono esimersi nel continuare quello storico incontro del quaranta, mai terminato e senza vincitore. Un duello infinito che pare sempre progettato per essere interrotto, sospeso fino alla prossima occasione, lungo una intera vita. Una sfida sentita ma rassicurante. Forse solo che nell'incrociare i pugni Madison e D'Arcy tornano per un istante alla loro vecchia vita, lontani dalle brutture della guerra.
I combattenti incarna al 100% lo spirito della vecchia collana Bonelli “Un uomo, un'avventura”. Personaggi inventati che si confrontano con la Storia, dove l'approfondimento storico non è mai in secondo piano, ma documentato, pulsante. Disegni bellissimi per storie che fanno sempre pensare, riflettere. Con la prospettiva di sorbirmi una lezione di storia ho allontanato per un po' la lettura del volume. Poi l'ho preso in mano e l'ho letteralmente divorato nel giro di una mezzora. Migliaccio decide di raccontare la vita dei due pugili attraverso il giornalista Milton, che diviene il narratore delle vicende e Milton trasforma storia sportiva e bellica in una cosa sola, una lunga e sarcastica telecronaca che alleggerisce tutta la narrazione bellica ed eleva a epica lo scontro pugilistico. Una trovata fantastica e che funziona, capace di mascherare di ironia un lavoro di approfondimento storico non indifferente e al contempo regalare un intreccio gradevole, veloce e alla fine appagante. Ambientazioni diversissime, veicoli, uniformi, una corretta rappresentazione della boxe, grande senso dell'azione nella rappresentazione di tattiche belliche tanto di terra che di aria. I disegni di Raffaelli sono semplicemente strepitosi nel rappresentare un così sfaccettato quadro visivo e richiamano classici cinematografici come “Cinderella Man”, “Tora Tora Tora”, “Windtalkers”, “Salvate il soldato Ryan”, “I duellanti” con richiami a tutto il bromance (amicizia virile) in genere. In questo non si dimentica di caratterizzare al meglio i due boxeur, descrivendoli nell'avanzare degli anni e nel mutare dei caratteri in un modo convincente al punto da farceli considerare attori veri. Un lavoro encomiabile. Un'altra gemma della collana “Le Storie”. 
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