Dopo essere stato sconfitto da un
temibile alieno super veloce simile ad un porcospino blu di nome Sonic, il
baffuto dottor Ivo “Eggman” Robotnik (Jim Carrey) si è trovato catapultato in
un mondo interamente fatto di funghi. Vivendo circondato dai funghi, mangiando
funghi e respirando continuamene e solo funghi, con un clima molto favorevole
alla crescita dei funghi, la scorza e la determinazione del più grande
scienziato pazzo della Terra non è cambiata. Nonostante lo sviluppo di una
certa dipendenza dai funghi, il genio, che ora è diventato completamente calvo
(forse per via dei funghi?), non si è arreso e come Matt Damon in The Martian
ha iniziato a cambiare il pianeta a suo vantaggio, cospargendolo di trappole,
carrucole e tanto ingegno fino a farne una sorta di super-fortino (o un
livello del videogame Sonic a base di trappole ambientali). Ha provato pure a
distillare un liquore a base di fungo, anche se con risultati ancora
migliorabili, ma questo non lo ha reso felice. Solo e con la sola compagnia di
un sasso di nome “Sasso”, che in un mondo di quasi solo funghi può essere un
“amico vero”, Eggman sogna ancora, un giorno, di vendicarsi sul porcospino.
Quel giorno sembra diventare realtà quando da un portale dimensionale a forma
di anello dorato compare davanti a lui l’ultimo degli echidna, Knuckles (doppiato in originale da un convintissimo e spassoso Idris Elba). Sembra anche
lui a prima vista un porcospino ma non lo è: perché è un echidna. È rosso,
muscoloso e arrabbiatissimo come tutti i guerrieri echidna e cerca Sonic per
vendicarsi dì qualcosa. Grazie anche a quei portali dimensionali, per Robotnik
è l’alleato ideale per tornare a casa e per pareggiare i conti, scatenando
sulla vita del piccolo alieno blu un nuovo esercito di robottini buffi quanto
letali.
Se Eggman prepara il suo grande ritorno
e inizia a smuovere dallo spazio tecnologia hi-tech che neanche Tony Stark,
sulla terra nel frattempo Sonic si annoia. Con il soprannome da supereroe di
Blue Justice cerca di combattere il crimine tra le strade, inseguimento e
sparatorie. Ma è ancora inesperto, fa più danni collaterali che risultati. Per
un porcospino velocista come lui è problematico, ma indispensabile, seguire il
terribile mantra che gli suggeriscono i suoi “genitori adottivi terrestri” (interpretati sempre da James Marsden e Tika Sumpter): “Prova ad andare
più piano, non avere fretta di crescere”. Il suo papà adottivo lo porta pure in
barca per descrivere la maggiore calma con cui deve imparare a vedere il mondo.
Ma Sonic non ci sta e cogliendo l’occasione di un matrimonio che porta lontano
la coppia di genitori, finisce a loro insaputa a incrociare di nuovo la strada
di Robotnik, scontrandosi anche con Knuckles. Ma da una galassia lontana
lontana è pronto ad intervenire per supportare il porcospino anche la
volpe a due code Tails.
Jeff Fowles torna a dirigere un film
dedicato a Sonic, concentrandosi idealmente su Sonic 2 e sulla “saga di
Knuckles”, facendo tesoro di tutti i feedback ricevuti dalla prima pellicola.
Pellicola certamente indicata per un pubblico molto giovane ma che non era
uscita affatto male, da cui non si percepiva però tutta la frizzantina velocità
e azione del videogame originale. Se le scene d’azione erano decisamente
spassose e la trasformazione di Jim “Ace Ventura” Carrey in Eggman era già
(ed è ancora una volta oggi) l’intuizione cinematografica più giusta dai
tempi del Tony Stark di Robert Downey Jr, il mondo in cui il porcospino blu
viveva la sua prima avventura riceveva una introduzione fantasy sentimentalosa
e una così abbondante e coccolosa sottotrama “familiare” (chi non vorrebbe del
resto essere coccolato da Tika Sumpter?) da rendere la storia così carica
di melassa che Sonic ci affogava dentro appiccicato. È come poteva correre a
perdifiato con le sue Scarpettine rosse, il nostro eroe, se il suo cammino era
così tanto cosparso di melassa? Risulta quindi graditissimo che i principali
personaggi “umani” della pellicola, James Marsden e Tika Sumpter,
vivano qui una sottotrama quasi del tutto separata, insieme a Shemar
Moore, Natasha Rothwell e Tom Butler. Una sottotrama che invece che
melassosa risulta divertente, sullo stile di alcune commedie romantiche
con Ben Stiller, con il plus di Tom Butler ci ricorda quasi il mitico Leslie
Nielsen. Con la melassa e il glucosio ritornati sotto il livello di
guardia (anche per merito di bravi attori con la commedia tra le loro corde)
Sonic è invece libero di sfrecciare altrove su circuiti ipercolorati in computer
grafica in una trama autonoma che ha la struttura di una caccia al tesoro, con
una azione resa ancora più ricca è spettacolare dalla graditissima aggiunta di
personaggi comprimari digitali come Tails e Knuckles. Tails è ingegnoso, timido
e spesso alla guida di un aero rosso fuoco come ogni migliore amico dovrebbe
essere. Knuckles è un po’ il vegeta della situazione, per dirla alla
Dragonball, donando un po’ di pepe e competizione alla trama. Anche Eggman, più
matto e più in forma che mai, è libero di scatenarsi al meglio e non si è mai
visto così agguerrito e pieno di robottini e robottoni assassini. È uguale
uguale ai videogame e in più, se siete un po’ grandicelli, i suoi eserciti di
robottini fanno quasi rivivere le atmosfere folli delle battaglie dì Yattaman.
La pellicola riesce inoltre nel non facile obiettivo di dare vita a scenari davvero molto simili ai mondi bidimensionali del videogame. Dal mondo
dei funghi (da Sonic 3) al tempio sotterraneo è parzialmente inondato d’acqua (da Sonic 1), a un certo “boss stage”, sono tutti una autentica gioia per
gli occhi dei fan di vecchia data, fin nei più piccoli dettagli che replicano
momenti di gameplay (come il sistema delle bolle per respirare) e pose
originali (come quando Sonic è sul ciglio di un baratro). Sul finale l’azione
sale esponenzialmente di spettacolarità, tra aerei e robot giganti, portandoci
a un climax che chiude bene la storia, ma che come ormai consuetudine dopo i
titoli di coda rilancia il tutto ad un terzo episodio.
Con un ancora bravissimo Jim Carrey e
tanta azione colorata, Sonic 2 rilancia e migliora quasi ogni comparto delle
primo capitolo, che oggi può essere considerato giusto un buon antipasto a
questa pellicola. La trasformazione grazie alla magia del cinema del “mondo
videoludico” di Sonic appare sempre più convincente e narrativamente sensata, in
un tripudio colorato che sicuramente attirerà i vecchi fan quanto il pubblico
dei più piccoli, a cui questa pellicola è principalmente rivolta.
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