giovedì 18 agosto 2022

Tokarev ( Rage) : la nostra recensione di un sanguigno e folle revenge movie con Nicolas Cage e Danny Glover


La bella e biondissima Vanessa, interpretata da Rachel Nichols, vista nella serie tv ispirata al franchise di Taken sulle figlie rapite… viene rapita!! Il padre non è però in questo caso Liam Neeson ma Nicolas Cage, nel ruolo dell’ex criminale Paulie ora redento, che non sarà certo da meno nel gettarsi anima e corpo in cerca dei responsabili, a costo di mettere a ferro e fuoco tutta la città. Unico indizio: dei proiettili di una pistola di fabbricazione russa, una Tokarev. Unica conclusione a cui Paulie giunge: è stato un russo. Insieme a un paio di amici ex criminali, Kane (Max Ryan) e Danny (Michael McGrady, con Cage nel Cacciatore di Donne) e nonostante gli avvertimenti a “lasciare le indagini alla polizia” del boss (Peter Stormare, visto in Fargo, Bad Milo e mille altri ruoli), Paulie dichiara quindi guerra “a tutti i russi” e al loro super capo Chernov (Pasha D.Lychnikoff, visto in Deadwood, Shameless, Stranger Things). Finirà a mazzate e sparatorie senza fine, scoprendo pure qualche scheletro del passato di Paulie (che da giovane è interpretato da Weston Cage, figlio di Nicolas Cage). 

Ogni tanto Nicolas Cage ha interpretato il ruolo di un padre a cui rapiscono un figlio: accade in Segnali dal futuro, Drive Angry, Stolen, Left Behind, Pay the Ghost. Qualche volta gli rapiscono pure la moglie come in Left Behind e Mandy, qualche volta come in Arizona Junior è Cage stesso che rapisce un bambino, pur in una commedia a lieto fine dei Coen. Qualche volte finisce lui per essere rapito, come in Kick Ass. Una volta capita pure che gli rapiscono un adorabile maialino, come nel bellissimo Pig, qualche volta è Cage stesso che interpreta il detective alla ricerca di persone che vendono rapite come in The Wicked Man, 8mm, Il Cacciatore di donne. Se c’è in un film da trovare un figlio o una moglie o un maialino rapito, Cage non ha quindi nessuna lezione da imparare dal Liam Neeson del “periodo Taken”, anche se qui la figlia di Cage è interpretata da un'attrice del telefilm di Taken. A Cage non serve neanche il telefono per spaventare i criminali e piombare su di loro prima dei titoli di coda, probabilmente armato. Rimanendo in tema “armi”, esistono molti film che prendono il nome da un’arma specifica, come il mitico western dedicato al fucile Winchester’73 o il film d’azione russo il cui titolo è dedicato all’AK-47 Kalasnikov, fucile cui Goran Bregovic a sua volta ha dedicato anche una bellissima canzone presente nella pellicola di Emir Kusturica Underground. Ma Cage ha nella sua filmografia ben due pellicole dedicate a un’arma da fuoco/da guerra e una dedicata addirittura a una nave che trasportava bombe nucleari. Una pellicola è  Apache: pioggia di fuoco, che prende il nome dal famoso elicottero d’assalto Boeing AH-64 ed è un po’ il Top Gun di Cage. L’altra pellicola, almeno nella traduzione italiana che cambia il titolo originale (Rage), è questo Tokarev, che prende il nome da una pistola di fabbricazione russa meno nota del celeberrimo AK-47 Kalasnikov ma non meno carismatica. Poi c’è ovviamente USS Indianapolis, pellicola di cui abbiamo parlato nello specifico altrove. Certo la Tokarev è più piccola di un elicottero o di una nave da battaglia e pure il budget del film è proporzionalmente più piccolo, ma non per questo il film appare meno gustoso. 


Mettiamo insieme questi due elementi, film con i rapimenti e film con nomi di armi, mettiamo poi dietro la macchina da presa un regista spagnolo come Paco Cabezas, che fino a questo Rage/Tokarev targato 2014, ma girato nell’estate del 2013 a Mobile in Alabama, era forse poco noto, ma che dopo è stato scelto come regista di serie tv come Penny Dreadful, Into the Badlands, The Strain, Fear of the walking dead, American Gods. Quello che ricaviamo è un film che nonostante una critica internazionale violentemente contraria, non è riuscito esattamente così male come lo hanno dipinto e anzi possiamo quasi intendere come lo sfizioso Brawl in Cell Block 999 di Cage: un sanguigno e scacciapensieri b-movie per gli amanti delle sparatorie disimpegnate a sfondo drammatico. Un film in cui il nostro eroe può urlare come un matto tutto il tempo facendo gli occhi da pazzo, sparare ad ogni cosa con le armi da fuoco più disparate (spesso armato di due armi insieme come in un videogame alla Doom) e gettarsi in inseguimenti in auto. Tutto, dall’inizio alla fine, in modalità “ora ammazzo tutti”. Pura “Rage” cieca e acritica fino a uno snodo narrativo a sorpresa, malinconico quanto riuscito, che riesce a nobilitare il film, inserirlo in una logica “karmica” interessante. Il classico film da vedere quando si è incazzati per godere di piena catarsi e urlare con Cage dall’altra parte dello schermo, come nella scena in cui coperto di sangue ulula alla luna, ma con qualcosa in più. Insospettabilmente i personaggi da subito appaiono meno scontati delle figurine che possano inizialmente apparire, con il villain Chernov che pur nelle sue poche scene appare profondo, quasi un eroe tragico. Tridimensionale. I due amici dell’eroe vivono di una relazione complessa con Paulie, affettuosa quanto aggressiva, così come è non banale la parte della star di Arma letale Danny Glover. Un Danny Glover paterno e che da almeno 15 anni aveva detto di essere “troppo vecchio per queste stronzate” da film action, ma che nel 2013 è ancora qui, al suo al primissimo incontro cinematografico con Cage, in cui riesce subito ad instaurare con lui una discreta chimica nei pur classicissimi ruoli complementari del vecchio poliziotto e del vecchio criminale (una coppia se vogliamo gemella a quella di Stolen, dove a fianco del Cage “criminale” c’è “il poliziotto” di Danny Huston). Il nome degli sceneggiatori certo può all’inizio far venire un po’ i brividi, con Sean Keller e  Jim Agnew che avevano curato una puntata dell’antologico Into The dark, ma pure il terribile Giallo, la sfortunata prima esperienza internazionale di Dario Argento. Ma alla fine il lavoro di scrittura è discreto e funzionalissimo all’azione. La fotografia è invece nelle mani del veterano Andrzej Sekula, con in curriculum Le Iene, Pulp Fiction, American Psycho e che Cage “reincontrerà” sempre come direttore della fotografia in Uss Indianapolis. C’è poi per gli amanti della “lore familaire” di Cage la presenza del figlio Weston. Già autore come musicista di brani della colonna sonora di Drive Angry, Joe e Vendetta: una storia d’amore, Weston ha interpretato  con il padre un piccolo ruolo in Lord of War, è stato uno dei rapinatori in 211 e qui in Rage/Tokarev interpreta il personaggio del padre da giovane (in A score to settle invece la “versione giovane di Cage” è interpretata da Bailey Coppola, figlio del fratello di Nicolas, Christopher). È un breve ruolo, ma gustoso.  


Novanta minuti è il minutaggio giusto, un paio di scene sono da antologia e le sparatorie sono ben realizzate, esagerate e sanguigne. Rage/Tokarev è una pellicola di genere, di puro intrattenimento, gustosa al punto giusto, con una trama dalla parabola nichilista non scontata, un buon comparto tecnico e tante scene d’azione. Un film in cui si spara e si spara tanto. Non è un capolavoro e non cerca di esserlo, umilmente incasellandoli nei b-movie di intrattenimento. Cage è decisamente in buona forma e gioca bene con il resto del cast degli attori. Da degustare in coppia magari con A score to settle, in una serata dedicata al “Cage gangster crepuscolare”. Per poi tutti insieme ululare alla luna coperti di sangue. 

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