Dopo l'interminabile sviluppo e supporto di Injustice
2, Ed Boon e NetherRealm Studios finalmente tornano al loro pargolo migliore,
in grande stile, presentando a sorpresa questo trailer durante il Game Awards
2018. Injustice mi piace, ma Mortal Kombat mi piace di più e avrei preferito al
posto di Injustice 2 (con metà dei personaggi di cui non mi è mai fregato
nulla, e non parlo dei bellissimi guest character, che invece ho amato tutti)
che continuassero ad uscire per Mortal Kombat X decine e decine di dlc. Ora
però l'attesa è finita e anche se si sa ancora poco o nulla del nuovo titolo
Boon sgancia la bomba, anche se nella forma un po' laida del "bonus
preordine": Shao Khan tra i personaggi selezionabili. Shao Khan, avete presente?
Il boss finale implacabile, barbarico e oscuro, con elmo diabolico, martellone
e tante schiave lascive ai suoi piedi è finalmente (senza cheat) giocabile
dopo più di dieci anni buoni. E a me basterebbe davvero questo insieme alla
data di uscita del gioco, fissata per fine aprile. Lo scontro che viene
mostrato nel filmato, un classico Scorpion vs Raiden, si dice che utilizzi il
motore di gioco che sarà applicato in-game. Si parla di personalizzazione dei
personaggi dal lato estetico e forse pure su quello del gameplay e la cosa mi
fa paura, mi fa presagire i giocatori di Soul Calibur e Tekken vestiti
intenzionalmente da pagliacci per distrarre l'avversario, spero che questo
aspetto sarà contenuto, non voglio affrontare un Goro coperto di pagliuzze dorate,
con in mano degli acchiappa-mosche e con un testa un vaso da notte. Ho già gli
incubi. Ma Mortal Kombat "è Mortal Kombat" come direbbe il saggio. E
lo è ancora di più se sei nato come me nei '70 e hai visto il primo in sala
giochi, se ti sei deliziato con l'immenso numero 2 su Megadrive, se hai cercato
la raccolta dei primi 3 su ps1, hai esultato quando lo hai visto al cinema come
opera prima di rilievo di Paul Anderson, ti sei depresso nelle prime interaZioni
3D del brand e sei tornato all'ovile, con Mortal Kombat IX, che era vicino alla
cosa più bella del mondo anche se era doppiato col culo. Mortal Kombat che
dietro alle mosse legnosine e l'appeal barocco trasuda gli anni '80 della mia
giovinezza nel modo più reaganiano, muscolare, carpenteriano e vandammoso.
Mortal Kombat che è roba da truzzi fanatici degli horroracci sanguinolentucci e
filmacci marzialeschi brutti fin nel midollo ma che per questo, per la sua
carica tanto libertaria quanto scema, non gli si può volere male.
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