martedì 9 giugno 2020

Le voci dell'acqua: la graphic Novel di Tiziano Scavi con i disegni di Werther Dell'Edera per la Feltrinelli Comics



Stravos sogna di volare, come il protagonista di 8 e 1/2, ma le sue sono ali finte, ali di Icaro, il suo destino è cadere al suolo, come la pioggia incessante del mondo in cui abita. Stravos è "acqua che cade", esattamente (in quanto ciclicamente capita a ogni uomo di cadere e morire) e biologicamente (in quanto gli uomini sono fatti per larga percentuale d'acqua), moralmente (in quanto la conoscenza di dover morire uccide il vivere) e inesorabilmente (perché a prescindere dai nostri sogni e aspirazioni siamo legati a un destino già scritto per noi). Nel battito d'ali che spinge Stravos al suolo, il nostro eroe può forse sentirsi comunque libero. Libero di interpretare la società di uomini formiche intercambiabili in uffici formicai. Libero di rimpiangere un amore mai compreso, di puntare il dito sui cattivi genitori che ne hanno minato il futuro, libero di immaginare la sorte degli altri e della storia, laddove anche se esistesse un futuro di immortalità qualcuno ce ne priverebbe per loschi scopi. Mentre cammina tra le vie di una città deformata e resa quasi intangibile, giusto tratteggiata, dall'acqua, sostanza maligna che lo "spinge inesorabilmente  verso il suolo", Stravos abbandona La protezione parziale di un ombrello (reale o "fantasioso") e la affronta sulla sua pelle, inizia ad ascoltare così le mille voci delle gocce e forse si immerge sempre di più nel "panta rei", consapevole di essere anche lui stesso "fluido".  Quale sarà la fine del viaggio del nostro eroe?


Tiziano Sclavi gioca con i suoi topoi più amati, non dimentica il suo caustico e nerissimo umorismo e ci travolge, come nel suo recente Dopo un lungo silenzio, in un incubo infinito, esistenzialista e senza uscita. Il papà di Dylan Dog ci parla di schizofrenia e malinconia, di una ricerca personale e sofferta della natura umana senza risposte né alibi, dove la gioia e la pace sono fugaci e legate alle "piccole cose" del mondo che ci circonda. Si sogna e si piange in una costruzione a flussi di coscienza che se da principio stordisce, una volta che viene addomesticata avvince, rapisce.  Dell'Edera crea tavole fugaci e frammentate a perfetta immagine del racconto. Nascono quadri visivi quasi impressionisti, in cui una incessante pioggia composta da piccoli tratti in bianco e nero svela appena il mondo del racconto, lasciandoci quasi il gusto enigmistico di "riempire i puntini" per rendere le immagini più leggibili, meno aliene. È un lavoro affascinante quanto misterioso, "primordiale", privo di campiture e gabbie, frutto di una continua sottrazione del dettaglio suggestivo dell'arte del non-finito alla Auguste Rodin. Nel micro-verso piovoso di Stravos, il nostro uomo in cammino verso l'amalgama liquido tra il destino, il mondo e se stesso, non mancano, come estetica kantiana e dylandoghiana impone, ai bordi delle strade gli amati freak sclaviani, i genitori-mostri, gli uffici geometricamente e disumanamente fantozziani, le persone che a parole si credono dall'esterno felici e realizzate che di colpo si sparano un colpo. Chi è avvezzo delle opere di Sclavi si può sentire in possesso di un codice interpretativo già ricco in cui destreggiarsi, ma Le voci dell'acqua non è opera che fa pagare un biglietto di ingresso ai nuovi lettori, si avvale di metafore universali e riesce a colpire ogni tipo di lettore.
Le voci dell'acqua è un'opera francamente imperdibile e indispensabile per tutti gli amanti (e non) degli universi di orrore e magia creati negli anni da Sclavi. Visivamente il lavoro di Dell'Edera è complesso e affascinate, graffiante ma anche sorprendentemente lirico. Sfogliatelo e per una mezz'ora fatevi trascinare nel suo mondo. Ne vale la pena. 
Talk0

Nessun commento:

Posta un commento