mercoledì 5 febbraio 2014

Mazinkaiser



Sinossi: Mazinverso alternativo. Koji Kabuto ai comandi di Mazinger Z sta arrivando alla resa dei conti finale contro il Dr.Hell, ma può contare sulla manforte anche di Tetsuya Tsurugi, al comando del già completato e potentissimo Grande Mazinga. Rispetto alla macchina di Tetsuya lo Z appare come una macchina invecchiata malino, strutturalmente debole e poco incisiva se impegnata in uno scontro contro più avversari. Così, a seguito di un attacco di massa (cosa mai successa nella serie televisiva di Mazinga peraltro!) nonostante lo sforzo combinato dei due Mazinga e il provvidenziale intervento delle risorse belliche dell'Istituto di ricerca del dottor Yumi, la battaglia volge al peggio. Circondato, danneggiato e progressivamente smembrato, Mazinger si spegne come una bambola rotta, mentre i mostri meccanici stritolano il Pilder con all'interno Koji per poi staccare con forza l'abitacolo dalla testa del robot. Le armate di Hell guidate dal Conte Asura si impossessano così del robot mentre di Koji e del Pilder, scagliati lontano come un sasso, si perde ogni traccia. Nemmeno il tempo per le riparazioni del Grande Mazinga e per organizzare un tentativo di salvataggio per il pilota disperso e Asura torna alla carica dell'istituto di Yumi alla guida del vecchio Mazinger Z ricomposto e sinistramente riassemblato dalle maschere di ferro. É forse giunta la fine della resistenza umana quando entra in scena un misterioso nuovo robot, dalla stazza gigantesca e dal potere spaventoso. Una macchina da guerra che pare spinta dalla sola volontà distruttiva e non rifiuta di attaccare tanto le truppe di Hell che quelle di Yumi. Al comando di questo nuovo Mazinger si scopre esserci Koji, addormentato nella cabina di pilotaggio e riverso in stato catatonico.

Genesi: Sulla genesi di Mazinkaiser spesso viene tirata in ballo la serie di videogiochi strategici Super Robot Wars. Una serie strategica a turni che da anni sollazza i giapponesi presentando nel cast delle fazioni in lotta eroi e nemici di tutte le serie animate robotiche (o quasi) di sempre. Una serie famosissima che pure da noi venderebbe un casino, ma che ufficialmente da noi e nel resto del mondo non vedremo mai per via di problemi di diritti distributivi (che nessuno ha la voglia di dirimere con semplici clausole contrattuali... perché è insensato che un distributore di anime estero si pigli diritti all'uso dell'immagine di prodotti videoludici che comunque mai commercializzerebbe). Il bello di SRW è che si aggiorna quasi annualmente come un gioco di calcio di nuove “squadre e giocatori” a seconda delle nuove serie che mano a mano vengono rilasciate sul mercato. Il livello di fan service è tale che spesso i giocatori vogliono anche l'inserimento di personaggi originali da affiancare ai classici. Così un giorno alla Dynamic Planning, casa di Go Nagai che ne gestisce i robot, venne la richiesta di un nuovo robot della serie Mazinger. Nacque così graficamente Mazinkaiser e si mise in allestimento la serie di oav oggetto di questo articolo, usciti tra il 2001 e il 2002. Senza dubbio in ogni caso deve aver contribuito favorevolmente alla messa in cantiere del progetto il forte successo di Getter Robot The Last Day e del susseguente Shin Getter Robot vs Neo Getter Robot, opere recentissime la cui qualità ha decretato una autentica rinascita del robot nagaiani storici. Mazinkaiser pertanto ripropone lo stile apprezzato nelle opere sul Getter Team. Temi più adulti e violenti, di maggiore aderenza con il fumetto originale rispetto alla trasposizione televisiva, uniti a una rappresentazione scenica più grande ed apocalittica. Un aspetto visivo frutto della fusione tra un mecha design ultra curato e al passo con i tempi unito a un chara design che reinterpreta il tratto originale del fumetto evolvendolo. Se i chara di Getter riproponevano così una modernizzazione del tratto ruvido e potente di Ken Ishikawa, carico di personaggi muscolari espressionisti alla Corben, Mazinkaiser si ispira invece al peculiare e quasi orrorifico stile del maestro Go Nagai, caratterizzato da uomini segaligni con uno sguardo malato, sempre teso tra pazzia e umorismo. A completare la formula, viene riutilizzato gran parte del cast tecnico delle precedenti opere di Getter, replicando l'elevato livello qualitativo.

Un sequel che non è un sequel. Shin getter nonostante la sempre viva volontà dei giapponesi di rimescolare le carte e riscrivere parzialmente il soggetto poteva a tutti gli effetti essere considerato come una terza stagione delle avventure del team. Nuovi nemici, nuova trama, personaggi invecchiati o, meglio, “diventati grandi”, pronti a lasciare il posto alle nuove generazioni. L'opera ci faceva tornare ad apprezzare i nostri eroi per poi malinconicamente salutarli per sempre, al punto che Ryoma, Hayato, Musashi e Benkei non torneranno alla guida del Getter nemmeno in SGRVSNGR. L'opera risultava compiuta, appagante. Mazinkaiser è invece una sorta di re-visione delle serie Mazinger Z e il Grande Mazinga, si colloca su una linea temporale autonoma e prende strade diverse, arrivando a riscrivere in pratica tutto Il Grande Mazinga, episodio del film sul Generale Nero compreso. Un insulto ai fan di vecchia data? Un puerile bigino sbagliato? Mazinkaiser non è niente di tutto questo, ma un'opera appagante, divertente, frenetica e tamarra quanto basta. Un'opera che peraltro pone fine ad uno dei più ingiusti torti della storia dell'animazione.
Koji Kabuto. Le seria animate robotiche spesso parlano di piloti dalle capacità straordinarie alla guida di veicoli bellici dalle prestazioni assolutamente fuori scala, al punto che solo nominare un “attacco finale” equivale spesso a vincere a tavolino uno scontro. Questo in genere non vale per i robot nagaiani, dotati di moltissime armi, ma non per questo istantaneamente in vantaggio. Robot e piloti soffrono tra mutilazioni di arti robotiche, comandi che smettono di funzionare, agganciamenti che falliscono. Per questo i piloti devono essere il meglio del meglio del meglio (Men in black cit.). Tetsuya (soprattutto quello del manga ma pure nella serie animata non scherza) è un malato di perfezionismo, si sottopone ad allenamenti durissimi, valuta con tattica e decisione ogni situazione. Il trio del Getter è composto da un leader, Ryoma, estremamente arrogante e violento cui segue un numero due, Hayato, che è un intelligentissimo pazzo rivoluzionari o psicopatico dedito all'estrazione degli occhi delle sue vittime. A questi due pazzi fanno da collante alla bisogna persone integerrime come Musashi e Benkei (fa sorridere ma mica troppo che in Getter Re-model Musashi e Benkei siano sostituiti direttamente da un monaco buddista), ma nella lotta si dimostrano tutti piloti di livello assoluto (probabilmente perché possono menare qualcuno si sentono felici...). Senza tirare in ballo pure Jeeg e Actarus, in pratica dei superuomini se non semidei, il povero Koji Kabuto non è mai stato “al livello” e pertanto sovente è finito bistrattato. Nagai ce lo presenta subito nelle prime pagine quale uno studente fuori corso (forse il primo eroe ripetente della storia, avevo letto molti anni fa su un numero di Mangazine), bullo e attaccabrighe, completamente indisciplinato. Koji ha cuore, è coraggioso, ma perde sempre troppo tempo dietro a Sayaka, figlia del dott. Yumi e non è costante negli allenamenti. Potremmo vederlo anche come un eroe adatto a una storia divertente e sopra le righe. Non fosse per il fatto che Nagai punisce Koji severamente per la sua condotta. Così Koji e Mazinger vengono fatti a pezzi dal Generale Nero e salvati per miracolo solo dall'intervento del Grande Mazinga pilotato da Tetsuya. Nella serie sul Grande Mazinga poi Koji sparisce (e dire che il nuovo capo della Fortezza delle scienze è nientemeno che suo padre! Più bastardo di Gendo Ikari), Nagai lo ha mandato letteralmente “a studiare” e quando sporadicamente il nostro eroe viene richiamato in scena con il suo robot, così come nei film “VS”, fa spesso una magra figura. 

In Goldrake addirittura Koji non è nemmeno più degno di guidare un robot ma si limita a volare con un piccolo disco volate di supporto all'eroe di Vega, una condizione così umiliante che il traduttore italiano ha deciso di mascherare dallo sputtanamento il nostro eroe, affibbiando al suo personaggio il fittizio nome di Alcor (nome comune di marca di tonno in scatola pertanto). Certo potremmo ragionare sul fatto che all'epoca in Giappone non si facevano veri “sequel” e ogni anime prevedeva al centro dell'azione un eroe nuovo e autonomo per permettere al pubblico di poter seguire il nuovo lavoro senza doversi procurare quello vecchio (in un'epoca, fine anni '70, in cui, lo ricordiamo per la cronaca, strumenti di registrazione non ce n'erano o erano carissimi). Ma i piloti del Getter team ritornano più o meno tutti nel sequel Getter Robot G, per non parlare dei personaggi ricorrenti di Matsumoto come Harlock.
In Mazinkaiser il torto è riparato. Mazinger Z è sconfitto ma il pilota è vivo, vegeto e di nuovo protagonista delle vicende. Certo, peccato che le puntate siano così pochine.
Poche puntate. 7 Oav e un film. Purtroppo Mazinkaiser è “tutto qui”. L'opera deve essersi rivelata più cara di quanto il budget permettesse e per tenere elevatissima la qualità si è deciso di limitare gli episodi. È un vero peccato, perché se fosse stata anche solo una serie da 13 episodi la storia avrebbe potuto svilupparsi più armonicamente non dovendo rinunciare ad alcuni personaggi-chiave delle serie, conte Blocken su tutti. Nel complesso l'opera rimane molto bella e personalmente avrei sperato pure in un film ulteriore o miniserie ad hoc che magari congiungesse Mazinkaiser con Goldrake. Credo che chiunque ami i robot di Nagai quella serie la avrebbe vista con pura gioia. A questo già esiguo numero di episodi si aggiunge anche la dibattuta questione degli episodi 3, 4 e 5. Mazinkaiser parte a palla con un dittico di episodi strepitosi per ritmo e combattimenti, un autentico mini-film esaltante che alla prima visione mi ha fatto piangere come un vitello (ero al Quark Hotel di Milano per una manifestazione che purtroppo non esiste più e in quella saletta buia tutti avevamo le lacrime). Seguono questi tre episodi. 

Infine l'anime si infiamma ritornando una bomba atomica negli episodi 6 e 7 (peraltro l'ultimo pure lungo il doppio mi pare) poi concludere le vicende con un film galattico. Malignamente potremmo dire che le puntate in cui appaiono anche Tetsuya e Jun sono le più belle. Beh, è vero. Mi sono da subito accorto quanto pure a me mancasse più Tetsuya di Koji e sarebbe davvero figo vedere al giorno d'oggi un nuovo anime basato sul Grande Mazinga.
A monte quindi di episodi tesi, sincopati, piuttosto violenti che da subito hanno sconvolto e catalizzato l'attenzione dei fan, il trittico di cui sopra ha provocato per lo più schifo, indignazione, delusione. Ed è decisamente un preconcetto questo. Perché la fondamentale colpa di questi episodi è rappresentare la linea comica (lo dico “alla Boris”) della serie, aspetto ben presente e apprezzato in chi conosce le serie originali, cosa strana e non richiesta da chi cerca una serie action violento sincopato e stop. Ma è un dato di fatto, la fortuna delle serie di Mazinga deriva anche da comprimari strambi come Boss e la sua cricca, nonché da saccenti corvacci parlanti che paiono usciti da un episodio di Arale. Una comicità un po' burina, che si nutre di scoregge come di allusioni sessuali, che rappresenta bene il periodo storico di partenza e per questo in diretta sintonia. Certo per persone ultra-trentenni che mentre guardavano da piccoli Mazinga alla sera proponevano film di Lino Banfi come “Vieni avanti cretino”, scatta subitaneo l'effetto amarcord, si torna bambini e si arriva a richiamare vecchi compagni delle elementari per giocare a pallone. Per gli altri è solo una ingiustificata diminuzione di ritmo della serie e non vengono colti nemmeno i mille riferimenti agli anime e ai film della serie “vs” di cui sono letteralmente costellati questi tre episodi. Credo che sia in parte per colpa di questo assurdo qui pro quo che anche la serie Mazinger the Impact del 2009, pur bellissima, non ha trovato del tutto l'accoglienza che si meritava da un grande pubblico che pretendeva solo botte, botte e ribotte. Pace. 

Peraltro il capitolo 3 come il 5 riproducono storie e situazioni presenti nel manga e accantonate in animazione per eccessivi riferimenti sessuali e quindi sono a conti fatto un tassello mancante che non stona. Il cap. 4, quello a tema balneare, è un divertissment pieno di riferimenti alla serie Vs (episodio con Mazinga, Grande Mazinga e Getter Robot) e carico di quella sensualità sciocchina che si nota anche ne Il pazzo mondo di Go Nagai e Cutie Honey. Poi, ribadisco, pace, i gusti sono gusti ma non si può predendere che una figura tonda diventi quadrata. Rimane una parentesi che se volete potete agilmente saltare, anche in considerazione del fatto che Yamato video offre mazinkaiser più film a un prezzaccio ultra abbordabile, al punto da considerare i tre episodi regalati.
Ma quanto è figo il Mazinkaiser? Parecchio. Benché il design non sconvolga del tutto il disegno classico, cosa che invece accade con lo Shin Getter, il Kaiser appare maestoso, enorme, potente come non mai, pesante, aggressivo. Di conseguenza anche il nuovo Pilder è più tosto e performante e tutte le armi in genere rappresentano una estremizzazione dell'originale arsenale di Mazinger Z. Una vera forza della natura inarrestabile e incontenibile i cui danni collaterali sono drammaticamente rappresentati. La storia riceve da questa impostazione un tono più adulto e disperato. L'effetto straniante di tanta potenza viene combattuto portando in scena situazioni estreme in cui gli eroi spesso sono costretti a scappare disarmati contro mostri meccanici spaventosi, creature definitive contro le quali il Kaiser può rivaleggiare, ma il resto dei robot complementari alle vicende non può nemmeno scalfire se non mettendo in atto strategie estreme. Nella serie e nei film vengono così rappresentati scontri durissimi e altamente splatter, con punte di violenza molto alte raggiunte soprattutto nel film, una autentica strage animata nell'attesa di una rivincita che tarda sempre troppo ad arrivare. Se i buoni trionfano, i caduti sono troppi, inaccettabili, e alla fine della pellicola, quando gli spettatori dovrebbero godersi i titoli di coda, si rimane come dopo aver ricevuto un pugno allo stomaco a celebrare il requiem di personaggi per i quali nemmeno avremmo considerato di empatizzare. E sono più che certe che se fossero mancati gli episodi di natura più comica gli episodi finali non sarebbero risultati altrettanto drammatici.
Dimenticavo di parlarvi della colonna sonora. Tanto i brani degli oav che del film sono tosti e trascinanti, tamarri quanto potenti, vi troverete ad ascoltarli e riascoltarli come ebeti. Faccio fatica a scegliere il mio preferito tra The final countdown, In the Fire o la struggente Goodbye soldiers.
Mazinkaiser conquista e convince, divenendo una serie irrinunciabile di tutti i fan di Go Nagai che si rispettino (quelli che per lo meno vadano oltre all'anime classico).
Edizione italiana: Yamato video confeziona un bel cofanetto, disponibile in dvd e blu ray, che conserva il doppiaggio, molto ben riuscito, realizzato da Dvisual. Il volume va un po' regolato come sempre, ma facilmente troverete una combinazione ottimale. Il formato blu ray in special modo vanta una definizione grafica eccelsa. Completa la confezione un bel libretto illustrato. Decisamente un prodotto che ci sentiamo di consigliarvi. 
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