La studentessa diciassettenne Akira, una fascinosa e un po’ austera ragazza dai capelli lunghi, si innamora del quarantenne Kondo (una “versione light” nei tratti e carattere del comandante Goto di Patlabor) manager di una tavola calda in cui lavora come cameriera part-time. La ragazza era una promettente velocista del club di atletica, fino a che un incidente al piede ne ha compromesso la carriera e forse le relazioni con le compagne di scuola. Il noto tema della “maledizione da liceo con club sportivo” che riciccia in mille anime, dove se non sfondi nello sport sei destinato a diventare un salaryman “vecchio e senza speranze” di colpo. In un momento di forte fragilità era entrata nel locale di Kondo, che con un piccolo atto di gentilezza l’ha conquistata. Anche Kondo sembra essere attratto dalla ragazza, forse perché ricorda un’eta della sua giovinezza che non ha vissuto in pieno. Solo che Akira è timidissima, scostante, esprime in modo confuso i suoi sentimenti, spesso chiusa a riccio. Forse cerca una figura paterna che non ha mai conosciuto. Kondo si descrive come “un quarantacinquenne senza speranza e sogni”, probabilmente perché pure lui vittima della maledizione da liceo con club sportivo. È impacciato e stralunato, incapace nel leggere se le cose che gli succedono intorno accadono davvero o sono frutto di qualche scherzo del destino. La loro “relazione”, sulle cui basi la serie tv indagherà sempre più a fondo, risulta qualcosa di “strano”, buffo, assolutamente “platonico” e molto tenero. La forte necessità di gesti d’affetto, anche piccoli è palpabile, come la malinconia di fondo, la reciproca ricerca di una “nuova occasione” per vivere dopo che “il temporale della vita” (la pioggia è elemento centrale meteorologico/emotivo in tutta la sedie, fin dal titolo), si è abbattuto su di loro. Ma la buffa brigata di cuochi e cameriere della tavola calda darà vita a una serie di situazioni divertenti sempre pronte a stemperare i toni.
In After The Rain, dello studio
Wit (gli stessi di Attack on titan) si respira l’aria della commedia romantica
stile Toradora o Maison Ikkoku, anche se è a tutti gli effetti un’opera più
piccola, seppur gradevole. La tavola calda “Garden” diviene subito come la
Maison il brulicante scenario di situazioni e personaggi assurdi. Come il
biondino ossigenato Yoshizawa, innamoratissimo e non ricambiato compagno di
classe di Akira, maldestro all’inverosimile in cucina. Il cuoco Sig. Kase,
incallito giocatore d’azzardo dall’aria un po’ ebete.Il piccolo Yuto, figlio di
Kondo, che si dimentica gli ospiti dentro l’armadio di casa. Il cuoco
playboy Kase, pure lui dal capello ossigenato, un po’ viscido e a caccia di
ogni studentessa, che sta sempre a guardare il culo ma risulta utile per avere
dritte su come gestire un appuntamento. Il criceto Tsubu. La dolce
cameriera Yui che sottolinea ogni istante con candore quanto Kondo sia un
“vecchio”. La cameriera anziana dallo sguardo perennemente depresso ma
dagli irresistibili contorni caricaturali. Un “cast” davvero molto carino, ben amalgamato.
Situazioni molto tenere, un buon chara design e fondali davvero ben resi (sembrano uscire da un film di Makoto Shinkai a volte...), una colonna sonora
frizzante quanto “romanticosa” (con molti strumenti ad arco). E il cibo.
After the rain parla di ristorazione e come recente trend degli anime “col
cibo” mette in scena piatti e preparazioni degli stessi davvero invitanti. 12
episodi di una ventina di minuti l’uno che sono un vero sollucchero. Una serie
che è una “coccola” per i momenti tristi. Peccato sia solo sottotitolata in
italiano, ma i dialoghi sono sempre chiari e appropriati. Davvero un anime
carino.
E poi quale sogno “proibito” più grande
può avere un otaku di mezza età? Oltre a voler pilotare il Daitarn 3, intendo...
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