domenica 4 novembre 2018

L'attacco dei giganti, in edicola il numero 25 del manga di Isayama che è in testa alle classifiche di gradimento da 10 anni



 Era un secolo o due fa quando le avventure di Eren, Mikasa e compagni iniziarono a infiammare la fantasia degli appassionati, prima con il manga scritto e disegnato dall'allora molto giovane Isayama, poi con l'anime prodotto dallo studio Witt. 
Indietro nel blog c'è un ormai vetusto post in cui parlavamo di questo vero e proprio fenomeno culturale, che è stato in grado di imporsi all'attenzione attraverso tutti i media possibili tanto in modo diretto che attraverso citazioni più o meno dirette. Un successo meritato a una produzione generale che negli anni ha saputo migliorarsi e arricchirsi quasi su ogni aspetto, ma che non avrebbe potuto arrivare così lontano se non fosse stato per la grande intuizione iniziale di Isayama.
Tutto nasce da un'idea forte, primordiale, in grado di scuotere nel profondo ogni lettore: in un mondo di stampo medioevale, all'interno di città circondate da alte mura, l'umanità vive inquieta ben sapendo cosa si cela nel mondo esterno: creature giganti e deformi, antropofagi e folli. Le mura sono l'unica difesa possibile dai "giganti", ma al contempo rapprendano una barriera sociale laddove i poteri forti risiedono al centro di più fila di mura, mentre i paesi più poveri vivono esposti a ridosso delle barriere. Poi un giorno accade l'inevitabile, giganti particolarmente alti e minacciosi creano una breccia in un muro esterno e Eren, il nostro protagonista, che è ancora un ragazzino gracile con enormi occhi verdi, assiste impotente all'invasione del suo paese da parte di migliaia di giganti. Impotente, assiste a una carneficina brutale che si protrae senza sosta e infine guarda con i suoi stessi occhi un gigante divorare sua madre. Eren cresce e diventa un soldato, vuole affrontare i giganti e ora c'è un'innovazione tecnologica (che in pratica dà a chi la usa la capacità di volteggiare come Spiderman) che permette di affrontarli. Seguono battaglie, colpi di scena, lutti e rivelazioni incredibili sulla natura stessa dei giganti e sul loro scopo. Tutte cose che vi consiglio di scoprire in prima persona attraverso la lettura del manga, pubblicato da noi da Planet Manga, o attraverso la visione dell'anime, anche se quello è un bel po' indietro al momento, pubblicato da Dynit. Negli episodi contenuti nel volume 25 dell'edizione italiana ho avvertito in un certo modo la sensazione che si sia "chiuso un cerchio", che l'opera abbia raggiunto il punto più alto che si prefissava fin dall'inizio su uno dei temi che aveva più a cuore: descrivere il senso ultimo delle guerre, l'annichilimento nell'individuo di ogni umanità dietro all'ineluttabilità del comando o della strategia che gli impone un "dover fare". È questa sconfitta, sul piano morale e materiale, il sentimento che aleggia maggiormente tra le pagine. È pesante, è spiacevole ed è un aspetto che raramente un fumetto ha davvero il coraggio di esporre, dando per di più al lettore tutti gli elementi possibili per giudicarlo. Giudicarlo sulla base della storia letta fino allora, sul piano emotivo dell'evoluzione che hanno avuto i personaggi, sul piano meramente "strategico-militare". Dopo questo momento la storia del fumetto prosegue, i combattimenti proseguono e sembra che nei prossimi mesi arriveranno ancora nuovi colpi di scena importanti. Ma per me qui si è già arrivati alla riflessione più importate e dolorosa, al punto in cui non mi sarà più possibile guardare ad alcuni personaggi con gli stessi occhi. Sto leggendo molti fumetti interessanti nell'ultimo periodo, alcuni che hanno una propensione a essere provocatori, scorretti e scomodi fin dall'inizio e che mi piacciono proprio per la loro carica sovversiva. Pura evasione nella maggior parte dei casi. L'opera di Isayama, che partiva in modo molto pulp, tra i corpi smembrati da creature che potevamo tranquillamente definire "zombie 2.0", ha saputo arricchirsi di significato, aprendosi a livelli di lettura spesso esaltanti, a volte davvero intelligenti. Mi fa specie celebrare questi 10 anni di pubblicazione in un momento narrativo così complicato per la vita dei personaggi del manga, ma questa è solo l'ennesima dimostrazione del talento di Isayama come narratore per immagini unico e sempre originale, all'interno di un panorama di nuvole parlanti che oggi, forse, sembrava non avere più molto da dire. Se volete seguire la storia senza leggere, anche l'anime è molto bello, anche se per me troppo stiracchiato nella narrazione. Mi sarei aspettato dei film animati senza animazioni riciclate e con l'esplorazione di aspetti inediti, ma per ora da questo punto di vista sono stato un po' deluso. Rimane "tanta roba". Buona continuazione a chi è già un lettore e buona scoperta a chi non si è ancora avvicinato all'Attacco dei Gianti
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