venerdì 7 febbraio 2014

Warm Bodies

 aka Lo zombie dagli occhioni blu


Sinossi: R ha gli occhioni azzurri, un fisico emaciato e una felpa rossa. Vive dalle parti dell'aeroporto, ama i classici del rock, da ascoltare preferibilmente in vinile, non è mondano ma vive a stretto contatto della gente. Un amico con cui parlare del più e del meno, code interminabili in questo o quel posto, le giornate passano tutte uguali, terribilmente lente. Il problema principale è però il cibo. Addentare un pezzo di carne è dura quando si è lenti. Lenti come dei non morti. Non si sa perchè, non si sa come, il mondo è pieno di non morti. R è un non morto di tipo carnoso, una fase intermedia tra gli esseri umani e gli scheletrati, terribili predatori senza occhi veloci e letali come velociraptor, privi di ogni umanità e con la propensione al sangue pari solo alle zanzare. I carnosi sono invece lenti, conservano ancora qualcosa di umano o almeno così gli pare, fanno la coda ai supermercati e sognano di andare in vacanza ai tropici. Potendo non romperebbero troppo le scatole, salvo per la questione alimentare. Perché sì, fa schifo mangiare esseri umani, ma non ci sono alternative! E poi gli esseri umani hanno il cervello, che sotto i denti è un autentico trip! Perché mangiando il cervello si acquisiscono i ricordi della persona che lo possedeva. Anche ricordando così la vita di un altro, per un attimo ci si sente umani e parte la nostalgia, la voglia a ritornare ciò che si era. Un giorno accade poi qualcosa di inaspettato. R si innamora di un'umana e al contempo mangia il cervello di quello che doveva essere il suo ragazzo. R incontra la sua Juliet e come Shakespeare insegna, l'amore è qualcosa di potentissimo. Decisamente una cosa nuova per un non morto e di una portata abbastanza dirompente da far presa su tutti gli attuali abitanti del pianeta. Vivi o morti.
Già dalla locandina che strizza l'occhio a Blow-up di Antonioni (voluto? Non voluto? Di fatto anche il nostro R è come il fotografo di Antonioni un osservatore prima estraneo dell'amore per poi acquisire una visione ingrandita, il “blow-up”, più dettagliata del suo mondo...), il prodotto si presenta decisamente bene. Ottimo il regista, Jonathan Levine, che ha diretto in precedenza il bellissimo 50/50, ottimi gli attori tra cui si segnalano Nicholas Hoult, nel ruolo di R (in pratica gran parte del film lo sostiene da solo e gli eventi sono narrati dalla sua sarcastica voce di sottofondo), uno dei nuovi attori a tenere d'occhio; Teresa Palmer è carinissima come “Giulietta” e Dave Franco, che è sempre presente pur non essendoci fisicamente (vedere il film per capire), buono quanto il fratello (e quindi antipatico uguale, ma qui è questione di gusti personali). Al gruppo si aggiungono comprimari di classe come la star John Malkovich, padre di Julie quanto autoritario leader del sopravvissuti umani, attore sempre in ottima forma e Rod Corddry, l'amico non morto di R, “M”, un attore caratterista bravo e con già una gavetta ragguardevole. Molto carina anche l'idea di partenza del libro, qui riadattato bene, di creare nel contesto di un'opera leggera e sentimentale un ideale ponte emotivo sul quale porre con squisita indole citazionista tanto i lenti e ordinati-scolarizzati zombie di Romero quanto gli esagitati “contagiati corridori” delle pellicole più moderne ("Io sono leggenda" e "World War Z" su tutti). 

L'idea delle cervella quali “pop-corn emozionali” per non morti è poi un autentico colpo di genio, come geniale è la riproposizione della scena del balcone di Giulietta e tutta la descrizione della vita quotidiana di R. Se quindi l'intreccio è simpatico, originale e ben gestito, a sorpresa pure gli effetti speciali, che appaiono abbastanza basilari nel trailer, funzionano a dovere nella pellicola risultando meno brutti di quanto sembrino. Dal punto di visto di trucco e fotografia il prodotto è di gran classe, perdonando magari il fatto che i non morti carnosi sono “tropo carini” per essere assimilati agli zombie tradizionali, ma fosse difettata tale caratterizzazione tutta l'impalcatura del film sarebbe crollata sul nascere. Non vedetelo come un Horror, guardatelo come una pellicola sentimentale, con ampi accenni comici e una spruzzata fantasy.
In pratica Warm Bodies sembra a tutti gli effetti uno dei fumetti della Rumiko Takahashi dei tempi migliori.
Poi viene la colonna sonora, ed è qualcosa di veramente massiccio. La musica ha un ruolo attivo nelle vicende, serve realmente a continuare a narrare la storia e se non masticate troppo l'inglese vi invito a recuperare i testi delle canzoni e raffrontare quanto bene si sposino alla trama. E che canzoni. Non oso immaginare quanto sia costato a livello di colonna sonora questo film. Scorpions, Guns'n'Roses, John Waite, Bob Dylan, Bruce Springsteen. E sono solo alcuni! Una autentica gioia acustica.

A parte un piccolo interrogativo di tipo “alimentare” che comunque sul finale si palesa, la trama funziona, il film funziona. L'ho snobbato per troppo tempo e ora credo di aver fatto male. Mi è piaciuto e in un periodo in cui c'è una forte inflazione dell'argomento “zombie” è decisamente una buona cosa. 
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