Storia:
Ambrosini; disegni: Camagni
Futuro. L'uomo non ha conquistato lo spazio ed è rimasto col
sederone sulla Terra. Come conseguenza gli esseri umani, invece di evolversi
in new type superskillati e metafisici come accade in Gundam, stanno regredendo
ad autentici cavernicoli. Non si capisce se sia stato un morbo, la selezione
naturale, la mucca pazza o una visione sostenuta di oltre una settimana di
Uomini e Donne di Maria De Filippi. La gente regredisce male e un po' a
casaccio, qualcosa si spegne nei loro occhi ed ecco che diventano bestiali. Non
si trova una cura, ce ne sono sempre di più, sono decisamente pericolosi. Il
governo si militarizza, crea dei lager, i bambini appena nati vengono sottratti
per un paio di anni ai genitori e riconsegnati solo nel caso siano sani.
Qualcuno cerca di studiarli partendo dai primati, con tecnologie neurali in
grado di comprendere a livello inconscio il loro linguaggio, roba che sembra
uscita da Strange Days della Bigelow (film che è ancora fighissimo, se non lo
conoscete andate di recupero, Ralph Finnes da urlo, Jennifer Lewis mezza nuda
sempre e colonna sonora con Selling Jesus e Feed degli Skunk Anensie, da
panico... Chiusa parentesi). Naturalmente questi scienziati che fanno cose
"scienziali" e un po' portano sfiga, predicando la comprensione e non
la cura/sterminio di questa "nuova razza", non sono amatissimi. Anzi,
stanno proprio sulle palle e vengono vessati e zittiti, sorvegliati e
sputazzati dai potenti. Uno degli scienziati ha una sorella che è mutata, non
può più nasconderla, perché ringhia e si spoglia in pubblico, e se la beccano
la ingabbiano e forse peggio. Forse un modo di salvarla ci sarebbe, una specie
di riserva poco tollerata in cui un magnate sta facendo vivere a pieno contatto
con la natura questi nuovi umani. Ma arrivare non sarà facile, anche perché c'è
in giro molta gente con il grilletto facile.
Nuovo numero delle Storie, che dalla copertina mi ha per un istante
illuso fosse un nostalgico amarcord ispirato ai videogiochi del Genesis -
Megadrive, quelli dell'era Golden Axe, Alterated Beast e Alien Storm. Sapete
una questione di colori e appeal dei personaggi, vestiti in un certo modo con
colori di dominante blu per lui e rossa per lei, un qualche mostro da B-movie
sullo sfondo... Ok, fine delirio. Aperto l'albo mi è subito dopo poche pagine
venuta in mente una nota hit sanremese del 1997
Ambrosini ha parecchio da dirci su questo suo mondo
fantascientifico e lo fa con il più sterminato e stremante numero di parole
possibili. Roba che visivamente (intendo i ballons stracarichi di parole a
perdita di fiato) mi ha ricordato con un certo senso di nausea il più urticante
Alfredo Castelli. Per intendersi, quello che in venti pagine di fila di
Martin Mystere scrive dialoghi così invadenti che il disegnatore non ha
materialmente lo spazio per disegnare qualcosa nella vignetta se non un abbozzo del viso del
protagonista (per lo più solo il taglio degli occhi) sormontato com'è da una
enorme nuvoletta di "roba da dire". Grazie al cielo ci sono nel
numero anche (pochine...) pagine più "leggere". Questa non vuole
essere una critica cattiva comunque, la trama è davvero affascinante, forse
una delle più interessanti proposte dalla collana, fa riflettere, è intelligente, filosofica, non è per nulla banale e riesce anche a colpire
forte a livello emotivo. Ma un "muro di parole" così alto mi ha scoraggiato
a più riprese a intraprendere la lettura ed è un peccato. Interessanti i
disegni di Camagni, dal sapore o serie dire "argentino" oserei dire,
dalle parti di Francisco Solano Lopez. Un tratto ruvido, quasi brutale,
essenziale, con scenografie a volte ultra stilizzate o solo accennate, ma
sempre piene di dettagli. Un disegno "potente" , squisitamente
retrò (e questo può essere o meno nelle vostre "corde". Il
riferimento però ve l'ho cercato di offrire) a perfetto corredo di una trama altrettanto
potente. Un buon numero di originale fantascienza squisitamente vintage.
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