mercoledì 1 gennaio 2014

Edge of tomorrow – Senza domani



Bill Cage (Tom “placenta” Cruise... noi della redazione lo chiamiamo così da quando ha dichiarato di aver mangiato di gusto, per motivi religiosi, la placenta della sua figlioletta insieme ai cereali... come tutte le cose strane credo che sappia di pollo... brodo di pollo... meglio che andiamo avanti) è un soldato hi-tech del futuro che combatte una guerra contro una razza aliena. Per uno strano caso del destino è inoltre condannato a rivivere sempre lo stesso giorno come Bill Murray nel mitico "Giorno della Marmotta". La soluzione a questa maledizione sembra essere legata in qualche modo alla sorte di un'altra combattente, Rita Vrataski (Emily Blunt).

Cruise con "Edge of Tomorrow" torna alla fantascienza esistenzial-militaresca, dopo l'interessante "Oblivion2. E si nota da subito, già dal trailer, come i due film parrebbero avere tantissimo in comune. Come in Oblivion Cruise assurge a modello dell'uomo comune in bilico tra essere ingranaggio della società moderna o artefice del suo destino. Come in "Oblivion" ci sono spettacolari effetti visivi relativi ad armi da fuoco e astronavi. Come in "Oblivion" la chiave solutoria della ragion d'essere dell'eroe pare essere il completamento con una figura femminile inizialmente in antitesi ad una grigia esistenza belligerante fatta di routine periodiche lavorative. Mettete dei fiori sui vostri cannoni, cantavano gli hippy. Forse in un futuro lontano, in cui gli archivi smarriranno gran parte dei database dei film del passato, "Oblivion" come "Edge of Tomorrow" saranno considerati autentici capolavori. Ma oggi, dove pellicole come "Moon", "Donnie Darko", "Il giorno della marmotta", "2001 odissea nello spazio" sono ancora facilmente reperibili (e meno male) le pellicole fanta-cruisiane devono giocoforza fare i conti con le fonti dirette. Pur nell'ottica che “copiare dai migliori” o, esprimendoci nel politically correct,“variare sul tema” non è poi sempre una cattiva cosa. Di fatto queste pellicole riescono in qualche modo a sdoganarsi, spingersi verso nuove linee interpretative e attirare meritatamente un pubblico che, pur consapevole dei plagi, riesce ad ogni modo a divertirsi e (perché no) a riflettere sulle “nuove” tematiche proposte. Tematiche che poi stanno sempre nel “mettete dei fiori nei vostri cannoni”, ma poco importa.

Oblivion a conti fatti mi era piaciuto abbastanza, nonostante la paraculata di essere tratto da un fumetto che non esisteva. Anche se calava un po' nella seconda parte, ed era interamente copiato da altre pellicole più belle ("Moon" su tutte), aveva delle belle sequenze d'azione e un Cruise in vena (ci ho visto una riflessione sul senso della vita dal punto di vista di un brute di warcraft, ma ammetto che tale mia visione sia un tantino allucinata). Questo "Edge of Tomorrow" sembra avere effetti visivi da urlo, caratteristica cardine per la quale un biglietto, pur masochisticamente, lo spendo sempre e porta in dote uno script pur derivativo del capolavoro comico con Bill Murray ("Ricomincio da capo", tra l'altro già ampiamente copiato da molti, anche in campo fantascientifico), ma opera di uno degli sceneggiatori hollywoodiani più apprezzati (ed anche qui come con Oblivion una speculazione sui videogame-vita moderna ce la posso ancora vedere). E poi ci sono gli esoscheletri da combattimento...
Sapevo che dopo Elysium la moda degli esoscheletri potenziati, scomode protesi sci-fi intraviste in "Aliens" e "Matrix" (e misteriosamente assenti nel primo "Starship Troopers"... ma nel quarto le hanno aggiunte pure lì), sarebbe esplosa. Era ora! Mi aspetto di vederle ovunque adesso, pure nelle commedie romantiche (di fatto il Biff di "Ritorno al futuro 2" indossava una sorta di esoscheletro potenziato). E poi ci sono anche alieni cazzuti che non sembrano orsetti gommosi (questa è per gli affezionati del nostro blog!), schifosi e tentacolosi, da prendere a spadate e mitragliate in un corpo a corpo velocizzato. Figata.
Il regista Doug Liman è un po' un Carneade. Dietro la macchina da presa per The "Bourne Identity", dirige anche l'interessante "Jumpers", del quale si appresta a preparare un sequel non ancora schedulato (in effetti buttare via così Jumpers era un peccato). Un po' pochino ma valido. Lo scrittore è invece, dicevamo, uno con le palle. Uno che ha dato vita alla migliore pellicola di Bryan Singer, "I Soliti Sospetti", al secolo Christopher McQuairre, già accreditato come regista di "Mission Impossible 5". inoltre McQuairre ha lavorato già a pellicole con protagonista Cruise, come "Operazione valchiria", ed ha anche avuto modo di dirigerlo in "Jack Reacher – La prova decisiva". Peccato che "Jack Reacher – La prova decisiva" sia una mezza minchiatina... non esattamente un lavoro da sventolare ai posteri. Passando al parco attori c'è da dire che Cruise ultimamente pare rinato e con almeno un bel ruolo nel passato recente (Stacee Jax in "Rock of Ages", l'unica cosa bella di quel musical pertanto), anche se deve fare i conti con una età anagrafica non più clemente (e allora ben vengano gli effetti speciali delle armature esoscheletriche potenziate!) e vederlo scattante nei nuovi Mission Impossible mi fa tanto pensare a Linus di Radio Dee Jay che si allena per la maratona di New York nel parco presso San Siro, scattante ma non più affascinante (solo con questa immagine mi deprimo). 

Emily Blunt è simpatica (leggi “poco avvenente”), e non ha ancora trovato una parte memorabile (leggi: “non memorabile”), Bill Paxton dopo l'ottimo "Frailty" e l'odioso "Big love" è sempre un comprimario garanzia ottimo a portare sullo schermo personaggi “alla Bill Paxton” (il che comunque non è poco). Giudizio finale sul cast: boh!

Insomma, l'aspetto estetico di questo trailer ci ha convinto, il regista e sceneggiature hanno il loro bel potenziale, gli attori sono da valutare meglio nel concreto. Ora il film deve fare il resto, dimostrandosi qualcosa di bello da guardare e riguardare. Ovviamente non ci perderemo la pellicola. Vi faremo sapere. 
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