Sinossi: Nello spazio profondo “Hala” sta morendo. Il leggendario pianeta dei guerrieri Kree, già fiaccato anni prima dagli eventi che hanno portato alla distruzione della Uni-Mente (avvenuta nel film Captain Marvel), oggi va incontro al tragico e progressivo spegnimento del sole che lo irradia. Il cielo è sempre più cupo, la terra è arida e l’aria ormai irrespirabile.
Il comandate Kree Dar-Benn (Zawe Ashton), dopo una infinita serie di poco fruttuose guerre coloniali è in cerca di una soluzione “radicale” al problema, che la spinge infine a impossessarsi di un artefatto molto antico e potente, sepolto tra le rocce di un misterioso pianeta: un bracciale quantico del tutto simile a quello ereditato dalla nonna dalla giovane terrestre Kamala Khan (Iman Vellani, protagonista della serie tv Ms.Marvel), da poco diventata la supereroina Ms. Marvel.
Il ritrovamento di questo oggetto intriso di energia a base di luce e in grado di aprire squarci tra i pianeti, crea da subito, nel tessuto dello spazio-tempo, uno strano fenomeno che coinvolge in prima persona proprio Kamala, l’agente Monica Rambeau (Teyonah Parris, una delle protagoniste del telefilm Wandavision) e la supereroina Carol Danvers/Captain Marvel (Brie Larson, protagonista del film Captain Marvel).
Forse perché accomunate tutte e tre da superpoteri riguardanti la stessa misteriosa forza luminescente, quando queste tre eroine si trovano sul punto di sprigionare al massimo i loro poteri, i loro corpi iniziano a “scambiarsi di posto tra loro”, anche se si trovano nelle zone più disparate dell’universo.
È così che Kamala, dalla sua cameretta al secondo piano nella periferia di Jersey City, dove con poca voglia si dedica ai compiti, si trova di colpo su un pianeta dall’altra parte dell’universo, a combattere contro soldati alieni al posto della sua supereroina preferita, Captain Marvel. Una Cap Marvel che a sua volta, incredula e un po’ imbarazzata, viene catapultata sulla Terra nella cameretta della ragazza, piena di poster e marchandising che la ritraggono. Ma i salti continuano e subito dopo Kamala si ritrova nello spazio orbitale terrestre, in una tuta spaziale della taglia del soldato Monica Rambeau, davanti alla stazione spaziale S.A.B.E.R. , comandata dall’eminenza grigia dello S.H.I.E.L.D. Nick Fury (Samuel Jackson, il cui personaggio è protagonista anche della recente serie tv Secret Invasion), durante l’indagine su una strana forma di luce apparsa dal nulla.
Ogni “teletrasporto” avviene in modo rapidissimo e coinvolge a volte anche le persone nelle dirette prossimità delle nostre tre eroine, con la conseguenza che nella casetta del Jersey arrivano nel soggiorno davanti ai parenti di Kamala anche dei supersoldati Kree, mentre il gatto spaziale di Cap, Goose, finisce a fianco di Nick Fury dopo aver sviluppato una specie di “malore cosmico” simile al mal d’auto.
Per sistemare le cose e soprattutto per permettere a Kamala di sopravvivere, considerando che è l’unica non in grado di volare o di respirare nello spazio durante i combattimenti, le tre decidono sotto la guida di Fury si riunirsi a casa di Ms.Marvel, per poi intraprendere con l’astronave/monolocale di Cap un cosmico viaggio on the road alla ricerca della causa di tutti i problemi: Dar-Benn.
Giocoforza dovranno stare “insieme”, pur inconsapevoli del fatto che il comandante Kree con quel bracciale è così forte da essere in grado di annullare tutti i loro poteri, compresi gli straordinari poteri cosmici “distruggi-astronavi” di Cap Marvel.
Se l’unione fa la forza e il brano “Intergalactic” dei Beasty Boys aiuta il gruppo a esercitarsi nel coordinamento del loro nuovo “potere combinato”, rendendo più gestibili i micro-teletrasporti, l’armonia generale risulta più difficile del previsto.
Monica conosceva Cap Marvel quando ancora era solo la terrestre Carol Danvers (eventi raccontati in Captain Marvel) e ancora non le ha perdonato il fatto di aver abbandonato sua madre, la sua migliore amica, sul letto di morte, per partire per sempre nello spazio.
Kamala a sua volta è sempre vissuta nel mito di Cap Marvel e non è forse pronta a vedere i lati più “duri” che il carattere della sua eroina è costretta a mostrare nei momenti più difficili di una guerra. Cap a sua volta vive da tempo di continui sensi di colpa per non essere all’altezza del ruolo che gli altri le hanno assegnato, chiudendosi sempre di più in una corazza emotiva che sta iniziando a mostrare le prime falle, spezzando il “soldato Kree implacabile” che è in lei e facendo emergere, per la prima volta, tutta la fragilità e “umanità” di una ragazza che ha dovuto crescere troppo in fretta.
Sarà un viaggio lungo e complicato, tra disneyani pianeti popolati da bellissimi extraterrestri canterini e planetoidi sull’orlo della esplosione carichi di deportati Skrull. Ma con il tempo, mentre Nick Fury dovrà fare i conti con una misteriosa invasione di “uova di carne spaziali” che sta per far affondare la sua stazione spaziale, le tre donne inizieranno a conoscersi meglio, collaborare, comprendersi e alla fine a sentirsi quasi una squadra: le Marvels.
Riuscirà questo strano gruppo tutto al femminile, legato da una misteriosa energia aliena, a salvare l’universo nuovamente minacciato dai kree?
Tre supereroina in cerca della grande occasione: Marvel Disney torna in sala con un film che si può guardare e apprezzare in piena autonomia, ma che al contempo è legato a tutta la continuity del Marvel Cinematic Universe, quando a personaggi le cui origini scavano in precedenti opere autonome, cinematografiche quanto legate ai telefilm in streaming su Disney Plus.
Captain Marvel esordiva in sala nel 2019, in una pellicola diretta da Anna Boden e Ryan Fleck dal forte spirito “girl power”, che vedeva l’eroina impersonata da Brie Larson impegnata in un percorso di crescita e consapevolezza molto duro.
Un percorso emotivo e fisco da soldato alieno spinto dall’addestramento a essere una macchina quasi anaffettiva, che alla fine della vicenda non riusciva ancora a recuperare l’umanità perduta, dimostrandosi anzi ancora più indurita e disincantata, se non quasi cinica.
Anche se il film aveva i colori gioiosi degli anni ‘80 e la trama era piena zeppa di azione, divertimento, gattini alieni e citazioni di Top Gun, la pellicola dava vita a un’eroina “troppo dura e distaccata”. Un'eroina che nel film successivi (come Avengers End Game) sarebbe diventata ancora più sfuggente e chiusa, attirandosi anche l’antipatia di molti fan, che l'avrebbero voluta più coinvolta in prima linea insieme agli altri eroi, invece che “girovaga per lo spazio”, chissà dove, per questioni di trama mai davvero affrontate. Questioni vaghe motivate anche dalla circostanza che Captain Marvel, un po’ come Superman o Saitama, fosse sul piano della “potenza del personaggio” molto difficile da gestire per ogni sceneggiatore. Dotata di super raggi che la rendevano quasi onnipotente, nei film corali come Avenges Endgame poteva “drammaturgicamente” entrare in scena solo all’ultimo momento, come risorsa finale: per lo più per non far sfigurare ai fini della trama i superpoteri di tutti gli altri eroi coinvolti nell’azione.
A tutto questo si aggiungeva una produzione della pellicola che forse spinse con troppa forza su temi oggi ancora divisivi come il “patriarcato” e una Brie Larson che all’epoca, nonostante il suo divertente ruolo in Scott Pilgrim, aveva un’immagine personale molto seria, quasi austera.
Captain Marvel era in breve diventato uno dei personaggi più “antipatici e inutilmente seriosi” del Marvel Cinematic Universe.
Decisamente più simpatica è invece da subito apparsa la serie tv Disney Plus dedicata a Ms.Marvel, scritta da Misha K.Ali. Incentrata sulle avventure tragicomiche di una ragazza americana di origine pakistana con i superpoteri, interpretata dalla brava Iman Vellani, la serie, muovendosi tra la commedia e un tipo di azione “alla Power Rangers” ha saputo affrontare, anche con tatto e intelligenza, temi sempre difficili come l’integrazione culturale, l’adolescenza e i legami intergenerazionali. Temi che Disney negli ultimi anni ha più volte dimostrato di avere cari attraverso opere come Red e Elementals. Iman Vellani interpretava poi un personaggio buffo, ma dall’animo profondo, dal fisico non scultoreo come tutte le ragazze che non fanno le fotomodelle e dal sincero “carattere nerd”. Un po’ come per l’agente Phil Coulson di Clark Gregg, era per una grande fetta del pubblico molto facile immedesimarsi in lei ed infine era interessante guardare i supereroi attraverso i suoi occhi da “eterna ragazzina”. Una ragazzina che stravedeva proprio per la “ombrosa” Captain Marvel.
Il personaggio di Monica Rambeau lo abbiamo conosciuto invece in due momenti distinti e diversissimi.
Nel film Captain Marvel Monica era una bambina di otto anni interpretata da Akira Akbar: la figlia del pilota di caccia Maria Rambeau e uno dei pochi legami con la terra della super eroina interpretata da Brie Larson. Nella serie tv Wandavision, all’apparenza quasi una “sit-com” alla Mia Moglie è una strega ma dai risvolti più misteriosi e drammatici, Monica era già adulta e interpretata da Teyonah Parris: un soldato ultra segreto della SWORD (una specie di SHIELD che si occupa di questioni meta-umane relative allo spazio aereo) addetto alla soluzione di una strana “crisi magica” che aveva coinvolto una piccola cittadina americana, forse per colpa di Wanda Maximoff, la supereroina Scarlet Witch interpretata da Elizabeth Olsen. I superpoteri arrivano a Monica durante gli eventi di Wandavision, in un modo molto sorprendente e originale, ma effettivamente anche alla fine di quella serie non sapevamo molto su di lei: era un personaggio interessante ma in fondo un comprimario, il cui potenziale necessitava ancora dell’occasione giusta per essere espresso.
Proprio The Marvels poteva essere l’occasione giusta per rilanciare Captain Marvel in una chiave “più umana”, sviluppare meglio il carattere di Monica Rambeau e offrire a Ms.Marvel e il suo primo film cinematografico.
Come “comprimario di lusso” è stato scelto il Nick Fury di Samuel Jackson, personaggio-chiave di tutto il Marvel Cinematic Universe da poco esule a sua volta di una serie tv, la spionistico-fantascientifica Secret Invasion, che lo ha portato narrativamente ora a gestire una stazione spaziale.
Dar-Benn (Zawe Ashton) è in Marvels il nuovo comandante Kree dopo Ronan L’accusatore, personaggio che abbiamo visto interpretare da Lee Pace nel primo film dei Guardiani della Galassia. Ne ha ereditato la stessa uniforme, l’indole malinconica e il martello gigante.
In un ruolo geniale e al contempo folle, quanto profondamene “disneyano”, appare nella pellicola anche la stella del pop coreano Park Seo-Joon.
Ovviamente in tutto questo non poteva essere assente il mitico micino spaziale di Captain Marvel.
A spasso per la galassia: il tono generale dell’opera è decisamene vicino ai toni da commedia proposti dalle avvenute televisive di Ms.Marvel o da Wandavision, con un tocco da space-opera umoristica alla James Gunn, per lo più volto a stravolgere i temi cari a Star Trek.
La sceneggiatura è stata realizzata dalla autrice di Wandavision Megan McDonnell, dall’autrice della serie tv Loki Elissa Karasik e da Nia DaCosta, che qui anche dirige la pellicola, dopo aver scritto e diretto nel 2022 il magnifico nuovo capitolo della saga horror Candyman.
Fin dai primi trailer The Marvels si presentava come un’opera leggera, piena di azione e ricchissima di effetti speciali, rivolta al pubblico di adolescenti.
Promesse tutte mantenute al netto di una sceneggiatura dai toni leggeri e dell’ottima sinergia che sembra essersi creata sul set tra le tre protagoniste. Il personaggio interpretato da Iman Vellani è il vero cuore del gruppo; il suo talento principale è riuscire con incredibile spontaneità a disinnescare tutti i momenti in cui la pellicola potenzialmente si perderebbe nel melodrammatico, riportandola sulle corde dell’ottimismo e della leggerezza. Il personaggio di Monica Rambeau è in effetti qui più centrale che in Wandavision, ma ancora incredibilmente rigido nella sua caratterizzazione, risultando infine ancora all’interno di un processo di “svelamento” che dovrà necessariamente palesarsi in futuro.
La grande sorpresa è una Cap Marvel di Brie Larson che, incredibilmente, riesce a essere per la prima volta “umana”. Carina e vulnerabile quasi come una principessa Disney, Cap Marvel sembra ringiovanita, più timida e insicura, anche più divertente e autoironica. Le tre sceneggiatrici con lei sono davvero riuscite ad aggiustare il tiro, senza al contempo perdere per strada i tratti anche tragici e “militari” di un personaggio che ora appare davvero più complesso quanto convincente. L’avventura spaziale che coinvolge le tre eroine è sempre carica di trovate narrative interessanti, con la prima parte della pellicola, quella sullo “scambio continuo dei poteri”, che risulta particolarmente frenetica quanto ironica.
Sul finale il tono della narrazione si fa più cupo e “maturo”, ma il tutto avviene senza troppi strappi, in modo bene organizzato e credibile: se nella prima parte è il personaggio di Kamala che spinge per “risvegliare” un senso di gioia e complicità quasi adolescenziale tra sue compagne di viaggio, ragazze entrambe per motivi diversi “cresciute troppo in fretta”, nella parte finale sono Monica e Carol ad accompagnare e guidare le loro amica più giovane alle scelte più difficili proprie della vita adulta: quando il “gioco dei supereroi” si trasforma, giocoforza, in un “impegno militare” degli stessi, in conflitti dagli esiti anche tragici e dolorosi. È una bella sinergia.
Come nel film Captain Marvel, anche in The Marvels il Nick Fury dì Jackson svela i lati più giocosi e sarcastici del suo personaggio, lanciandosi nella sua base spaziale in una surreale “caccia all’alieno” dagli esiti tragicomici, nella quale viene coinvolta anche tutta la buffa famiglia di Kamala.
Forse il personaggio della villain, come del resto capita in moltissime pellicole Marvel, è quello che alla fine della storia rimane un po’ sacrificato. Fuori fuoco, irrisolto e inespresso, nonché a livello estetico infelicemente quasi un clone “al femminile” di qualcosa di già visto. Non per demeriti della brava Zawe Ashton, che anzi cerca appena può di far trasparire sotto il trucco, il martellone e l’armatura pesante tutta la tragicità e “fragilità” di un personaggio “cattivo per le ragioni sbagliate”, di fatto una vittima manipolata e tormentata dalle circostanze. Un cattivo per sbaglio che cerca di risistemare le sorti del suo pianeta “delocalizzandone le disgrazie”, in momenti che sanno parlarci tra le righe anche delle conseguenze del cambiamento climatico, quanto delle politiche “meno nobili” che certe società mettono in atto per “smaltire le proprie colpe” a danno di altri.
Ad ogni modo l’avventura diverte e intrattiene per le sue due ore di durata, tra fantastici momenti pieni di citazioni ai musical, astronavi, alieni e pianeti tanto lontani quanto colorati, scontri all’insegna di raggi laser, inseguimenti intergalattici e tutti i classici “luoghi comuni” sempre presenti e graditi in ogni cinecomic.
Come sempre è presente la classica scena dopo i titoli di coda, che in questo caso apre su scenari futuri particolarmente interessanti e per molti versi da molto tempo “attesi” dai fan.
Finale: The Marvels è un film gradevole e divertente, con la rara dote di migliorare dei personaggi già scritti in precedenza con ottime intuizioni visive e buoni approfondimenti della loro sfera personale. Bravissima Iman Vellani, questa volta davvero convincente Brie Larson, come sempre simpatico Samuel Jackson.
Se avete amato Ms.Marvel, questo film rappresenta la sua giusta espansione cinematografica.
Se non avete ancora visto Ms.Marvel, prima della visione consiglio di recuperare almeno le prime puntate della serie Disney+, non tanto per problemi di comprensione della trama, quanto per valutare se può piacervi l’approccio ai supereroi, leggero e pieno di humor, nonché rivolto a un pubblico al femminile prettamente adolescenziale, della divertente serie curata da Misha K.Ali.
Se amate i gattini spaziali come Goose, sarete di sicuro già stati al cinema ancora prima di leggere tutto questo pezzo.
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