- Sinossi fatta male: Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) è il dio del bisturi, il neurochirurgo definitivo, il pianista della scienza
medica, uno degli uomini più intelligenti del pianeta. Ricchissimo e
famosissimo, perfezionista fino al parossismo, vive alla costante ricerca di
nuove sfide per la sua mente e per le sue mani, allo scopo di poter ampliare il
suo personale medagliere di "migliore tra i migliori". Nessuna
debolezza, nessun sentimento, Strange mette soggezione a tutti, compresa la
povera Christine (Rachel McAdams), che vorrebbe riuscire a tirare fuori il suo
lato umano (se mai esistesse). Come succede nelle favole, a un certo punto il
destino si accanisce con Stephen: mentre guida con precisione la sua auto sotto
la pioggia, sorpassando e facendo al contempo un consulto medico senza guardare
la strada, un'auto colpisce la sua vettura. Ci fosse stato lui su quell'auto,
questo non sarebbe successo. E così il medico si ritrova con la macchina che
gira come una trottola, cade in un dirupo e quasi affonda in un corso d'acqua.
Poi tutto diventa nero. Col faccione pestato si sveglia su una barella e non
crede ai suoi occhi: le sue straordinarie mani da pianista del bisturi sono
tutte malamente ricucite e avvitate a un grezzissimo e contorto supporto di
sostegno che pare partorito dal Vincent Price di Edward Mani di Forbice. Se ci
fosse stato lui a operare, tutto questo "trattamento Frankenstein" non
sarebbe successo. E allora il buon Strange si danna la vita e dilapida il suo
patrimonio alla ricerca di infinite cure e operazioni. Per riavere le sue mani,
arriva al lastrico, perde le unisce persone a lui amiche e infine rincorre un
miracolo. Una persona nota all'ospedale in cui lavora è riuscita a tornare a
camminare, nonostante la medicina lo avesse dichiarato invalido. Stephen ci
parla, si fa convincere a intraprendere un viaggio in Nepal, in una località
misteriosa dove l'uomo afferma di essere stato guarito. Come Julia
Roberts in Mangia, Prega, Ama, come Bruce Wayne in Batman
Begins, come mia cugina alla terza replica di Pechino Express: la
speranza sta in oriente, tra pagode e povertà. Stephen Strange, il massimo uomo
di scienza, quello per cui l'uomo è solo un ammasso di molecole combinate, alla
fine del viaggio incontra il misterioso Antico (Tilda Swinton). Lui pensa di
trovarsi davanti (con un gran moto di fantasia) a un chirurgo che è in grado
di riprogrammare cellule con la nano-robotica, un luminare pazzo che opera con
strumenti e materiali sperimentali e non approvati dalla medicina mondiale. Ma
con sua grande sorpresa Strange si trova davanti una guida spirituale, una di
quelle che ti dice di "convogliare verso la guarigione la tua energia interiore". L'ex pianista del bisturi esce pazzo, si sente come il turista
truffato con gli elefantini portafortuna appena rifilati in mano, si
scaglia contro l'Antico. Ma l'Antico risponde e con un colpo ben piazzato sul
petto e in un tripudio di effetti speciali fa letteralmente vomitare arcobaleni
al medico.
Il corpo astrale di Strange salta fuori dal suo corpo e noi
con lui, soprattutto se muniti di occhialetti 3D, entriamo in piena psichedelia
in stile anni 70. Ci spostiamo nello spazio senza gravità, tra città che si
trasformano in caleidoscopi multicolori e dimensioni parallele che pulsano di
architetture organiche allucinogene, andiamo in fondo al mare e di precipitiamo
ai confini dell'universo. Strange in pochi secondi si spara un viaggio così
assurdo che quando è finito rimane lì, davanti alla porta della casetta
dell'Antico, per ore, in attesa di un altro giro di giostra. Riuscirà Strange a
riavere l'uso delle sue mani per tornare a operare? Oppure scoprirà che niente
è accidentale e c'è uno scopo più alto che lo ha condotto in Nepal, ossia farsi
di trip mistici fino alla morte?
- Sembra Iron-Man ma non è.. Serve a darti l'allegria!
Ha il pizzetto come
Iron-Man, ci sono cover fin dal 2000 (la mini di Straczynski) in cui è
disegnato identico ad Iron-Man, la sua trasformazione da supereroe avviene
"in età adulta" come Iron-Man, l'interprete scelto per impersonalo ha
un caché di sicuro non troppo inferiore a quello iniziale dell'attore di
Iron-Man. L'universo cinematografico condiviso Marvel "invecchia", si
prepara al big bang di Infinity Wars previsto per il 2018-2019 e inizia piano
piano il turn-over dei personaggi di punta per la cosiddetta "fase
4", cerca nuovi volti. Hanno già con la Civil War parzialmente
"testato" Pantera Nera e Spiderman, avremo presto un assaggio
di Captain Marvel e già abbiamo conosciuto "l'identità pubblica" e il
costume di Wasp. Ma su Strange si punta molto, tantissimo, Cumberbatch deve
essere il Robert Downey Jr 2.0. E se Iron Man dava allo spettatore soprattutto
adulto il sogno della seconda occasione, con il capitalista per eccellenza che
scopriva il "sociale" e iniziava letteralmente a "volare",
Strange fa più o meno lo stesso, ma sostituendo al volo i funghi allucinogeni.
Con Strage il mondo Marvel si spalanca al soprannaturale, agli spiriti, alle
dimensioni parallele, in una parola: la magia. E viene detto a chiare lettere
in questa pellicola: mentre gli Avengers combattono contro minacce provenienti
dal piano della realtà, sebbene arrivino da pianeti lontani, ci
sono altre forze, come l'Antico, che quotidianamente si confrontano con minacce
di origine spirituale. Demoni ultra-dimensionali come Dormammu.
E la magia come viene presentata in questo film è qualcosa di davvero
interessante e "fresco", vintage nella psichedelia e geometricamente
ardito come i palazzi mentali di Nolan (che a loro volta presero da Escher, e
furono già tradotto al cinema in Labyrinth, tra gli altri). Ci sono gli
oggetti magici "con propria personalità", come il simpatico mantello
della lievitazione che sembra il nipote delle scope stregate di Fantasia, il cugino del tappeto volante di Aladdin e lo zio del cappello parlante di
Harry Potter. Ci sono i libri polverosi "incatenati" e misteriosi
stile Necronomicon de La Casa. I glifi con poteri elementari, che si disegnano
in aria come nei fantasy moderni (ma senza bacchette) e nei videogame alla
Final Fantasy. Ci sono le sbalorditive e vertiginose "realtà a
specchio", una evoluzione del concetto dei "campi di battaglia
mistici" di X delle Clamp, rielaborati con le architetture
mobili di Inception in gigantesche trappole mortali a ingranaggio. Non
contenti, ci mettono dentro pure un piano astrale inquietante che richiama
Insidious, in cui tutti si muovono come fantasmi, e le porte dimensionali che
si aprono e chiudono un diverse zone del mondo alla Monsters & Co. E non
vi ho detto molte altre cose che lascio a voi scoprire. La magia ha mille
estensioni. E tutto si amalgama benissimo e visivamente è da infarto,
soprattutto se visto su uno schermo gigante, magari in 3D. Nell'ottica della
implementazione continua, croce e delizia del Marvel Cinematic Universe, i
poteri di Strange applicati ad un film corale offrirebbero fin da ora soluzioni
visive e concettuali inimmaginabili. Non mi dilungo troppo su questo
punto, visivamente Doctor Strange è fenomenale e Benedict Cumberbatch perfetto
per questa parte quanto lo è Robert Downey Jr su Iron-Man. Ma "tutto il
resto del film", com'è ?
- La storia dietro agli effetti speciali fighi: non ci giro troppo sopra, la
trama è linearissima, piuttosto divertente, prevedibile ma piena di trovate
carine. Forse ci si perde troppo per far vedere e un po' spiegare "tutta
questa magia" e si lasca un po' da parte la trama. Il film parte lento ma
accelera subito, mantiene un ritmo sostenuto e arriva a un finale strepitoso
in cui abbiamo davvero il perfetto Doctor Strange dei fumetti, quello che con
logica e ironia è in grado di mettere nel sacco le più inimmaginabili potenze
cosmiche. Stranamente, per un film nel quale lo scorrere del tempo è un
tema-chiave, ho trovato un difetto (seppur veniale) il fatto che non si
riesca in alcun modo a quantificare il periodo di addestramento di Strange.
Poteva andare bene qualunque cosa e se mi dicevano che nel luogo mistico
"pinco pallo" il tempo scorre a una velocità diversa rispetto al
mondo reale ci avrei pure creduto. Invece si ha davvero la sensazione che
l'apprendimento accada troppo in fretta, con le relazioni tra i
personaggi che appaiono inoltre un po' sacrificate tanto dai momenti in cui
viene "spiegata la magia", tanto dalla troppa azione in cui è immersa
la pellicola. C'era forse troppo da dire e da fare in questo primo film, ma
sono sicuro che con il probabilissimo seguito si riuscirà a esplorare al meglio
anche i punti rimasti giocoforza "schiacciati" dalla trama. E il
seguito è più che probabile perché qui ci si diverte un casino, sembra di stare
alle giostre e forse si arriva a quel livello di sense of wonder imprevedibile
del primo Iron Man, quando il personaggio era un perfetto cane sciolto
imprevedibile: non lo conosceva ancora nessuno (almeno fuori dalle fumetterie)
e nessuno sapeva cosa era in grado di fare e se voleva farlo.
- Gli attori in
scena: Cumberbatch è perfetto, con il suo fisico segaligno, gli occhi obliqui e
il suo portamento regale. Conserva quella lucida intelligenza e l'orgoglio che
ne hanno fatto tanto un ottimo Sherlock che un grande Khan, ma non dimentica di
maneggiare l'ironia, da sempre una delle carte vincenti del personaggio di
Strange. La sua interpretazione dona nuova luce al personaggio, lo svecchia un
po'.
Tilda Swinton è rimasta negli anni quella splendida ed eterea creatura
asessuata vista nel 1992 in Orlando, tratto dal romanzo di Virginia
Woolf. "Non appassisce, non inaridisce, non invecchia", per dirlo in
omaggio a quella pellicola. C'era quella bellissima scena, nel capolavoro di
Sally Potter, in cui la Swinton, Orlando, acquisita una nuova vita e una nuova
sessualità (è un testo in cui Orlando trasmigra da un corpo all'altro),
scrutandosi allo specchio diceva: "Stessa persona, nulla che sia mutato,
solo il sesso è diverso". E questo era possibile perché era un personaggio
con una sensualità non annichilita, quanto "doppia". Non è un caso
che in Costantine le abbiano fatto interpretare l'arcangelo Gabriele,
conservando questa sua doppiezza che però qui appariva letale (maschile)
quanto sensuale (femminile, scultorea, quasi michelangelesca). Il
"suo" Antico ( e Ancient one non ha alcuna
connotazione maschile o femminile) è giocoforza diverso da quello del fumetto,
ci dicono che è "molto anziano", forse di origine celtica e appare
da subito potentissimo. Se in Orlando e con Gabriele raddoppiava la sensualità,
qui la sottrae del tutto e l'Antico appare come un corpo di puro spirito,
scavato, svuotato anche nei tratti somatici dal tempo e dalla eterna lotta che
combatte contro il male, uno spirito in cerca di riposo e di perdono dai suoi
peccati. E la Swinton è sempre straordinaria, forte e vulnerabile quanto
"sola" e fragile.
Chiwetel Ejiofor interpreta Mordo e forse è il personaggio più sacrificato nel
film. Il suo personaggio compie una trasformazione importante e radicale, ma
non riusciamo a vederla bene ed è un peccato. Mordo è complesso, vive sostenuto
da un alto senso dell'onore e ha paura che forze potenti, soprattutto se usate
con superficialità da mani inesperte o troppo ambiziose, sconvolgano lo status
quo, commettendo ingiustizie nei confronti dei più deboli. Il male può
annidarsi ovunque. Di sicuro in futuro questo personaggio potrà fare qualcosa
di interessante.
Benedict Wong interpreta... Wong. E gli fornisce lo spirito e la
paciosità giusta, ne fa la perfetta spalla per Strange, con i tempi comici che
funzionano splendidamente. Mads Mikkelsen è Kaecilius e purtroppo finisce
presto nel calderone dei villain un po' insipidi di troppe pellicole Marvel. Il
suo scopo è così vago che non si rende conto forse nemmeno lui di quello che
effettivamente vuole SPOILER e quando Strange con un patto fa sì che lui
finisca al cospetto del suo oscuro signore non pare troppo contento FINE
SPOILER Mikkelsen cerca di infondergli più umanità che può, persino un sense of
humor e il trucco riesce a definirlo bene, tuttavia Keacilius, al di là della
forza e brutalità che esprime al meglio, non colpisce come dovrebbe. Ultima ma
non ultima Rachel McAdams, il cui personaggio è travolto e sconvolto dalla
freddezza dello Strange della prima ora, come dal misticismo dello Strange
"del nuovo corso". E' disorientata quanto amabile come Natalie
Portman alle prese con Thor, mi è piaciuta.
-La regia: Scott Derrickson lavora con i suoi collaboratori abituali alla regia
ed è interessante come questo esperto dell'horror si armonizzi bene al
"brand Marvel" senza perdere il suo tocco, pur nel continuo
hellzapoppin visivo che si sussegue sullo schermo. Ogni tanto sembra di
ritrovarsi ancora in Sinister o Liberaci dal Male, nonostante i demoni abbiamo
contorni molto più fantasy e infine facciano meno paura SPOILER geniale vedere
il minacciosissimo Dormammu cadere in uno scherzaccio di Strange e rimanerci
così male da esasperarsi e deprimersi FINE SPOILER. Derrickson gestisce bene
l'umorismo e la leggerezza complessiva, sognante, della pellicola e in più
regala certe scene action così di impatto da conservare negli annali. Gestisce
bene i personaggi, ma purtroppo ha in mano una sceneggiatura non perfetta dal
punto di vista del loro approfondimento. Un capitolo 2 potrebbe fargli
aggiustare meglio il tiro.
- Infine: insomma, mi sono divertito. Dal trailer pensavo molto peggio perché
mi faceva strano, stranissimo che per fonte di ispirazione più lampante per
questo progetto sembrasse evidente la scelta dei lavori di Christopher Nolan,
colui che ha ridefinito il personaggio più popolare della DC Comics. Dal
trailer sembrava di vedere fotogrammi tratti da Inception o da Batman Begins e
a me, che ho letto occasionalmente lo Strange scritto da Stern, da Giffen,
da DeMatteis, da Englehart, da Straczynski, da Bandis, da Milligan e
recentemente mi sto trastullando con quello di Aaron, non piaceva molto, vi
trovano un appiattimento. Mi sbagliavo. Vedere soprattutto la "magia"
che di esprime come un complesso caleidoscopio multidimensionale, più
intellettuale che fisico, stordisce e inebria quanto accedere nel
micro-mondo-molecolare visto in Ant-Man. Il personaggio principale è più divertente del previsto, la storia veloce, i comprimari di classe. Ve lo
consiglio senza remore e non vedo l'ora di vedere Strange esibirsi nei suoi
trucchetti in Thor Ragnarock e poi in Infinity War. Il "telefilm ad
altissimo budget" che è di fatto il Marvel Cinematic Universe si
arricchisce di un altro interessante tassello.
Talk0
è stato il mio Marvel preferito?
RispondiEliminaassolutamente no
eppure, il fatto che avessi così poche aspettative nei suoi confronti, alla fin delle finite, l'ha reso meno peggio di quanto avrebbe potuto essere
ergo, una piena sufficienza se l'è portata a casa, discreto oserei quasi dire
Direi che siamo sulla stessa lunghezza d'onda!
RispondiElimina