sabato 8 febbraio 2014

La maledizione di Chucky

Il ritorno direct to video del tipo bello e una breve cronistoria della bambola assassina

è arrivato! è arrivato!!!
Gli anni “uttanta” sono stati una autentica fucina di icone del cinema horror, spauracchi che hanno popolato tanti incubi quanto risate a milioni di spettatori. Nel 1988 dal regista di Ammazzavampiri, Tom Holland e dallo sceneggiatore Don Mancini, arriva uno dei più improbabili babau che il cinema ricordi: il bambolotto dai capelli rossi di nome Chucky.

Nel primo Child's Play, pellicola da noi giunta con il più diretto titolo di Bambola Assassina, Charles Lee Ray, interpretato da Brad Dourif, è un serial killer pazzo psicopatico decisamente pericoloso, ma in fin di vita grazie al tradimento di un socio e alle pallottole di un detective. Uno strano rito voodoo in un improbabile negozio di giocattoli riesce comunque a preservare dalle fiamme dell'inferno l'anima dell'assassino, imbrigliandola all'interno del corpo gommoso di un “tipo bello”, un pupazzo molto in voga tra i più piccoli. Una madre degenere acquista il suddetto pupazzo da un barbone e Chucky diventa così amico del piccolo Andy (Alex Vincent), capro espiatorio ideale con cui vendicarsi di socio e detective. Spacciata per un film horror, dotata di molte trovate splatter e di un mare di ironia, la pellicola brilla per l'immensa bravura dei burattinai e degli attori del “piccolo popolo” che danno corpo al killer pupazzoso, ma è indubbiamente qualcosa di assurdo. Assurdo nella misura in cui Chucky sarà pure un killer immortale ma è fatto di gomma! È realmente un cosetto di neanche un metro, che potrebbe essere facilmente debellato con un calcio, che potrebbe ardere se messo a contatto di un fiammifero, che si potrebbe facilmente mettere in una scatola e fine. Ma grazie al genio surreale di Mancini architetto di scenari al limite dell'assurdo, riesce a compiere autentiche efferatezze; Chucky si rende sinistramente minaccioso e così letale da non temere il confronto per conta di morti con i pezzi grossi dello spavento come Jason e Faccia di Cuoio. Certo per dare qualche vantaggio al bambolotto vengono scelte vittime alla sua portata, ragazzini imberbi o persone particolarmente stupide, ma il gioco funziona e piace perché negli anni '80 tutti tifavano per i cattivi e le vittime degli horror venivano scientemente studiate per rappresentare i più atroci stereotipi della società americana: ragazzini sessuomani o spinellati o palesi bulli sociopatici, figlie superficiali e degenere, madri alcolizzare, padri uomini d'affari distanti, freddi e senza scrupoli. 

Permaneva nelle sceneggiature sempre un elemento buono, qualcosa da salvare della società moderna e in ragione del quale il killer nulla poteva, ma il resto era sempre parodiata carne morta di feccia sociale sulla quale il killer riversava le frustrazioni dello spettatore. Si può dire che lo splatter fosse quasi etico, ma stronzate a parte la formula funzionava al botteghino, vendeva. E se Freddy viveva degli elaborati e costosi incubi di Craven il botteghino comunque si riempiva anche per la bassa macelleria di Jason. Nel mezzo non è quindi stato troppo difficile che uno spunto tanto assurdo come Bambola Assassina venisse premiato dal pubblico e partisse l'arrembante saga di Chucky.
Il successo si consolida con la seconda pellicola, del 1990, per la regia di Lafia e sempre scritto da Mancini. Il secondo "Child's play" ha il sapore della critica al cinismo delle multinazionali, che ricicciano giocattoli pericolosi per fare soldi, e porta su un piano nuovo lo scontro tra Chucky, quasi il generale di un esercito qui, e un ormai derelitto Andy. La trama regge, il film è altrettanto buono quanto il primo.
Ma la scelta di rendere il registro ancora più stravagante, spingendo forzosamente sul comico per la pellicola numero 3, per la regia di Bender e lo script del sempre inossidabile Mancini, affossa la serie già nel 1991. Un nuovo bambino, Andy a fargli da angelo custode, la scuola dei piccoli cadetti. Il trash si fa qui ultra trash in un finale al parco giochi che un po' diverte, un po' esalta ma molto deprime. Del resto perpetrare l'antagonista del pupazzo, il ragazzino Andy mano a mano cresciuto (e sempre bravo, c'è da sottolinearlo), rende piuttosto sterile l'intreccio, non permettono al brand di evolversi. Servono soluzioni creative nuove, ma la major ha già deciso di blindare il tutto per un po' di tempo.
Il tipo bello non poteva morire così, ed ecco che un ottimo e sottovalutatissimo artigiano di nome Ronny Yu dopo una gavetta di 20 anni sbarca dalla Cina per Hollywood. É il 1998 e viene messa in cantiere, sempre a firma di Mancini, "La Sposa di Chucky". Con chiaro omaggio alla Moglie di Frankenstein il pluri-resuscitato Lee Ray decide che la vita da bambolotto single non gli si addice e va in cerca della sua vecchia fiamma in carne ed ossa, la bella Tiffany interpretata dalla simpaticissima e generosa Jennifer Tilly. Lo scopo del viaggio è un assurdo rito che permetta di trasferire nel corpo di un pupazzo di fattezze femminili anche la donna! E la cosa riesce!!! Nel cast è presente anche una giovanissima Kathrine Heigl (la bella biondina di Gray's Anathomy, quella carina e popputa, che doveva essere la nuova Hi Girl d'America ma che si è un po' persa negli anni). Umorismo a palla, tanto splatter, spendidi effettacci e una amabile Tilly tanto in versione carnosa che pupazzata. La serie rinasce e a Yu viene affidato l'interessante ma sfortunatissimo Freddy vs Jason. I pupazzetti di Chucky e Tiffany spopolano.
La sposa di Chucky
É il 2004 quando Mancini decide di mettersi direttamente lui dietro la macchina da presa e spinto dal successo della pellicola numero 4 accetta di dare una giusta continuazione alla trama. Nonostante le precauzioni il fatto di essere di gomma non ha impedito a Chucky e Tiffany di andare incontro a una gravidanza non desiderata. È così che già alla fine de La sposa di Chucky l'allegra famiglia si allargava con l'arrivo di Glen, protagonista della pellicola numero 5, "Il figlio di Chucky". Il ragazzino gommoso va a Hollywood per ricongiugersi con gli altri bambolotti proprio mentre una major sta pensando di produrre un film sulla storia di Lee Rey . E guardacaso a interpretare Tiffany in questa pellicola è proprio l'attrice Jennifer Tilly!! La Tiffany plasticosa non vede l'ora di riavere un corpo tanto simile al suo (per forza, è sempre la stessa attrice!), ma Chucky forse non è pronto a rimettere la testa a posto e tornare carnoso. Il bambolotto subisce ancora il fascino del complesso di Peter Pan e la nuova paternità lo ha messo un po' in crisi. Anche nella pellicola n.5 troviamo tanto sangue e umorismo, così tanto umorismo che se avevamo a inizio saga vaghe suggestioni horror qui ce le siamo belle che perse. Ma lo splatter è tanto, i pupazzi sono “carinissimi”, i fan di Chucky sono contenti.
L'allegra famigliola...
Ed ecco che arriviamo al 2013, 22 novembre, uscita italiana de "La maledizione di Chucky". Chuky arriva in un pacco postale presso la villa dove abita una ragazzina paraplegica di nome Nica (Fiona Dourif). La madre Sarah cerca di disfarsene, ma paga cara questa imprudenza. A seguito della dipartita di Sarah, dopo i primi quattro minuti di pellicola e prima dei titoli di testa, la casa viene invasa dalla ricca e spregiudicata sorella di Nica, Barby, dal marito, dalla figlia, dalla tata e da un prete. Il funerale di Sarah è all'ordine del giorno, ma anche il ricovero di Nica in una clinica. Tutti dovranno però fare i conti con Chucky perché lui è intenzionato a restare. Almeno fino al compimento di certe faccende. Qualcosa lega Lee Rey (sempre interpretato da Brad Dourif) a quel luogo. 
Un film direct to video ma ben scritto, dall'ottimo cast, effetti speciali ancora più belli e la regia di un ispirato Don Mancini che cerca di conservare e raccogliere tutti i tasselli della saga in un unico mosaico. Per questa nuova iterazione il regista decide di tornare all'horror più puro e lo fa con la massima convinzione ed efficacia, eliminando anche tutte le scene gratuite che di solito costellano il genere. Di fatto la trama prosegue dal capitolo 5 per non deludere i fan (e chi vuol recuperare la saga in home video, che su internet trovate i dvd a prezzi ridicoli) ma l'accessibilità è massima e garantita da uno script che spiega e contestualizza quasi tutto. Se siete però veri fan cod del bambolotto aspettate le ultime scene e la fine dei titoli di coda per la standing ovation comunque. Se le premesse non sembravano ottimali, gli esiti finali sono quasi sorprendenti, restituendo al pubblico un personaggio in ottima forma e se vogliamo pure più inquietante del solito. Sontuose le scenografie, bravi gli interpreti, ben realizzati gli effetti, "La maledizione di Chucky" è un piccolo gioiello inatteso, un autentico regalo a chi amava e ama gli slasher anni ottanta e oggi rimpiange i tempi che furono per i pasticci del nuovo reboottato e inutilmente ringhiano nuovo Nightmare (che spreca un attore e un trucco comunque validissimi dietro ad una trama insulsa), per le incertezze produttive di Venerdì 13 (Resuscitato bene da Nispel ma abbandonato in un angolo), per la perpetrante assenza di sperati nuovi capitoli di Hellraiser (di cui si parla da anni di grossi investimenti e una trilogia degna del signore degli anelli ma senza vedere nulla di concreto), per la mancata continuazione di Halloween ( Rob Zombie è piaciuto ma i produttori vorrebbero qualcosa di più classico). Il nuovo Chucky non reinventa, non rebootta, non si adatta ai “gusti delle nuove generazioni”. Cerca solo di ritornare alle origini ma nulla dimentica del suo lungo viaggio e sono convinto che moltissimi fan dell'horror anni '80 che pure all'epoca hanno snobbato la bambola assassina oggi potrebbero riscoprire questa saga e trovarla pure ben al di sopra di quanto pensavano.
Certo questo ultimo Chucky è un prodotto che rimane per appassionati e che le nuove generazioni potrebbero non capire per via dell'inesorabile assurda e magnifica silouette dell'amato Tipo Bello e per le sue imprese sentite ma al limite del ridicolo. Ma il prodotto è bello, così ben gestito che già si parla di un capitolo 7 in cantiere sempre diretto da Don Mancini, ma che potrebbe già dare un finale con botto alla serie alla fine del 6, giusto per celebrare e chiudere il tutto a 25 anni dall'inizio della saga. La realizzazione della prossima nuova pellicola ovviamente si basa sul buon esito dell'ultima uscita e sul ritorno dei fan al franchise. Noi siamo dalla parte di Chucky, lo abbiamo seguito fin dagli esordi fino alle più improbabili e ridicole trasformazioni, gli vogliamo bene e sono bastati gli spot pubblicitari che seguono a convincerci ad abbracciare una operazione nostalgia che, ricordiamo, si è rivelata una splendida sorpresa.
Per sottolineare che il bambolotto ha ancora potenziale questi spot fanno interagire Chucky con importanti pellicole horror del passato e del presente nell'accezione, cara ai comics americani del “what if”, ossia il “cosa sarebbe successo se il cattivo fosse stato Chucky in un'altra pellicola”. A me fanno sbellicare

Chucky furoreggia in Psycho del massimo maestro del giallo:


Chucky furoreggia in Mama, spettacolare pellicola prodotta da Del Toro:


Chucky furoreggia in The Purge a.k.a La notte del giudizio, ultimo interessante film con Ethan Hawk:


Chucky furoreggia in Drag me to the hell di Raimi:


Allora, giela vogliamo dare una mano a Don Mancini per perpetrare la saga di Chucky? Noi ne siamo convinti. Guardate la Maledizione di Chucky e fateci sapere..
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1 commento:

  1. voglio sapere quando uscirà il settimo capitolo !!!! XD

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