lunedì 23 luglio 2018

Due consigli veloci su Jurassic World - Il regno distrutto, che "poteva essere meglio", e un invito alla lettura a Made in Abyss




Avviso per i naviganti affezionati di questa paginetta. Per una serie nefasta di congiunzioni astrali,  non è stato possibile in questo periodo pubblicare con l'assiduità e l'amore che ci contraddistingue da anni, ma presto torneremo con maggiore costanza, più carichi di prima, a infestare con righe di testo e fesserie varie questi lidi. Giusto un appunto, che è poi un'affermazione di principio insopprimibile, sull'ultimo film di dinosauri peraltro ben diretto da J.A. Bayona. Non c'è niente da fare, laddove continua a scrivere e produrre quel miracolato misterioso di Colin Trevorrow, i dinosauri del parco immaginato dal compianto Crichton, sempre ben realizzati, sono destinati a vivere in film cretini. Film cretini in cui recitano bravi attori, dove la colonna sonora funziona, dove il ritmo narrativo c'è e si vede, ma in fondo sempre film cretini. E sono così cretini che se accendi per un secondo il cervello, anche per l'operazione di infilare la cannuccia della coca cola in bocca evitando gli occhi, sei fottuto. Le sinapsi iniziano a collegare i puntini e la trama appare per quello che è, un abominio di non senso in cui non torna niente, quasi più scemo della trama di Batman v Superman. Sembra ormai di vedere i film dei Transformers, che si dimenticano a ogni capitolo della storia scritta in precedenza e raccontata anche sei minuti prima, con l'aggravante di non avere lo stesso impatto deflagrante di un qualsiasi Bayhem. Ci vanno  bene i dinosauri sempre più Pokémon, come i tricera - pony intravisti nel primo Jurassic World, ci vanno bene i mostri geneticamente modificati per essere invisibili e zannuti e idro-statici e bio-addestrabili, ci va bene tutto perché Jurassic World non è un trattato di paleontologia, non vuole esserlo e vuole divertirci. Ma, vi prego, o gente con i soldi di Hollywood: portare via il progetto da Trevorrow e dai "cretini" che popolano il suo immaginario di sceneggiatore. Se negli anni '80 siamo stati abituati troppo bene da un autore / scienziato come James Cameron e negli anni '70 leggevamo già un altro autore / scienziato, che era appunto Crichton (oggi valorizzato da Westworld come merita, e non qui), non siamo preparati, noi vecchi spettatori, proprio a livello genetico, ai personaggi di Trevorrow. Che non sono "cretini pazzerelli" come certi di Raimi o della Troma, non sono "cretini eccentrici" come certi di Burton e dei Cohen, con sono "cretini funzionali" come le vittime di Freddy scelte da Craven... ma sono "cretini cretini alla Trevorrow (marchio registrato)". Troppo cretini. Se nel primo Jurassic Park le cose andavano male per un sabotaggio e per l'inesperienza "pionieristica" di "allevare dinosauri", già in Jurassic World sembrava impossibile che i personaggi addetti alla cura del parco non lo avessero fatto esplodere dopo tre minuti dal primo giorno di apertura ufficiale. E qui si fa peggio: ci si dimentica di intere isole, si inventano persone mai nominate prima, si accennano a pazzeschi progressi genetici che si pensa di accantonare per profittare economicamente di cretini paciughi genetici, ci sono "cattivi così cattivi" che entrano nelle gabbie dei dinosauri per togliergli dei pezzi del corpo a mani nude. Nessun militare che sia veramente armato, nessun addetto alla sicurezza che sappia cosa sia la sicurezza, avrebbe ancora quella "voglia pazza" di addestrare velociraptor  "per mandarli contro i terroristi". Ma cacchio, se sei sadico, poco animalista e vuoi mandare un animale feroce contro i terroristi non ti basta un toro o un bufalo? Non ti costa meno "l'allevamento" e il "rimpiazzo" di un drone militare? Se hai uno scienziato che ha scoperto come rendere invisibile un dinosauro, non puoi puntare magari sul fattore "invisibilità" più che sul fattore "dinosauro"? E il film, giuro, è tutto così. Le persone si comportano e agiscono in modo cretino per autentica vocazione. Tutte. Dobbiamo ribellarci, e parlo sul serio. Viviamo in un mondo troppo accondiscendente con prodotti stile Asylum e poi succede che Jurassic Park finisce in mano a Trevorrow. Con Bayona e Pratt che in più scene "giocano a fare Spielberg ed Harrison Ford", allestendo scene degne di un Indiana Jones, Trevorrow e la sua idea cretina di sceneggiatura non dovrebbe esistere. Anche a cervello semi-spento Trevorrow è nocivo. Non vi faccio spoiler ulteriori perché magari certe cose non le notate e la visione generale, per voi, ne beneficerebbe... ma porco cane... Ti fa sperare che i dinosauri esistano solo per mettere Trevorrow in una gabbia insieme a loro. Jurassic Word: il regno distrutto è un ottimo film sotto quasi tutti i punti di vista, salvo il fatto di essere stato scritto dall'equivalente di un bambino di tre anni poco sveglio e con deficit dell'attenzione. Tremendo e imbarazzante anche da raccontare.


Ma saltiamo di palo in frasca e andiamo a qualche consiglio per la lettura.
In ritardassimo metto le mani su Made in Abyss di Akihito Tsukushi, manga edito in Italia da J-Pop in un formato interessante e molto curato. Dynit mi pare che abbia in streaming sulla piattaforma VVVVID una serie anime tratta dallo stesso, per ora sottotitolata in Italiano. Mi ha colpito molto. In breve. C'è un'isola al cui centro c'è un enorme cratere intorno al quale si è sviluppata tutta una società finalizzata al recupero di cimeli e risorse che ogni giorno il cratere stesso dispensa. Tracce di civiltà passate in forma di monili e oggettistica misteriosa, animali assurdi e potenzialmente pericolosi da cui trarre armi, utensili e cibo, la ricerca di nuovi habitat popolabili. Il cratere ha tutto ed è suddiviso in più livelli come una mappa di Super Mario che punta verso il basso. È facile scendere fino a un certo punto ma poi risalire dividente un problema, c'è tutto un sistema di rifugi, strumenti per la comunicazione, professioni specialistiche e attrezzature per lo scavo. Tutti fanno i ricercatori e tutti hanno la loro bella scala gerarchica e orfanotrofi funzionanti pronti ad accogliere i figli dei ricercatori dispersi. In uno di questi orfanotrofi c'è la figlia di una famosa cacciatrice di tesori dispersa, che un giorno in una sessione di scavo trova una specie di "Megaman", un robottino smemorato forse frutto di una tecnologia sconosciuta dei primi esploratori del cratere. La bimba con Megaman vuole andare in cerca della mamma, nei livelli più profondi del mega - buco (tanto per non ripetere "cratere"). Segue il mirabolante viaggio. Visivamente è curioso per una iniziale pucciosità che ricorda tanto le favole per bambini quanto i personaggi superdeformed dei giochi di ruolo vecchio stampo come Final Fantasy Tactics. C'è una attenzione folle al dettaglio, che mi ha ricordato un po' "l'oggettistica di Nausicaa", c'è una grande cura per flora/fauna/cibo come nei recenti giochi di Monster Hunter, c'è la voglia di stupire ma anche di raccontare un ecosistema per sommi capi "possibile". C'è un ottimo senso dell'azione, che in un contesto fantasy non può mancare, ma soprattutto c'è una attenzione ai personaggi non banale. Sono sfaccettati, complicati e tanto più oscuri quanto il viaggio si addentra nelle viscere della terra. Come diceva Nietzsche, a fissare l'abisso finisce che sia l'abisso a fissare un po' anche noi. Così come l'ingenuità presto sparisce davanti alle peggiori contorsioni dell'animo umano, anche i personaggi diventano visivamente sempre più cupi, allungati e inquietanti simulacri di cuori di tenebra. Si respira disperazione e i toni grigi con cui sono arricchite visivamente le tavole tendono quasi a soffocare la vista tavola dopo tavola, come se l'unico colore possibile fosse un grigio polveroso. Certo queste sono le "good vibrations" fornite dai primi due numeri, magari la normalizzazione e la noia sono dietro l'angolo, ma finora il viaggio è bello, mi sta piacendo, molto "burtoniano" nei toni generali. Anche se quindi può sembrare un'opera per bambini, Made in Abyss è tutta un'altra storia e visivamente inganna quanto un anime del passato che mi era piaciuto molto per lo stesso "equivoco grafico", Strage Dawn. Diffidare dei personaggi pucciosi, qualche volta sono più complessi di come li disegnano (volevo fare un riferimento a Chi ha incastrato Roger Rabbit?, ma sono stanco e non mi viene l'estro giusto). Quindi Made in Abyss per ora è bello, è stra- promosso, sono usciti solo 3 volumi (in jappolandia stiamo a 8) e vi invito a darci un'occhiata.


Sto leggendo, e spero di parlarvi presto, di Fire Punch, di Fujimoto. Un manga folle in modo assurdo e post-apocalittico, pure con derive mistico - cannibalesche, che mi sta piacendo. Anche se è così malato che mi fa fare dei viaggi strani è di sicuro una lettura che non lascia indifferenti (nel senso che anche se non piace, comunque si ricorda... il che può essere un bene o un male, ma è comunque sempre meglio dell'indifferenza). Si parla di semi-divinità che girano sulla terra facendo cose strane e inquietanti per ogni studente del catechismo. C'è un po' di Evangelion e un po' di meta - testualità, i disegni sono di quelli che colpiscono più che quelli che piacciono... ne riparleremo. Un altro manga "osservato speciale" è Freak Island di Hokazono, una specie di "Lost incontra Non aprite quella porta", con ovvie distorsioni da Le colline hanno gli occhi, caratterizzato da un disegno plasicoso ma accattivane, qualche bella accettata in mezzo agli occhi e il solito branco di personaggi da film horror che finiscono in un film horror e dovranno sopravvivere contro i soliti ceffi brutti e mutanti da film horror slasher. L'avevo abbandonato, poi sono arrivate in corso di trama delle figate che mi hanno fatto di nuovo avvicinare a lui, se amate gli horror slasher  alla Venerdì 13, motoseghe e arti mozzati in modo coreografico (ricorda un po' anche l'ultimo Resident Evil in questo) fateci un giro, è una giostra divertente, senza troppe pretese e tanto sangue finto. Leggerlo adesso mi ricorda il ciclo Notte Horror, che Italia 1 dava in estate dopo le puntate di Festivalbar. 
In ambito videogiochi, il retrogamig scorre ultimamente forte in me. Ho deciso di riprendere in mano dopo 10 anni Silent Hill - The room per PlayStation 2, mollato quasi a due ore dalla fine senza un perché. Forse lo finirò. La spolverata della Play2 mi ha fatto però re-inserire una storica collection di titoli classici Capcom. Che bello rigiocare a Black Tiger e leggere tre giorni dopo che è uno dei giochi preferiti pure del tizio che ha scritto Ready Player One. C'è armonia nel cosmo. A risentirci presto. Questo periodo turbolento e "impegnoso" mi ha assorbito troppo, ma presto finirà. Spero. Statemi bene e godetevi le vacanze, se potete. A risentirci quanto prima, magari prestissimo, magari tra un paio d'ore. Vi ho detto che Il Corvo - Memento Mori di Recchioni / Dell'Edera mi sta ricordando Sacro Terrore di Miller ma non ho ancora capito bene perché (oltre alla premessa, naturalmente)? Ne riparleremo presto. Statemi bene. 
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