In un vicino futuro in cui abbiamo già
creato i robots (molto più simili alla app Siri che a Terminator), un meteorite
doveva infine colpire la Terra, ma l’umanità gli ha lanciato contro un mare di
missili, disgregandolo. Come buffo effetto collaterale di tutto questo arsenale
atomico cosparso nell’aria, gli insetti e qualche specie animale sono mutati in mostri giganti, che hanno sterminato quasi la totalità della popolazione
mondiale, che ora vive sottoterra. Joel (Dylan O’Brien protagonista di Maze
Runner e della serie tv Teen Wolf) vive in un simpatico bunker sotterraneo
post-apocalittico amichevole come la camerata di un college, insieme a persone
molto affettuose, ma che non gli fanno fare altro che cucinare il minestrone o
riparare la radio. Il giovane invece vorrebbe provare ad imbracciare la
balestra e visitare il mondo, scoprire e classificare i mostri giganti,
conoscere nuova gente, recuperare la tecnologia e soprattutto…”copulare”. È un
problema grosso e centrale, quest’ultimo, anche perché nel bunker post-atomico
sono tutti accoppiati tranne lui e manca la giusta privacy tra le stanze. Joel
a sentire continui ululati di piacere non ce la fa più. Poi un giorno il
ragazzo con la radio riesce a mettersi in contatto con un altro bunker e,
sorpresa, dall’altro lato gli risponde Aimee (Jessica Henwick), la sua
fidanzatina di sette anni prima, di prima dell’apocalisse, che lui intende
essere ancora bellissima, innamoratissima e disponibilissima. È giunta così
l’occasione giusta per affrontare i mostri di superficie e arrivare al bunker
della sua amata, grazie al “power of love” e al coccodrillo di plastica
porta-fortuna che lei gli aveva donato. Salutati gli amici, il viaggio però
parte decisamente in salita. Dopo essersi reso conto di non saper usare
una balestra o leggere una mappa, dopo essersi pietrificato davanti a una
formica gigante e dopo essere diventato il bersaglio preferito di un rospo
radioattivo “stalker”, Joel viene prima salvato dal cane indipendente e super
intelligente “Boy” e poi da due avventurieri esperti e sarcastici, Clyde (Michael Rooker) e Minnow (Ariana Greenblat). Riuscirà Joel a
sopravvivere al viaggio grazie alle sue skills da aggiusta-radio e cuoco da
minestroni?
Doveva uscire nei cinema ma poi è arrivato il covid, dirottandolo su Netflix. Doveva vincere l'Oscar come migliori effetti speciali, ma glielo ha fregato Tenet di Nolan. Doveva partire la produzione del sequel ma ancora tutto tace. Love and monsters, diretto da Michael Matthews e scritto da Matthew Robinson (Monster Trucks) e Brian Duffield (The babysitter), è un film ingiustamente sfigato. Ingiustamente perché l’atmosfera generale stile “Zombiland con i mostri giganti” è molto carina e sorretta da attori simpatici ed effetti speciali niente male. Doppiamente ingiusta è la circostanza che questo è chiaramente il primo capitolo di una saga che forse non continuerà mai, con la preproduzione che è costata un botto e iniziata nel 2012 e un troppo scarso riscontro di pubblico a supportare nuove imprese. Però in Love and Monsters funziona davvero tutto e il prodotto finale risulta carino, colorato, divertente e con buone scene d’azione, ben confezionato, destinato a un pubblico adolescenziale ma anche ai fan dei “film di mostri”, che potranno magari immaginarsi una gustosa “Double features” scegliendo di vederlo in coppia con Dead Ant, edito da Midnight Factory. Molto carina la coppia Rooker-Greenblatt, con meccaniche padre-figlia tra Zombieland e Kickass. Divertente e surreale la parte finale, con al centro il bravo Dan Ewing che fa virare lo spettacolo verso una gustosissima parodia di Mad Max. Dura un’oretta e mezza e poco più, vi consiglio di dagli un'occhiata se siete in cerca di uno spettacolo simpatico, disimpegnato e ben confezionato adatto a tutta la famiglia (a differenza di Zombieland è del tutto assente la componente splatter e i dialoghi sono in genere adatti a qualsiasi età). Peccato rimanga per ora solo un ottimo antipasto. Particolarmente consigliato agli amati di Monster Hunter.
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