venerdì 2 maggio 2014

Il Porco Rosso della Miyazaki Airplanes



A cavallo delle due grandi guerre si racconta che sul mare Adriatico facessero incursioni i pirati dell'aria. Una rappresentativa eterogenea e bislacca di masnadieri provenienti da tutta Europa che a cavallo di idrovolanti depredavano i bastimenti che incautamente percorrevano la tratta. Gente affamata di libertà e sommersa dai debiti che giocoforza deve trovare i soldi per contunare a volare da qualche parte. Lestofanti che alla sera diventano però tutti amici e si ubriacano nel locale di Gina. Ad affrontarli c'era un leggendario cacciatore di taglie, un asso dell'aviazione italiana infallibile e pare colpito da una misteriosa maledizione. Lo chiamavano Porco Rosso.
Un film di Miyazaki dedicato agli adulti ma che fa sognare anche i bambini. Un film sulla storia e sulla gioia di vivere. Un'azione divertente, molte risate, lacrime. Porco Rosso ha tutto e ad ogni visione il puzzle si perfeziona, si scorgono nuovi dettagli, si scopre qualcosa che prima era sfuggito.

Era troppo tempo che non passavo una sera insieme a Marco, Curtis e ai Mamma Paura. Ritrovarli sgargianti e in formato Blu ray grazie alla Lucky Red è stata una vera sorpresa, anche perché il lavoro è stato eseguito davvero a regola d'arte. Trovare le parole per descrivere questo capolavoro dell'animazione mondiale è per me difficile. Dico solo che spesso quando sono a Milano mi perdo nell'osservare i navigli, alla ricerca della società Piccolo e di Fio e dell'ipotetico tragitto percorso dall'idrovolante di Porco, tra ponti e battelli di passaggio, nel tentativo di far prendere quota al suo lussureggiante bolide. Ora, più che quando ero piccolo e consumavo l'unica versione disponibile, quella spagnola, apprezzo anche la struggente malinconia della signora Gina, sorrido e non mi arrabbio per la spavalda ma sincera bulleria di Curtis, riesco a leggere il messaggio anche politico, forte, di cui è connaturata quest'opera. Oggi con nelle sale a fine aprile “S'alza il vento” mi è possibile, alla luce di Porco Rosso, comprendere qualcosa di più sul grande Miyazaki, qualcosa che me lo rende molto più vicino e amico di quanto potessi immaginare.

Sbirciando per caso sul sito Lucky Red mi ri-imbatto quindi nella storia delle Miyazaki Airplane, la compagnia aerea del padre del grande regista, specializzata nella costruzione di piccoli componenti alcuni dei quali montati anche sugli Zero. Mi riappare chiara e vivida la sua passione per gli strumenti volanti, vederli creare quanto volare, così come la sua avversione alla guerra, al fatto che splendidi uccelli meccanici vengano usati come armi. Nella variegata umanità che vive nei pressi del capannone della Piccolo in più rivedo molte delle foto d'epoca che imbottiscono gli album di casa, una realtà contadina che si mischia a quella industriale. Vie rurali, grossi carcassoni Fiat, le donne impiegate nel lavoro in fabbrica. Ripenso a mio nonno, che costruiva componenti meccanici per la grande industria e il pomeriggio diventava contadino e sfamava i suoi figli con il latte della mucca. Mi piace pensare che non dissimile fosse la vita vissuta da Miyakazi in giovinezza, che Giappone e Italia, per altro alleati in quella guerra sciagurata, non fossero così lontani negli animi. Non riuscirei diversamenta a quantificare l'immenso amore per il nostro Paese che traspare in Porco Rosso. Non credo che sia bastata l'esperienza con Il fiuto di Holmes, così come la stima per il collega animatore e amico Marco Pagot (cui l'opera è dedicata) per scaturire tanto affetto. Qualcosa che va ben al di là della ricostruzione storica e tocca i cuori. Un delitto che tale opera che tanto bene ci rappresenta, che con il cuore ci è dedicata, sia rimasta per quasi vent'anni inedita nel nostro paese. Un'assurdità inconcepibile riparata solo di recente da Lucky Red, dopo che Disney ci ha a lungo beffato. Ma è acqua passata.
Per il futuro si pensa a un seguito che pare essere già scritto. Si spera che il grande maestro ci faccia tornare a volare. Da una recente intervista con il produttore di S'Alza il Vento, questo si vantava di come avesse cassato l'idea di Miyazaki di realizzare un seguito di Ponyo (non a caso uno dei film più belli degli ultimi tempi), glorificando il lavoro del produttore. Al di là della bontà dell'ultima pellicola, con una simile dichiarazione per vanto il produttore avrei voluto picchiarlo, a sangue. Un burocrate che impone a un genio quello che deve fare, un genio di oltre 70 anni. Miyazaki avrebbe voluto tornare a Porco dopo aver finito con Ponyo (e se Ponyo per il maestro necessitava di un sequel, bisognava che si facesse un sequel), avrebbe voluto portare Marco in Spagna durante la seconda guerra. Vorrei tanto che ci riesca. Come che gli lasciassero fare quello che vuole.

Certo i tempi sono cambiati. I navigli di Milano non sono così estesi come lo erano allora per via del cemento e paradisi come l'isola-nascondiglio di Porco sull'Adriatico non sono più raggiungibili se non nella fantasia. Ma il film è sempre qui e come un album dei ricordi può essere visto e rivisto. E sul mare Adriatico è sempre possibile immaginare volare un maiale su un idrovolante rosso. 
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