- Per me
un grosso e deciso "NO!": Travis Knight è una persona molto
interessante. Non solo è figlio dell'uomo che ha creato l'impero delle scarpe
Nike (e ha pure un posto oggi nel consiglio di amministrazione), non solo è
presidente di quella magnifica realtà che è la società di produzione di
animazione in stop-motion che è Laika, ma è anche un regista giovane, pure
molto bravo, da tenere in altissima considerazione. Il suo Kubo e la
spada magica, quarto lungometraggio di Laika, è un vero gioiello animato e
questo Bumblebee è la sua prima prova con attori dal vivo, il primo film del
franchise Hasbro dei Transformers non diretto (ma qui comunque prodotto) da
Michael Bay.
Bumblebee
ha tutti gli elementi di un film dei transformers.
Una
trama che si muove da premesse senza alcuna attinenza logica con i capitoli
precedenti (in fondo se un capitolo vi da l'impressione di essere legato al
precedente per una trama di ampio respiro "non è un film dei
transformers").
Bellissimi
effetti speciali e visivi ad accompagnare la caratterizzazione (roba da spaccare
la mascella e far piangere di commozione soprattutto se siete fan del brand di
vecchia data) e combattimenti (con la classica "violenza velata ma non
troppo" del brand, che presenta in fondo botte degne di un Mortal Kombat)
di robottoni da favola.
Una
bella figliola al centro della scena, Hailee Steinfeld, possibilmente resa
ancora più sexy da una fotografia che ne evidenzia le bellissime gambe.
Un tono
generale divertente, condito da battute sceme in genere delegate a un
personaggio simpaticamente sopra le righe (Cena è una bella, insolita e
curiosa fusione degli storici personaggi i Turturro e Duhamel).
Knight
cucina seguendo di massima la ricetta. Non si limita a scaldare i quattro salti
in padella ma ci mette del suo nella ricetta, ha una sua visione della
storia, ha qualcosa di suo da voler innestare nel franchise. Cita e
reinterpreta il cinema per ragazzi anni '80, tenendo conto dello stupore
e magia che sapeva suscitare nei più piccoli. Ha attenzione e garbo nel
descrivere in immagini la vita, realistica ma non banale, di una
adolescente e del piccolo mondo che la circonda, soffermandosi dove serve e
alleggerendo dove serve. Sa evidenziare il cuore del racconto e sa gestirlo nel
modo migliore attraverso la storia. Ha pulizia e logica formale nel
gestire le scene d'azione, che deriva dall'effettiva sua competenza nel campo
dell'animazione. Come già emergeva in Kubo, Knight sa animare con molta
sensibilità i personaggi "virtuali", motivi per cui i primi venti
minuti, autentico "status tecnico" della pellicola, tripudio animato/
digitale a trecentosessanta gradi, sono davvero magnifici.
Tutta
questa cura, amore e attenzione, per me che in fondo sono un cretino, rendono
il film di Bumblebee una palla colossale.
Un
perfetto lavoro di garbo e di stile che rendono evidente come i Transformers,
posti in questi termini e in questo contesto, non hanno per me davvero nulla da
dire. Forse perché io Il gigante di ferro di Bird l'ho già visto e amato (scovandolo in dvd quando in Italia una distribuzione miopissima non l'ha
valorizzato per nulla), così come E.T. ce l'ho nel DNA perché è stata una delle
esperienze più belle della mia infanzia, come come gli anni '80, in cui ero
bambino e sono diventato adolescente.
Posso
rendermi conto che per un bambino, che non ha "vissuto negli 80" E.T.
e "nei 2000" Il gigante di ferro, questo Bumblebee sia qualcosa di
magico, che vada a nobilitare, per i fan, anche "il ricordo" dei
cartoni animati dei transformers.
Solo che
questo per l'appunto è per me un revival di E.T. e de Il gigante di ferro, e ha
pochissimi a che vedere con il cartone animato e il mondo dei Transformers, la
cui "sottotrama" è così poco importante per il regista che di fatto la
relega ai primi venti minuti iniziali e in poche scene sul finale. 130 minuti
di cui si parla di transformers per una 40ina, con i primi venti minuti da
urlo, gli ultimi cinque da ponte per il futuro possibile film e nel mentre
scenette riciclate dai due film di cui sopra e dalle "scenette dei transformers
a casa del protagonista" per lo più riprese dal primo film di Bay del
franchise. Il resto è un magnifico affresco sul percorso di crescita della
bravissima ragazzina protagonista, sul suo modo di affrontare i problemi e
paura per risolverli, anche grazie al suo "amico spaziale" che, come
per tutti gli adolescenti, "è solo, incompreso, bistrattato dal mondo,
come loro". Una "bella copia" per qualcuno del rapporto tra Sam
e Bumblebee del primo film. Ma di fatto una trama che se togli Bumblebee e ci
metti un tostapane spaziale o un cane venusiano non cambia di nulla. Non frega
in fondo al regista il fatto che Bumblebee sia un transformers e tutta la sua
sottotrama abbozzata male (come tutte le trame di tutti i film dei
transformers) che gli gira intorno sembra scritta (e magari, per
imposizione della famosa "writing room sui transformers" che si
occupa della serie, lo è per davvero) da qualcun altro. Ha quasi
una marcia diversa.
Michael
Bay aveva a che fare su uguali "trame transformers" strampalate, ma
nella sua follia e anarchia visiva dava al film molta più "benzina"
di più di così. Knight in 130 minuti (per me pure troppi) va sul racconto di
crescita e ci incentra (bene, con tridimensionalità) più o meno tutto il film,
con una colonna sonora di brani vintage e strizzate d'occhio a Breakfast Club.
Di sicuro a fine visione so tantissime cose su Charlie e ho una nuova
sensibilità nel guardare le adolescenti. Bay in 130 minuti faceva lo
stesso "percorso di amicizia" ma in un sesto del tempo, ti faceva la
sottotrama militare, ti faceva la sottotrama del presidente e della
decifrazione del messaggio alieno (o comunque una trama relativa a come il
mondo istituzionale/impresa/sociale affrontava i transformers), ti faceva la
sottotrama sui men in Black del settore 7, ti faceva il disaster-movie su vasta
scala dell'ultimo atto di tutti i film, ti faceva la sottotrama ambientata in
un diverso periodo storico, aggiungeva la sottotrama della ricerca di un
qualche strano e oscuro manufatto alieno. C'era pure sempre una sottotrama che
riguardava animali buffi o mini-transformers o bambini. Bay era spesso
bulimico, eccessivo, sopra le righe, confusionario nella gestione del tutto e
soprattutto "estenuante" della messa in scena. Bisognava essere pieni
di Red bull e carta per appunti per sostenere l'enorme e inutile matassa di
informazioni che si affastellavano, che non si amalgamavano mai bene e che si
scopriva non avere alcun costrutto e seguito nel film successivo. La visione
era frustrante e pesante come una peperonata, ma era una esperienza visiva (fin troppo) completa. Dopo la visione di un qualsiasi transformers di Bay non
ho mai imparato qualcosa di nuovo sulla mia visione del mondo, ero solo
contento per aver visto uno spettacolo figo e sopra le righe che mi ha bombardato
gli occhi e la testa per più di due ore.
Passare
da Bay a Knight è come passare da un doppio menù King di Burger King
a una insalatina leggera con un the verde. Il "Bay menù" ti
riempie lo stomaco per ben oltre i 130 minuti di visione, ne subisci gli
effetti per almeno una settimana, tra scene assurde e buchi logici, tra
esplosioni continue e immotivate e innumerevoli personaggi assurdi da definire,
tra riprese vorticose e psichedeliche. Lo "Knight menù" lo hai già
digerito dopo 40 minuti e devi stare in sala fino a 130, con uno dei nodi narrativi centrali che riguarda la voglia della protagonista di tornare a far
parte della squadra di tuffi della scuola. Non ci sono indugi sexy nel
riprendere la bella protagonista, nessun eccessivo compiacimento per
morte/distruzione (anche se un minimo sindacale soddisfacente in questo campo
rimane garantito), non ci sono persone/robot/Animali che scorreggiano, niente
sottomarini/astronavi/terremoti/invasioni che a un certo punto "accadono",
niente politici né dinosauri né esploratori né cavalieri medioevali sullo
sfondo, niente feticismo per le auto di lusso, niente o pochissimi
botti/squarci/città esplose. Niente Turturro/Tucci/Hopkins/Malkovich che si
coprono di ridicolo. Questo Bumblebee ha tutta la sensibilità e gli occhioni
dolci per aiutare ogni ragazzina a risolvere i suoi problemi famigliari. Questo
Bumblebee può essere un Totoro (o meglio un gattobus) o un piccolo
alieno/cucciolo da salvare, magari con l'aiuto di un orribile fratellino in over-acting
come la Drew Berrymore di E.T. (che io odio, ma so essere imprescindibile in
qualsiasi film per per-adolescenti). MA è per me troppo leggerino, troppo
derivativo, troppo per bene ed educato per colpirmi come mi ha colpito la
nefanda cinquina di Bay, l'abominevole "abbuffata visiva" con cui mi
sono deliziato negli ultimi 10 anni.
Leggo
commenti entusiasti in rete, leggo di gente che ama il franchise che dice che è
"questo il modo giusto" per proporre i film dei Transformers. Che
questi 130 interminabili minuti sono stati per loro una brezza felice di
Amarcord e dolcezza. Per loro questo equilibrio è buono e probabilmente due
conti li avranno fatto anche i produttori. Probabilmente hanno ragione loro,
tutti, probabilmente a me, che sono un po' strano, dei film dei transformers di
Bay interessava di più il fatto che fossero film di Bay, produzioni
male-compresse e per me indecifrabilmente attrattive dello squinternato,
eccessivo, discutibilissimo e anarchico Bay. Senza di lui questo brand è per me
come il sushi senza wasabi. C'è a chi può piacere di più così.
Io
invece sogno ancora il sesto film dei transformers di Bay che non si è fatto è
forse mai si farà, quello in cui la Terra diventava il pianeta -transformers
Unicron, trasformando tutto lo scenario in un corpo in movimento costante.
Sarebbero stati svegliati gli altri cavalieri transformers, i quintessenziali
sarebbero arrivati con diecimila astronavi sopra la Muraglia Cinese,
si sarebbe disputata la battaglia definitiva tra un rinato devastator contro
tutti i transformers combinabili, tutta Londra, New York e Pechino sarebbero
esplose sotto attacchi alieni e John Turturro, in mutande e coperto da sperma
di lontra aliena, circondato da tutte le conigliette della Playboy Mansion,
avrebbe salvato tutti. E insieme a un TurTurro, finalmente protagonista e
circondato dalle più grandi fighe della terra più Angela Lesbury, Optimus
Prime, combinato a Ultra Magus, avrebbe condotto una battaglia campale di
quarantasei minuti, ambientata sulla Luna in collisione con la Terra. Al suo
fianco e diventato buono Megatron, alla guida di elefanti in tuta spaziale,
contro un campo di meteoriti comandati mentalmente da Steve Buscemi. Il
disaster movie definitivo, il war/space/fantasy più eccessivo, l'assurdità
finale che sarebbe stata il testamento artistico ultimo alla follia visiva di
quel pazzo di Bay.
Ma non
tutto è perduto.
Nel
prossimo film Bumblebee potrà sempre aiutare un ragazzino dislessico a far
fonte agli attacchi dei bulli della sua scuola, mentre sullo sfondo gli autobot
avranno a che fare con gli effetti di un manufatto raro chiamato
"qualcosium".
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