giovedì 28 dicembre 2017

Bad moms 2: la nostra recensione


È Natale, tutte le famiglie si ricompongono e allargano per le feste e succede anche alle nostre amabili e un po' scorrette "mamme cattive". E dietro a una mamma cattiva c'è sempre un'altra mamma cattiva. L'insicura Amy (Mila Kunis) scopriamo quindi che ha alle spalle, forse, una mamma ultra-autoritaria ed egocentrica (Christine Baranski). La perfettina Kiki (Kristen Bell) è inseguita, oltre che dall'analista, da una mamma, forse, troppo-amica (Cheryl Hines). La coatta Carla (Kathryn Hahn) c'ha addirittura una mamma (Susan Sarandon) che si presenta solo per chiedere i soldi e sparire di nuovo. E tutto questo circolo affettivo vizioso non può che peggiorare sotto le feste, cariche come sono degli indispensabili, e forse un po' tediosi,  riti natalizi. Il coretto di Natale casa per casa, che la mamma di Amy trasforma per egocentrismo in una rappresentazione teatrale itinerante. Il regalo più bello, che per la mamma di Kiki è trasferirsi nello stesso pianerottolo in cui abita la figlia. La festa del giorno di Natale, che per Carla significa stare in solitudine con il figlio adorabile ma mezzo scemo mentre la mamma è nottetempo scappata con i soldi e un camionista. Riuscirà la magia del Natale di dickensiana e cattolica memoria a salvare la situazione? Anche perché le nonne, forse, non sono così male come sembra.


Secondo film delle mamme cattive, in America uscito come A Bad Moms Christmas, diretto e scritto sempre da quei diavolacci di Jon Lucas e Scott Moore, autori dietro ai testi, tra le altre cose, della trilogia di Hangover- una notte da leoni. E se in Una notte da leoni il senso finale del tutto era il latinissimo ma modernissimo "selem in anno licet insanire", con Bad Mom la parola d'ordine era e continua ad essere "anche le donne scorreggiano". Anzi "scurreggiano", per dare all'espressione la giusta caratura. E non parliamo di attrici comiche sopra le righe (e che personalmente non mi hanno mai fatto ridere) come la "over-acting" Whoopi Goldberg, la fasulla Kate McKinnon o l'insopportabile, molesta e francamente odiosa Melissa McCarthy. Parliamo della amabile Mila Kunis doppiatrice originale di Meg nei Griffin, della sempre solare Kristen Bell che oltre a Veronica Mars doppia Anna in Frozen, e di Kathryn Hahn, che tra tante parti riuscite mi ha fatto anche Captain Fantastic, The visit e The secret life of Walter Mitty (c'era anche in Tomorrowland, ma sappiamo tutti che quel film in realtà non è mai esistito). Questo terzetto di mamme timide, insicure e un po' emarginate ha combattuto nel primo film contro una delle istituzioni più socialmente scomode nella umana quotidianità: i genitori dei compagni di scuola di tuo figlio. Tra feste di classe, incontri con gli insegnanti e pranzi preparati da casa avevano vinto, dimostrando che dove si pensa che ci sia normalità si nasconde la più anormale follia e viceversa. Oggi le nostre eroine, più sodali e "vere" di prima, affrontano lo step più tosto, quello intergenerazionale: i nonni. Perché i tuoi genitori quando diventano nonni sono delle entità diverse. Quelle che di nascosto allungano il centone ai tuoi figli, quelle che ti fanno sentire orribile se non sei troppo empatico, quelle che ci sono da qualche parte ma con cui non puoi vivere insieme. I nonni o meglio le nonne di questo film firmano un trio altrettanto agguerrito e adorabile. Christine Baranski, la Marta May del Grinch e la dottoressa Beverly di Big Bang Theory (nel mare sterminato del suo curriculum) è l'autentica mattatrice della pellicola. Incarna la madre autoritaria e prezzemolina, all'apparenza gelida e inapprocciabile. Da vera dominatrice (con tanto di marito-valletto-muto) domina la scena, impartisce ordini, ha mille sfaccettature e dei tempi comici fulminanti e spesso sulfurei, ruba le inquadrature con così tanta classe che ci inchiniamo, ma soffriamo per il personaggio di sua figlia, una Kunis mai così piccina piccina che da personaggio principale viene realmente oppresso e sadicamente ridimensionato. Cheryl Hines ha un personaggio così tenero che si soffre quasi nel constatare la sua invadenza. Si veste come la figlia, riguarda continuamente le foto, tutti i giorni si presenta a cena e la povera Kristen Bell non sa davvero cosa fare per allontanarsi, almeno per un secondo, dai suoi dolci abbracci. La Sarandon invece è la mamma assente per antonomasia, quella che vive chissà dove con qualche amorazzo trovato facendo l'autostop ma verso la quale non si riesce proprio a volere male. E lei se ne approfitta, allungando le mani pure sul love-interest della figlia, che come vuole l'eccentrica caratterizzazione del personaggio della Hahn non poteva essere che uno stripper conosciuto durante una sua seduta di depilazione come estetista. C'è una scena assurda nel film in cui la povera Carla non ce la fa più di tutte le donne che le vengono in studio a chiedere la depilazione inguinale per Natale e poi arriva lui, il principe azzurro, Justin Hartley, che dopo l'incontro le propone di andarlo a vedere mentre impersona Babbo Natale in uno spettacolo per sole donne. Spettacolo a cui Carla porta pure la madre, che ci prova con lui! La Hahn e la Sarandon sono strepitose in coppia ed è davvero bello vedere la grande diva (di cuori riparleremo presto in merito all'ultima miniserie di Ryan Murphy) vestire dei panni così leggeri, da buzzicona scorbutica. Non si prende sul serio, è in "gita scolastica" dalle sue troppe parti drammatiche e noi non possiamo che volerle bene. Il film è questo, l'incontro di queste sue generazioni di mamme amabilmente disfunzionali durante il periodo del Natale. È un film tutto o almeno al 96% al femminile, in cui gli attori maschi sono per lo più stripper o maggiordomi muti ma è sempre, ricordiamocelo un film di Jon Lucas e Scott Moore. Dietro alle scorrettezze e ai luoghi comuni si nasconde molto di più, se riuscirete a coglierlo. E allora i personaggi più assurdi riescono a essere anche quelli più veri. 

Ci è piaciuta questa maratona natalizia delle mamme cattive. A fare come loro i cattivi, segnalo una scena al centro commerciale forse troppo (davvero troppo) sopra le righe per essere divertente, ma tutto il resto funziona, ingrana bene la marcia e ci porta una bella pellicola per distenderci dopo il panettone e magari, tra un rutto e un peto, farci commuovere. Non aspettatevi troppe sofisticazioni però: qui si ride. 
Talk0

Nessun commento:

Posta un commento