"Riuscirà Jason Blum della Blum
house a risvegliare il diabolico brand ormai appassito?"
-Sinossi:
C'è una casa maledetta in città. È apparentemente accogliente, ma ti guarda
male, con quei suoi finestroni / occhiacci che spuntano dell'attico. C'è stato
un fatto di sangue terribile, c'è stato un processo mediatico sullo stesso che
non ti dico, c'è di mezzo lo scantinato che nasconde dietro a delle
assi di legno una stanza rossa degli orrori satanici. Ci sono pure venuti a
investigare i Warren, i demonologi "autorizzati dal vaticano" (e alle cui imprese reali sono ispirati i fatti narrati nei film della serie The
Conjuring, Annabelle, e i prossimi Nun, Tall Man ecc. ecc.). Tutti conoscono
la storia, al punto che ci hanno girato pure un film, un seguito e un remake
brutto con Ryan Reynolds ed è carino il gioco meta-storico-cinematografico che
imbastisce la pellicola attraverso il personaggio dello studente ultra esperto
di horror, che strizza un occhio alla nerdspoilation di Scream. La casa è
maledetta, tutti lo sanno e sta pure nei tour turistici cittadini. Ma una madre
di famiglia, Joan (Jennifer Jason Leigh, sempre bellissima dai tempi di
Inserzione Pericolosa) in quella casaccia ci vuole andare con tanto di figlia
adolescente ribelle, figlia piccola in odore di vedere i morti e figlio
malatissimo e incatenato a un letto a vita dopo un traumatico evento distruggi
- famiglia (Cameron Monaghan, il lanciatissimo e bravissimo "Joker"
della serie TV Gotham) di cui lei si sente ovviamente colpevole. Ma la
casa costa poco ed è così grande da permetterle di stare tutto il giorno
ad accudire il figlio. Potrebbe essere che tutte le storie di sangue dietro la
casaccia siano fesserie. O forse no?
- Un
horror che si diventa ciechi: Certo che se vogliono spaventarmi con questo film
di presenze/assenze e di soprannaturale/ (spoiler), molto introspettivo e
gustosamente problematico sul concetto di "fede", non possono
mettermi una attrice dalle gambe interminabili e fisico da urlo come Bella
Thorne, che interpreta la figlia più grande, Belle, perennemente in body,
sguardo arrapante e sul punto da andare sotto una doccia. Ma come si fa? Se
siete maschietti preparatevi a stare arrapati per novanta minuti, se siete
femminucce preparatevi a mollare una pizza in faccia al moroso che avete
accompagnato in sala. E non c'è rimedio!!! La Thorne mi manda in fissa tutto il
film e lo fa dall'inizio pure!! Che la strategia di Jason Blum sia di
rinverdire la stagione dello slasher anni '80? Però in quei film benedetti da
Michael Meyers per lo meno c'era lo splatter liberatorio e ampiamente metaforico
a scandire le docce di procaci e "peccaminose" fanciulle. Qui no. Il
film ad ambientazione "satanica" e ogni sua possibile velleità
drammatica mi si distrugge se contaminato dall'incipiente libidine dello
spettatore medio nel vedere questa dea mezza nuda anche solo incedere sulle
scale. Ma quali jump scare!!! Che si sposti e lasci vedere quel ben di Dio!!!
Anche Maika Monroe in It follows era ugualmente arrapante e dominante sullo
schermo, ma quella era un horror che aveva come cardine il sesso e la paura
dello stesso, era funzionale alla trama il fatto che fosse una bomba sexy
barely legal.
Qui invece scombussola e distrae da un tipo di entità diabolica
che è pure originale e potenzialmente interessante. Il mostro c'è e non c'è, è
una specie di Babaduk, è qualcosa che nasce dalla famiglia e si radicalizza
nella safe-zone dell'area familiare. La casa è il luogo dove spesso si
rifugiano, deluse dalle amicizie e dalla rete sociale, le famiglie che
sopportano gravi situazioni dolorose nella loro routine. Il film dimostra, più
di mille trattati sulla natura umana, come male, il "diabolico" o
quanto è socialmente / giuridicamente sbagliato" diviene quindi un
placebo in alternativa al niente, all'urlo di rabbia contro il "niente sociale"
che rimane estraneo al dolore che gli si presenta sbattuto in faccia. È un
messaggio importate, è una considerazione potente che un film come questo
riesce bene a descrivere analizzando rapporti tra i personaggi chiari e
dichiarando come il vero orrore esiste nel mondo reale. Il film per questo va
bene e si riesce a installare un po' nella testa degli spettatori. Ma bisogna
davvero fare uno sforzo psicologico enorme per non distrarsi dalla trama seria
e mettersi a scrutare con i bulbi oculari spalancati tutti i centimetri di pelle
soda e formosa di Bella Thorne. Ci vediamo tutti dall'oculista.
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