sabato 27 febbraio 2016

Le Storie n.40: I Sogni dei morti

Testi: Barbato; disegni: Lazzarini



Shannon frequenta il liceo, è intelligente e un po' sfigata e vive in una piccola cittadina di provincia nel Galles. Il padre è minatore e sta per molto tempo lontano da casa; la madre, visto che non esattamente sguazzano nei soldi, ha trovato un'occupazione saltuaria per la figlia, remunerativa, divertente e socialmente importante: la fa dormire nei letti dei morti. Sì, Shannon "c'ha i poteri" e lo ha scoperto per caso da bambina in una notte di temporale, quando è andata a dormire nel letto che era della nonna. Shannon ha visto l'ultimo sogno della cara nonna e ha raccontato alla madre dettagli inequivocabili sul fatto che non fosse pazza. Invece la madre, lei pazza per davvero, ha raccontato a tutto il paesino della questione, con tutta la gioia di una che il trattamento sanitario obbligatorio se lo ricerca sui denti. Ed è venuto fuori il business: muore qualcuno, spostano la salma, ci fanno dormire lì Shannon, senza manco cambiare le lenzuola e la ragazza dopo un paio d'ore sogna il sogno "a nolo" del caro estinto e tutti felici. Shannon poi, boh, si diverte pure a fare questo "servizio per la comunità" e da perfetta adolescente gotichina dice cose tipo: "I morti mi capiscono più dei vivi", "In Death note tifavo per Kira", "Sono stata a dormire in un capanno annesso al cimitero, ed è stato bello". Forse però non bellissimo, visto quando si è coricata nel capanno ha fatto un sogno parecchio strano. Qualcuno era morto pure li', ucciso. E prima di lasciarci aveva sognato i suoi assassini offrendo dei dettagli utili per trovarli. 
Nuovo numero delle Storie scritto dalla cara Paola Barbato, autrice da noi al 75% amatissima perché, se è vero che magari non imbrocca sempre una storia, quando è in vena ci scappano dei racconti bellissimi. In questo numero si muove con sicurezza strizzando un occhi alla sua più famosa produzione, dalla storia adolescenziale "Davvero" alle pagine sognanti di Dylan Dog. La sua Shannon è una ragazzina sveglia a cui vogliamo immediatamente bene, anche il fatto di sceglierla come voce narrante ce la rende più intima, vicina. Il registro narrativo è molto leggero, la storia si legge tutta di un fiato e anche la parte thriller è ben congegnata, con un paio di twist carini. I disegni di Annalisa Lazzari rivelano un tratto dalle influenza "manga" sebbene  addomesticato, dettagliato e chiaro nella descrizione degli ambienti e delle azioni, che perde un po' in una semplificazione forse eccessiva dei tratti somatici facciali, che tendono ad assomigliarsi un po' tra loro per morfologia. L'espressività comunque è buona. La protagonista quindi "c'ha gli occhioni manga" oltre che "i poteri", ma la cosa non dispiace affatto, lo stile si adatta bene al tipo di racconto. Un numero grazioso.
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