domenica 9 giugno 2019

Brightburn – L’angelo del male; la nostra recensione del film scritto male dal cugino e dal fratello di James Gunn


Introduzione musicale: abbiamo messo il link di un pezzo di Billie Eilish parlando de La Llorona. Oggi ve ne mettiamo qui sotto un altro, perché fa parte della colonna sonora ufficiale del film, ma soprattutto perché è uno di quei pezzo che ormai in radio passa ogni dieci minuti e non è affatto male.




- Micro - Sinossi: un bambino stile Superman atterra stile Superman nel classico granaio della famiglia americana rurale stile Superman. Solo che i genitori adottivi che capitano a 'sto giro sono un po' delle merde. Fine


- Più veloce della luce e della logica: Prendi David Yarovesky, uno che sanno in sei chi è, ma "perché no? Chissà mai? non era carino il suo The hive?". Dagli un cast discreto con al centro Elizabeth Banks, un tizio gonfio anonimo e un bel bambino inquietante. Poi esagera, butta giù per soggetto una idea niente male come una lettura avariata e alternativa della giovinezza di Superman in territorio quasi The Omen (qualcosa che si è visto particolarmente bene nella fantastica mini-serie a fumetti Supreme Power di Straczynski e Frank). Già te lo vedi il box Office che ingrossa, oggi che ogni roba a tema supereroi vende, comprese cacate come Il ragazzo invisibile 2, già pronto a fare un franchise vincendo facilissimo come riesce a Blumhouse con tre lire. In pieno hype di chi ci crede un botto, fai disegnare da uno bravo un costume da supereroe-bambino fico, ingenuo  quanto ultra creepy (si parla dell'artista Autumn Steed, ma per qualcuno c'è anche lo zampino di James Gunn stesso) che poi ad Halloweeen sbanchi. Sei strettino di moneta, premurati che gli effetti visivi si mascherino bene anche se sono da discount. Ora, caro il mio produttore James Gunn, perché fai scrivere la sceneggiatura di questa roba a tuo fratello e tuo cugino, chiaramente esuli da una sbronza colossale alla festa della proloco? Ma sei un pazzo maledetto!!!! Poi finisce che una buona idea come questa viene presa per il fratello scemo di pellicole come Glass, Chronicles e Lo chiamavano Jeeg Robot!! Ed è ovvio che le palle un po' girino, perché messa la trama nelle mani di uno sceneggiatore appena competente si scriveva da sola e senza "fare i fenomeni". Bastava parlare per dieci minuti con i genitori di un qualsiasi bambino sui dieci anni per cogliere degli spunti più interessanti. E invece no! Così assistiamo a un padre, profondamente contrario all'uso delle armi da fuoco, che porta baby-psycho-superman da abbattere cervi con il suo fucile da caccia (???). Allo zio che vede baby-psycho-superman (ricordiamo di 10 anni e suo amatissimo nipote) girare per casa sua con una specie di calza rossa in testa e urlare "checcazzzocifaiincasamiaaaaahh" (????). Vediamo la ragazzina compagna di classe di baby-psycho-superman che lo vede una sera fargli una visita in camera come in Dawson Creek urlargli "maniaco pervertito!!!" (?????). Va bene, non siamo in una pellicola Disney, ma il bimbo non può avere per lo meno un "trattamento da bimbo", per almeno dieci minuti di film? O allora quando inevitabilmente gli gireranno i coglioni tutti a tifare facile per lui! È veramente un film privo di sottigliezze e con veri e proprio svarioni logici. C'è tutto un sottotetto sulla natura delle api rispetto alle vespe (argomento furbescamente accennato durante una lezione a scuola e lasciato cadere nel nulla) che, se non fosse stato sviluppato da un cretino, avrebbe giustificato da solo metà delle riflessioni più interessanti sulla natura umana, l'inconciliabilità del diverso con la socialità, la possibilità di "scegliere la propria vita a dispetto delle proprie radici". A 'sto bimbo non viene manco data la possibilità di comprendere i suoi poteri e i suoi limiti, perché gli stanno tutti subito addosso sperando di sopprimerlo. E allora a bomba, bruciale tutte le madri del tuo paesino americano con il tuo sguardo laser! Falli a pezzi correndo velocissimo contro di loro, lanciali in aria come birilli e vedi l'effetto che fanno quando atterrano. Critica sulfurea e feroce alla società americana rurale media, autoreferenziale e priva di vera accoglienza per la diversità? Ma anche no, qui non siano decisamente in un film di Joe Dante, Zemeckis o Burton. E nemmeno in uno di quei progetti post-Troma del buon Gunn come quella piccola bomba di Slither. Posto che Brightburn è un film dalla trama scema in modo desolante, almeno ci si diverte? Un po' si, ma è davvero troppo poco. Con queste disastrose premesse si doveva per legge "buttarla fuori del tutto" e farcire per la gloria gli ultimi 30 minuti almeno di squartamenti multipli e distruzione. Cosa che di fatto "avviene", ma così sottotraccia e in modo "minimal" (forse per il micro-budget di cui sopra) che anche il fan della trashata horror più trasandata (io) rimane poco appagato.
- Conclusione:  Insomma, parliamo per me di "Robetta", magari pure simpatica alla prima visione ma morta lì. Un bel costume in una bella provincia americana tipo Smallville, con poco altro da dire. Talk0

P.S. Sicuro come l'oro che mentre il cugino e il fratello di Gunn passavano la serata etilica, che ha fatto scaturire questo capolavoro di sceneggiatura, stavano commentando come fosse oro questo video


Padri 1, bambini Rompipalle 0
Che in fondo per  scrivere un film su un nano che vola e lancia pippoli dagli occhi non è che ti chiedono una laurea in pedagogia... forse.

Nessun commento:

Posta un commento