Un
cardiologo dalle mani bellissime e con il barbone da Babbo Natale (Colin Farrell) fa un casino per colpa di due goccetti di troppo e sul suo
tavolo operatorio muore il padre di un ragazzino strano (Barry Keoghan, già
bambino strano in Dunkirk). Il bambino è strano forte e inizia a stalkerare
duro il medico, che per senso di colpa se lo prende pure in simpatia
all'inizio. Il bimbo strano gli propone continui incontri, la visione forzata
di Ricomincio da capo integrale, la limonata della madre... fino a che
lo invita proprio a fare sesso con la sua mamma depressa Alicia Silverstone... ma è davvero lei??? Ma dove era finita e soprattutto perché la sua tuta da
Bat-Girl era l'unica senza capezzoli in Batman e Robin di Schumacher??
Torniamo in tema. Insomma, non è una frequentazione sana, che si sta allargando
pure ai figli del medico e allarma presto anche la di lui moglie (Nicole Kidman), casalinga algida che ama pratiche sessuali eccentriche stile
bambola di plastica... scusate sto di nuovo divagando... dicevo, moglie
Nicole Kidman, con un paio di nudi integrali per rinverdire i bei tempi, che fa
qui la casalinga algida che si vede spuntare dovunque come un fungo il brutto
bimbo strano. Un fungo con la faccia inquietante. Il gioco è bello, ma il medico
si rompe un po' i coglioni all'ennesima strana richiesta del ragazzo... che mi
pare che fosse confutare, in una delle molte scene di tensione omoerotica della
pellicola, se il dottore avesse sotto le ascelle tre volte il numero dei
peli delle ascelle del ragazzo strano... Quindi Colin Farrell inizia a diradare
gli incontri, "c'ho da fare", "ti chiamo io nel giorno del
mai", "stasera niente Ricomincio da capo" ed ecco che il piccolo
mostro gli spara addosso una maledizione Horror da paura, roba biblica stile
Charlton Heston in cinemascope. Se il dottore non ucciderà uno dei membri
della sua famiglia a scelta, moriranno tutti e tre tra atroci sofferenze. Prima
non riusciranno più a camminare, poi smetteranno di mangiare, poi arriverà il
sangue dagli occhi e infine inizieranno a cadere come mosche. Questa piaga
egizia su scala ridotta attacca prima il figlio e poi la figlia, ovviamente non
c'è cura scientifica che tenga, ovviamente il ragazzino sa qualcosa ma è così
figlio di puttana da non aiutare. Il medico dovrà decidere e in fondo tutto
succede perché non ha voluto fare sesso con Alicia Silverstone.
Il
regista Yorgos Lanthimos è greco come le olive nere e la tragedia greca, motivo
per cui appena usciva questo film nelle sale tutti a dire: "Ma dai??!! Una
tragedia greca con maledizioni e crisi familiari annesse, ambientata ai
giorni nostri con Colin Farrell cardiologo??!!". Ed è più o meno così,
pur riconoscendo al nostro regista il patentino di "matto" già
dall'opera precedente, quel Lobster fanta-strano dove se non ti
sposavi entro 45 anni diventavi un animale a tua scelta. Lobster era
straniante, ma pure questo Cervo Sacro non scherza per niente. È tutto strano e
tutto rarefatto, pare a tratti di trovarsi in un incubo di David Linch
post peperonata, il greco ha tutte le accortezze tecniche del Kubick di
Shining, infonde il misticismo malato di Rosmary's Baby di Polanski, ha la
classe di farvi venire un mal di mare emotivo lungo e spietato. Gli attori
funzionano nel loro muoversi in contesti sottilmente sinistri, il meccanismo
narrativo regala un paio di scene scioccanti e la colonna sonora farà di tutto,
tutto ciò che è inumanamente possibile e inammissibile per inquietarvi,
agitarvi, tritarvi i timpani e devastarvi le sinapsi. Tutto funziona e funziona
bene. Se fosse stato un Horror Blum House il piccolo Keoghan ora avrebbe dei
piani di sfruttamento degni de La notte del giudizio e la Neca sarebbe già al
lavoro per una action figures da mettere accanto a Freddy Kruger. Ma non è
così, purtroppo e per fortuna. E il film funziona, anche se sa rendersi in
qualche frangente antipaticamente troppo più bravo nello
spaventarci di quello che ci aspetteremmo. Perché il greco vuole risucchiarci in
un incubo in cui i personaggi si trascinano impotenti verso un epilogo già
segnato, c'è solo punizione all'orizzonte e nessuna redenzione, con vittime
sacrificali che non possono fare altro che sperare per se stesse, anche nei
modi più subdoli. È uno di quegli "Horror senza uscita", che
tanto piacciono nel panorama europeo ma che non tutti siamo forse disposti ad
accettare, decidendo di cadere indifesi tra le braccia della paura. Io un giro
in sala ve lo consiglio, ma può essere che ne uscirete incazzati neri e pronti
a ribollire di rabbia per quanto il greco è riuscito a colpirvi senza pietà
dove fa più male, nel subconscio. È un film che per me può potenzialmente
dividere il pubblico. Ma io ho gradito.
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