Riassunto
breve: siamo nella Londra della depressione, circa vent'anni dopo gli
avvenimenti del primo episodio. Stessa casa al 17 del viale dei ciliegi,
abitata ora dal vedovo Michael Banks (il bambino del primo, interpretato oggi
da Ben Wishahw) e dalla sua prole. Il buon Michael non paga le rate del
prestito bancario per cui il direttore della banca (Colin Firth) decide che
quella bella casetta sarà sua. Mancano pochi giorni per poter estinguere il
debito e ad aiutare Michael c'è solo sua sorella Jane (Emily Mortimer). In quel
momento si alza il vento e una giovane tata si materializza dal cielo. Sembra
non essere passato un giorno da quando risolse i problemi dei genitori anche se
questa volta ha le sembianze di Emily Blunt e non di Juile Andrews. Ci sarà una
canzoncina sui benefici del botox?
Basta un
poco di zucchero: La regia di Rob Marshall è quanto di più auspicavo e
sospirato per una produzione di questo tipo. Ha girato trasposizioni di musical
come Chicago, Nine, Into The Wood, ci ha portato nell'oriente magico di Memorie
di una geisha ed è salpato per i mari Disney de I pirati dei Caraibi, il
capitolo con Penelope Cruz, cui virtualmente "tornerà" con il film
live de La Sirenetta. E se abbiamo un ottimo regista nelle corde del
musical quanto della favola, le musiche di questo Ritorno di Mary Poppins sono
di Shaiman e Wittman, che hanno lavorato insieme in Hairspray come anche
nelle indiavolate musiche della Famiglia Addams del mai dimenticato Raul Julia,
il duo che ha musicato i film di Sister Act.
Mary
Poppins è da sempre anche animazione e i talenti qui coinvolti sono molti, da
Jared Beckstrand che ha lavorato a Hercules, Tarzan, Fantasia 2000 e
Pocahontas, a James Baxter, con esperienze in DreamWorks, che vanno da Kung Fu Panda ai Croods, e aveva iniziato proprio in Disney ai tempi della Sirenetta, a
Tony bancroft, animatore di Aladdin e regista di Mulan.
La
passione e la cura di questo team tecnico ha permesso a Mary Poppins di non
invecchiare col cambio di attrice e di presentarsi ancora oggi con una storia
fresca e nostalgica, molto vicina nei toni all'ultima trasposizione di Winnie
The Pooh con McGregor, come all'oggi sempre più lunare Hook - Capitan Uncino.
Citazione del passato e cambiamento: le favole sono "il passato" di
bambini cresciuti, ma la loro magia non smette ancora di sprigionarsi, se
stimolata al momento giusto. C'è quindi ancora l'ammiraglio Boom che vive
all'inizio della via in una casa a forma di nave (anche qui cambio di attore).
C'è Dick van Dyke che balla e interpreta mr Dawes junior, il proprietario della
banca ( Nell'originale interpretava, oltre allo spazzacamino, anche Mr Dawes
senior, truccato da anziano).
Al posto
degli spazzacamini ci sono oggi " gli acciarini", delegati ad
accendere e spegnere i lampioni della città. Si spostano in bici, sono armati
di scala e straccio e sono capitanati da Jack (Lin Manuel Miranda). Le
cose cambiano, ma sono per lo più sfumature, la favola rivive.
È un
musical: Allora... Oggettivamente cantano tanto. In due ore siamo siamo oltre i
dieci pezzi musicali abbastanza lunghi. La regia però è veloce, quindi in fin
dei conti non annoia. Ha un buon ritmo. I brani più belli quella con una sempre
brava Meryl Streep (che torna dopo Into the Woods a essere diretta da
Marshall) e lo spettacoloso brano centrale, ambientato "all'interno di un
vaso" in cui i protagonisti sono affiancati da disegni di animali come lo erano
anche in Pomi d'ottone e manici di scopa (a quando il restyling anche di
questo? Non vedo l'ora di vedere l'armata della magica Lansbury contro i
nazisti!! Passerei con slancio dal Supercallifragilistichespiralidoso al
supercallipagicextramotus...)
Il
ritorno di Mary Poppins è un salto indietro nel tempo con buone note di
modernità, reso molto piacevole dall'ottima confezione, da una sezione animata
davvero ben fatta e adrenalinica, da una Emily Blunt che riesce ad essere il
vero effetto speciale del film, un inconsueto e complicato mix di sorrisi dolci e
occhiatacce severe / autoritarie. Cura e controllo, come la migliore delle tate
da cui vorremmo imparare a essere genitori migliori. La sfida con la Julie
Andrews si pone a un certo punto, ma la Blunt riesce a dare una sua versione
del personaggio che conquista.
C'è una
cameo tenero di Angela Lansbury sul finale.
In
conclusione: Ballano tanto e cantano tanto. L'ho già detto, lo ripeto perché
siate sufficientemente pronti, se non siete avvezzi del genere (se poi vi
piace, andate di corsa a recuperare).
Visivamente
impeccabile. Colorato, ben caratterizzato, sceglie una messa in scena di
matrice molto teatrale, carica di dettagli e coralità, all'interno di sontuose
scenografie (musical in arrivo?). Da vedere per tornare un po' bambini e
passare insieme un paio di ore con i propri cari.
Gianluca e Talk0