mercoledì 24 maggio 2023

Fast X: la nostra recensione del decimo capitolo della saga con protagonista Vin Diesel, diretto questa volta dallo specialista Louis Leterrier

Nel “Fast’n’Furious-verso” dei giorni nostri è arrivato Dante (Jason Momoa) ed è intenzionato a portare Dom Toretto (Vin Diesel) e soci all’inferno. Dante Reyes è un signore del crimine di Rio, grosso come un armadio e spesso vestito di completi rosa sgargianti. Ama giocherellare con i sui lunghi capelli raccogliendoli in treccine colorate, sa pronunciare le parolacce in tutte le lingue con una ottima dizione, ride e ammazza gente in continuazione come il Joker di Batman, non si tira mai indietro se c’è da menare, correre in auto o in moto, sparare o accoltellare: è una gioiosa macchina di morte. Dom, l’asso delle corse clandestine ora promosso a super agente segreto del governo, è altrettanto grosso e temibile con le sue canottiere attillate, l’incredibile istinto nella guida di ogni tipo di mezzo conosciuto e sconosciuto, la dimestichezza con armi da fuoco, armi bianche, frasi da macho ad effetto. Ma ormai è padre, la sua “famiglia” è troppo grande e ricattabile e i muscoli, i motori e i giochini psicologici per cui è sempre risultato il più “cattivo del vialetto” non gli riescono più come in passato. Ed è proprio da quel passato (dagli eventi raccontati in Fast 5) fatto di rapine, sparatorie e inseguimenti impossibili che arriva Dante, uno a cui Toretto ha fatto dei torti senza nemmeno accorgersene. Il succo è che Dom ha cambiato la vita di Dante in peggio e per questo Dom ora non solo “deve morire”, ma deve proprio provare il massimo dolore possibile. Deve sentirsi defraudato, povero, solo e distrutto, dimostrando a mani basse che Dante è più veloce e furioso di lui. 

La “caccia a Toretto e soci” parte da Roma, dove Dante ha personalmente allestito la più grande e spettacolare trappola esplosiva di sempre, fregando anche gli scienziati pazzi del gruppo di Dom, Tej (Ludacris) e Ramsey (Nathalie Emmanuel). Una trappola che trasformerà agli occhi del mondo i nostri eroi in terroristi, ricercati con taglie da più zeri con il bancomat bloccato. Il tirchissimo Roman (Tyrese Gibson) proverà per la prima volta la sgradita sensazione di dover prestare dei soldi ai suoi amici, ora che sono tutti in bolletta. Il silenzioso Han (Sung Kang) forse dovrà fare a meno dei suoi inseparabili pacchetti di patatine. Anche il figlio di Toretto (Leo Abelo Perry) sarà un obiettivo dei piani di Dante, ma a soccorrerlo e proteggerlo in giro per il mondo interverrà un muscoloso quanto tenero zio Jacob (John Cena).


Il direttore dell'“agenzia” Mister Nessuno (Kurt Russell) risulta ancora scomparso, Hobbs (Dwayne Johnson) sembra altrove, ma Dom potrà avere il supporto di sua figlia Tess, novella “Miss Nessuno” (Brie Larson) e forse anche di un nuovo muscoloso quanto molto diffidente comandante (Alan Ritchson). Un insperato aiuto potrebbe arrivare pure dalla signora del crimine Cipher (Charlize Theron), ma solo dopo che Letty (Michelle Rodriguez) l'avrà trovata e finito di vendicarsi su di lei a cazzottoni per tutti i casini che ha procurato alla sua famiglia. Qualcuno sta allertando il super 007 Shaw (Jason Statham), ma forse la cavalleria non arriverà in tempo perché Dante picchia durissimo, ha contatti nelle sfere più alte, ha sottratto a Toretto la super arma “Occhio di Dio” e ora sta sempre dieci mosse avanti a tutti. Questa volta si gioca davvero pesante e forse correre a tutta velocità trascinando elicotteri o percorrendo dighe che esplodono in verticale non basterà per salvare la situazione. 


Lo specialista Louis Leterrier, regista di action come Danny The Dog, Transporter: Extreme e Now you see me: i maghi del crimine (ma anche di Incredibile Hulk con Norton e di Scontro tra titani) approda al franchise di Fast And Furious per una storia, ancora scritta da Justin Lin (da Tokyo Drift insieme a Diesel i veri plasmatori della saga), che negli ultimissimi giorni è stato confermato essere la “prima parte” di un trittico il cui capitolo due arriverà nel 2024 in sala. Una trilogia che secondo le intenzioni chiuderà tutti i rami narrativi aperti e culminerà con il passaggio di testimone a una nuova generazione di interpreti veloci e furiosi, sullo stile di Avengers: End Game. Dopo il film con i sottomarini e le super calamite (l’8) e il film in cui i nostri eroi andavano pure con un’auto munita di razzi nello spazio (il 9), sembrava che la saga dovesse percorrere ancora con più forza la via che la stava avvicinando, più che al cinema “action solido” di Frankenheimer, ai cartoni animati anni’80 come M.A.S.K. e G.I.Joe. Così di fatto avviene, anche se la mano esperta di Leterrier, al netto delle “doverose esagerazioni”, riesce ancora a mascherarlo, soprattutto in alcune macro-sequenze memorabili, come la lunga e magnifica “gita a Roma”. Qui a tratti si avverte ancora la “gravitas” di un inseguimento tra traffico e strade strette, incastonato tra cose che esplodono e si incendiano, dove un incidente può non risolversi per forza con qualche piccolo graffietto come nei film dei supereroi. È una pur piccolissima “dose di realismo”, ma che basta in molti casi per farci appassionare un po’ di più al destino del personaggio e renderceli per questo motivo anche più simpatici. Non è forse un caso se una delle parti più riuscite del film è il viaggio del “piccolo Toretto” Brian Jr al fianco dello zio Jacob: quasi un film a parte stile pellicola per ragazzi anni ‘80, dove si avverte un certo senso di fragilità e ignoto, al netto della simpatia e complicità che entrambi gli interpreti riescono a infondere nei loro personaggi. Davvero bravissimi sia John Cena che Perry.  Molto riuscito quanto esageratissimo è anche il villain di Momoa, Dante, il più cattivo di tutti i cattivi finora apparsi nella saga, ma anche il più divertente e sopra le righe, in grado con la sua simpatia ed eccentricità di rubare sempre la scena. Momoa sembra essersi divertito un mondo nell’interpretarlo e trasmette a pieno la carica incendiaria e anarchica di questo personaggio. Convincente anche Vin Diesel, il cui personaggio spesso qui si trova a percorrere vie solitarie, circondato da persone che nella maggior parte dei casi gli sono nemiche o hanno nei suoi confronti un comportamento ambiguo. È un Toretto che incassa colpi durissimi, si sente spesso davvero fragile e impotente, cerca di andare avanti più con la disperazione che con la strategia. È un Toretto per molti versi “cucito addosso” al Vin Diesel di oggi, che a monte di una carriera straordinaria ha anche avuto molti alti e bassi e forse è un po’ vittima dei suoi personaggi. Come accade in tutti gli ultimi film della serie Fast, per stare sulla scena tra un inseguimento e l’altro la maggior parte dei personaggi deve invece fare un po’ a gomitate, sperando di avere almeno qualche sequenza in grado di svilupparli con più precisione. È il classico problema di overbooking e Leterrier cerca di risolverlo in vari modi. “Pacchettizza” il gruppo di Roman, Taj, Ramsey e Han in un modo divertente, sempre pronti a sprigionarsi quasi in linea comica. Ma alcune delle sequenze action più belle riguardano proprio il loro gruppo, con menzione speciale per Han che guida a Roma con maestria una Alfa dei tempi d’oro. Il regista riesce alla grande anche nella non facile sfida di far interagire insieme le sue prime donne Letty con Chiper, impastate in una relazione forzata che da subito esplode come un continuo catfight. Sono entrambe sempre bellissime e tostissime. Poco spazio per la bella Brie Larson, del cui personaggio sabbiamo che sa menare alla grande e che ha una certa passione per le scarpe da dominatrice sexy piene di borchie. Pochissimo spazio per Statham, che compare e scompare più o meno nella stessa scena che già compariva nei titoli di coda di Hobbs & Shaw. È chiaro che sono personaggi che troveranno una migliore collocazione nella parte due o tre di questa mini-saga e un po’ dispiace, ma succedono davvero tante cose in questa pellicola, compresi alcuni colpi di scena inaspettati.

Il nuovo film di Leterrier scritto da Justin Lin incarna a pieno i dettami della serie Fast and Furious, nel suo essere un po’ tamarra e forse pure un po’ melodrammatica, genuinamente “semplice”, con zero pretese drammaturgiche e tanta azione matta, consapevole di essere divertente essenzialmente come stare a giocare con le macchinine sulla spiaggia quando avevamo otto anni. Un mega-fumettone, un ottovolante stilizzato e colorato costruito solo per divertire i bambinoni di tutte le età amanti delle macchinine. 


Il “playset di Roma” è esagerato e affascinante quanto il playset dello squalo-parco delle Hot-Wheels. John Cena e Jason Momoa sono enormi e divertenti come lo era Schwarzenegger negli anni ‘80. Vin Diesel continua a seguire la via dell’eroe malinconico come lo era Stallone negli anni ’80. Ci sono Charlize Theron, Michelle Rodriguez, Brie Larson nella stessa pellicola e sono tutte bellissime e agguerritissime. Ci sono ovviamente il meglio delle muscle car, delle macchine d’epoca e pure dei veicoli militari pieni di razzi e missili. 

La colonna sonora è sempre potente e adrenalinica, la fotografia calda vi porterà dalla città eterna a Rio passando per feste notturne, basi segrete sotterranee, dighe vertiginose e canyon. Fast X è il giocattolone che prometteva di essere, divertente per tutte le sue quasi due ore e trenta di durata. Ha un finale volutamente aperto verso un film che uscirà nel 2024 e forse questo un po’ può dispiacere, ma se amate questo genere di film e vi siete già visti 10 Fast And Furious (contando lo spin-off) non abbiate remore ad andare in sala e tornare un po’ bambini. 

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