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Premessa: Ho un piacere personale da chiedere a chiunque viva in America vicino
al pianerottolo dove vive Kate McKinnon. Che la incontriate sul vialetto mentre
dà i crostini al gatto, in coda all'Eurospin, a pagare le bollette in banca,
dal parrucchiere... fermatela. Chiedetele un minuto di tempo, presentatevi con
garbo, magari offritele un caffè e poi fatele queste domande. Prima domanda:
"Perché hai tutto questo potere contrattuale da poter riscrivere tutte le
tue scene come vuoi tu e infilandoci tutto quello che vuoi tu, che in genere si
traduce in gag senza senso?" Seconda domanda: "Perché vuoi
imitare nel 2018 le facce più sceme di Jim Carrey al punto che tra continui
ridolini, pose e smorfie ti fa schifo comportarti in scena, per più di sei
secondi, come un essere umano pensante?". Terza domanda: "Ma lo sai
che 9 volte su 10 le tue battute non fanno ridere?". Dopo di che
ringraziate e riferitemi. Perché voglio sapere.
Kate
McKinnon è l'anticristo della comicità americana, una combinazione letale di
battute tra cucciolone e i più deprimenti comici di Colorado, con in più
l'appoggio politico del Signore delle Tenebre, che di fatto le permette di fare
nella vita il cazzo che le pare. E in genere fa cose tristi. Quasi a livello
del comico più scarso della storia dell'umanità, Pino Campagna (che in effetti
rimane inarrivabile e al solo "pensarlo" cerco tra le mani un
telecomando immaginario per cambiare canale). Alla McKinnon permettono di
ribaltare copioni e imbastire scene veramente dimmerda come quella "delle
Pringles" nel remake di Ghostbusters o come quella "delle
acrobate" in questo nuovo film, senza che ce ne sia un perché, senza che
arrivino di conseguenza risate, senza che la trama possa sottrarsi da questi
brutali atti di sodomia. Non mi stupirei se la McKinnon venisse ingaggiata per
un legal thriller serio e la mattina delle riprese dichiarasse: "Oggi
voglio improvvisare facendo che l'avvocato che interpreto in questo legal
thriller, che parla di pedofilia alla presenza di vere vittime di abusi,
durante la scena dell'arringa finale, si tolga in aula la camicia, se la
metta in bocca e succhi il sudore che si è condensato sotto le ascelle
ansimando e dicendo: "Vostro onore, oggi sono tesa, ma il mio deodorante
al cioccolato e vaniglia è uno sballo, deve provarlo!". E poi, dopo
dichiarazioni di questo tipo non è che parte un TSO. No, no. La scena si gira e
arriva a me che la guardo in sala. E lei viene pagata sia come attrice che come
co-sceneggiatrice. Poi una volta su cento qualcosa di geniale le esce pure, ma
cacchio. il Signore delle Tenebre deve essere come minimo suo zio. Per questo,
per il fatto che è chiaro che non la sopporto, cercherò di parlare di Il tuo ex non muore mai senza citare più la McKinnon direttamente,
sostituendola figurativamente in corso di recensione (che parli di lei sia
come attrice che come personaggio) con qualcosa di più realistico, meno sopra
le righe e più coerente: un drago sputa fuoco.
- Sinossi fatta male: Mila Kunis interpreta Audrey, una ragazza sfigata, depressa
e con il ragazzo, Drew (Justin Theroux) che la abbandona da sola proprio
quando arriva la sua festa di compleanno, che lei ha deciso di passare (per
questioni "romantiche", diciamo) in una bettola, davanti al cabinato
di Point Blank di Namco (classico giochino da sala giochi con le pistole
colorate in cui si spara a pupazzetti buffi), in compagnia della sua unica
amica, Morgan, un drago sputa fuoco. È imperdonabile che Drew non ci sia, ma
lui non può fare altrimenti, perché all'insaputa di Audrey per lavoro fa
l'agente segreto e in quel momento è impegnato nella classica missione per
recuperare la lista di altri agenti segreti sotto copertura (supercazzola che
ci vendono nei film di spionaggio almeno sette volte all'anno). Così mentre lei
insieme al drago gioca a Point Blank riflettendo sulla sua inutile vita e
constatando che le riesce bene solo sparare a Point Blank, lui tipo
"muore" in modo tragico mentre ricorda il giorno del primo
appuntamento. Il giorno dopo alla casa di Audrey iniziano a comparire spie che
cercano di ucciderla, perché il suo moroso la cavolo di lista con gli agenti
segreti sopra la avrebbe alla fine copiata e nascosta. L'unico modo per evitare
i proiettili e uscire da questa situazione è partire per l'Europa verso un
luogo misterioso. Per completare la missione di Drew e per farsi una vacanza
insieme al drago. La ragazza e il drago inizieranno così una assurda odissea
tra ginnaste-killer russe, spie bellocce e spietate e Gillian Anderson capo
della Cia. Riuscirà il talento di Audrey nel videogioco Point Blank a fare di
lei un agente segreto?
- Spie e
Scoregge, un incontro perfetto. Mi sembra ieri che vedevo Grimsby -
attenti a quell'altro con Mark Strong e Sasha Baron Cohen e gridavo
"Wow!!". Louis Leterrir, con la sua esperienza decennale nei b-movie
action di Besson (e con un Hulk con Norton che a me era pure piaciuto) aveva
ibridato alla perfezione la comicità scoreggiona di Cohen con l'action più duro
e più splatter, rendendo tutto così eccessivo da sembrare quasi ipnotico,
slapstick e scorrettamente godurioso. Pazzesco come le scene di sesso tra
pachidermi si sposassero alla perfezione con le indiavolate scene action -
splatter in prima persona "alla Doom". Capolavoro. Ma che piacque in
pratica solo a me, a quanto mi risulta. La formula però aveva le potenzialità,
funzionò con Kingsman di Matthew Vaughn/ Millar e Tim Miller con poche
variazioni concettuali la adattò a Deadpool, avendo entrambi il meritato
successo planetario. Con Il tuo ex non muore mai siamo nello stesso
territorio, con una attrice dolce e carina come la Kunis e con un cast di
supporto indovinato si crea la assurda alchimia di spie e scorregge che
funziona, diverte e spiazza, trasformando quella che sulla carta era un'idea
moscia moscia in un film godibilissimo, veloce, a tratti perfino intelligente e
di sicuro una delle grandi sorprese della programmazione estiva. Ottimi gli
inseguimenti e tutte le scene action, qualche gag davvero divertente, molti
colpi di scena, molte trovate visive di pregio. Unico neo il drago sputa fuoco.
Il rettile volante ogni volta che è in scena urla tra i fumi neri delle narici Zoolander 2!! e punta a dirigere la pellicola in territori
grotteschi, artefatti e non-sense, fottendosene del tutto dell'unità narrativa
action-scoreggiona della pellicola, che in sua "assenza" risulta pure
solida. Quando il drago domina la scena a volte ci si sente quasi in ostaggio,
il suo alito infuocato riesce a ipnotizzare anche gli altri attori in scena,
costringendoli ad avere reazioni assurde e ingiustificate (come il pubblico
della famigerata scena delle acrobate, che spoiler applaude allegro mentre assiste a un omicidio surreale). Certo è difficile contenere un drago
sputa fuoco in un contesto realistico e non fantasy, si fa a volte fatica ad
annullarlo mentalmente dalle inquadrature perché, cacchio, è un dannato drago
sputa fuoco, borioso ed egocentrico!!!! Ma se si riesce nello sforzo ci si
diverte e molto.
Talk0
N.B. Almeno Luke Evans ne Lo Hobbit 3 sapeva come abbattere un drago.
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