mercoledì 23 aprile 2014

Short Peace: Ranko Tsukigime's Longest Day - da domani in versione europea





Suda 51 incontra Otomo in uno dei più inaspettati e spettacolari progetti multimediali di sempre. Animazione e videogame insieme in  un nuovo linguaggio, grazie ad una innovativa ricetta. Prendete gemme dell'animazione moderna, dei corti animati dalla trama e ambientazione diversissima, alcuni pure nominati a premi internazionali. In genere questi micro film sono raccolti in uniche imperdibili pellicole, come Memories o Manie e Manie (sempre di Otomo, se non conoscete questi film correte di corsa a cercarli!! Catalogo Dynit), ma qui è differente. Infatti oltre all'animazione aggiungiamo all'esperienza un videogame, anche lui un "corto" se vogliamo. Una storia "da giocare" extra, un gioco multi-evento (come quelli che faceva la Ocean o la U.S.Gold per Amiga), dalla forte componente shoot'em up, che pare uscito (con la grafica di oggi-ieri) dal Sega Megadrive o dal Super Nintendo (più da una compilation di titoli direi). Un gioco che per di più viene dal più eccentrico produttore nipponico a rabberciare il tutto, bandendo ogni traccia di senso e logica. Fatto? (alla Muciaccia style...). Quindi spezziamo la storia-giocata in stili di gioco diversi, un livello a scorrimento, uno da sparatutto, un puzzle game puccioso, aggiungendo per salsa la classica roba folle nipponica varia fatta di protagonisti che si trasformano in moto, mega boss piovrosi, spade rotanti, dialoghi lollosi e ciliegi in fiore. Bene! Ancora non sarete vicini alla follia visiva di questa operazione. 


Certo se conoscete Suda (presto una rece su Killer is Dead, promesso!) saprete già che non parliamo di un programmatore ma di una rockstar. Un tipo piovuto dal cielo alla corte della Capcom (e poi subito resosi indipendente forte di tanti amici come Mikami) con un sacco di idee bislacche nella testa. Pur nei limiti tecnici (niente di Suda fa urlare al miracolo per realizzazione grafica), Suda è un autentico style-maker e tutto quello che appare sullo schermo, dai personaggi, allo score, alla barra dell'energia, è personale, ricercato, cool. Se facessero delle magliette anche solo con i font per i menù di gioco venderebbero un casino.  A questo si aggiunge un anarchico spirito esploratore delle barriere invisibili della architettura-gioco. Da questo nascono trovate tipo: "Se il mio obiettivo è sparare e non posso girare in uno scenario è inutile che dia al personaggio la capacità di camminare liberamente, facciamolo andare su rotaie (Killer /)". Roba che sconvolge ma si ricorda, anche perché è sempre figherrima. Roba che comunque divide tra fan e chi crede sia un pazzo.  E da una rockstar come lui si può aspettare letteralmente di tutto, tanto per gameplay che per trama, da pistole parlanti a cheerleader armate di motosega passando per giochi horror nei quali si collezionano pupazzetti raffiguranti la nazionale del Brasile e si nascondono cuori umani dentro una valigetta.  Poi c'è Otomo e la sua cricca, il padre di Akira, il genio sperimentatore che ha splancato le porte dell'animazione nipponica. L'uomo che ha riscritto le regole del fumetto fantascientifico e sociale.

Un unico contesto; i corti di Otomo e l'episodio corto di Suda (diretto da lui e con l'ausilio del team di quel piccolo e strano, e quindi "sudiano", capolavoro di Tokyo Jungle), sembrava impossibile e farne qualcosa di così  geniale. E il pezzo di Suda è il più matto di tutti. Qualcosa che omaggia-rimanda agli sparatutto laterali anni ottanta come Strider, agli shoot'em up come Parodius, ai più veloci livelli di Sonic, a Megaman, a Contra e a mille altre diavolerie old very old school, ma con grafica bella pimpata e giochi di luce pazzeschi (e stranissimi). E ora sedetevi, prendete un the verde e preparatevi alla bomba. Il tutto, proprio come i game anni '90 su Megadrive e i cabinati da sala dura nella prima run un'ora scarsa, compresi filmati animati, sigle e karaoke. Ve l'ho detto che è un corto. Non considerate il game in sè ma l'esperienza di giocare un gioco old-school insieme alla visione degli anime correlati, che sono semplicemnte bellissimi. Immaginate di essere un pischello dell'88, essere appena uscito da una sala giochi e vogliosi di andare a vedervi a casa un anime come Akira. Questo è il succo. Certo coraggioso. Magari pure paraculo. Che scontenterà molti e dalle critiche ha già fatto disastri.

Grazie maestro Suda, per il bene dei giocatori moderni hai fatto tornare indietro il concetto di gaming a 25 anni fa in un'opera che omaggia e spaventa dannatamente a morte. Immagino un impreparato che si appresti arditamente all'acquisto, tremo per lui e temo la reazione perché oggi se non vendi un gioco da 12 ore sei una carogna (e non importa se come in Vanquish ci sono poche ore ma tutto è bellissimo, oggi "lungo è bello", un messaggio abbastanza femminile direi). Grazie per questa maxima opera-suicidio che sarà apprezzata tantissimo da pochissimi e sarà ignorata dalla massa. Perché questa è arte, nell'accezione di dimostrare di conoscere, reinventare, riprodurre. E quando si parla di Suda e del suo modo di oltrepassare-riflettere gli schemi del videogame parlare di arte non è un termine sprecato. Certo Suda è un estremo, un Cattelan (mi si permetta il parallelo unicamente dal punto di vista dell'osare l'inosabile, nel credere nel non convenzionale), uno per cui l'arte non è sempre "piacere a tutti". Già mi immagino che gliene diranno di ogni, ma lui se ne fregherà un sacco e continuerà a fare la sua opera dissacrante. Prima o poi sono sicuro che se ne uscirà con qualcosa equivalente alla Merda di Artista di Manzoni. Sudore di Suda magari.
Tuttavia se non amate il game (vede già da qui volti preoccupatissimi), vi portate a casa dei capolavori dell'animazione giapponese e tutti sono contenti. Ad un prezzo che considerati gli anime presenti dovrebbe essere sui 30-39 (non pagatelo di più però!60 euro a Game Stop, come ho verificato, è decisamente troppo!). Non mi aspettavo sinceramente che Namco bandai facesse il miracolo e portasse in Europa un prodotto simile, ma di fatto da noi sono giunte più o meno tutte le opere di Otomo e di Suda 51. Di sicuro saremo felici di metterci le mani sopra e raccontarvi la nostra impressione. Ma attenti alle specifiche che già vi ho detto. Non per tutti. Ma nemmeno per pochi. Per noi sì però....
Talk0

Nessun commento:

Posta un commento