domenica 23 ottobre 2016

Zagor numero 666: "Zenith 666" - un omaggio dal sapore fiabesco e vintage a Tiziano Sclavi e al suo mondo, Dylan Dog compreso.



1) Sinossi o quasi: Siamo nella lussureggiante foresta di Darkwood in un giorno in cui lo Spirito con la Scure è particolarmente contento e tutto felice, saltando di liana in liana, non si fa problemi a urlare al mondo il suo "Aaaayyaaaaaaaaaakkkk" di pura gioia. Tra le fresche frasche, dopo un paio di pagine, a un certo punto spunta un amico dal passato! E' Lupo Solitario, uno dei più integerrimi uomini rossi, bardato con l'inconfondibile coperchio di una pentola legato con lo spago per corazza e con un diadema cornuto e dorato con allegato copri-orecchie metallico rubati a Trider G7. I due non si vedono dal numero 199, cioè dal settembre 1982, da Italia-Germania, quando in tv c'era Il pranzo è servito, furoreggiava Gundam e i Tegolini del Mulino Bianco erano grandi almeno sei volte di più il formato attuale scelto per "bambini fighetti annoiati" (c'era anche la variante sacher ultra-cool, il "soldino", con al di sopra un cerchio di cioccolato al latte del diametro della ruota di una bici... O forse ero io piccolo e vedevo tutto più grande...). Insomma, hanno un mare di cose da dirsi, anche se Zagor ha tutta la faccia di chi preferiva continuate a saltare liane gridando "Aaaayyaaaaaaaaaakkkk" a iosa, perché il racconto dell'amico sarà lungo tipo 9 pagine. In 35 anni, che però nel mondo di Darkwood sono percepiti come massimo cinque o sei, Lupo solitario ha "chiuso il cerchio della sua vita", che deve essere una di quelle metafore "stile Re Leone" per dire che ha messo su famiglia. Si è sposato la squaw Dolce Luna e un po' da stronzo ha regalato a loro figlio il terrificante nome di Piccola Lontra. Si erano pure trovati una tenda equo canone all'interno di una pacifica tribù senza nome, guidata dal saggio anziano cherokee Mano Blu, chiamato così probabilmente per la sua abitudine di fare un uso massivo di viagra. Ma un nome ben più inquietante, da serial killer, è quello dello stregone locale, Coltello Lucente, che infatti loscamente decide di accogliere e spalleggiare nella tribù un minaccioso straniero da tutti chiamato Occhi di ghiaccio. Si fosse chiamato lo stregone Sabbietta del Gatto, forse oggi la tribù avrebbe meno problemi. Siccome le cose tra indiani e cowboy non vanno bene neanche nel mondo di Zagor, le giubbe blu decidono di erigere un forte presso l'accampamento. La tribù senza nome è quindi a un bivio. Andare nelle terre dove scende il sole, che in effetti non sembra poi il massimo, oppure seguire Occhi di Ghiaccio, che come improvvisato tour operator propone biblicamente "un paese ricco di selvaggina non noto ai visi pallidi, che si trova oltre un lago di arcobaleno". Tutti sono d'accordo con Occhi di ghiaccio, che va in giro incappucciato come un pazzo dicendo cose pazze. Ma Lupo Solitario non ci sta, fiuta la classica truffa immobiliare e decide di restare nella sua tenda con la famiglia. La cosa prontamente indispettisce l'incappucciato che, con un sortilegio, lo addormenta e nottetempo rapisce Dolce Luna e Piccola Lontra. Quando l'indiano si sveglia non c'è più nessuno, l'intero villaggio è in trasloco come in una di quelle trasmissioni di DMAX del martedì sera. Lupo solitario segue allora le tracce dello spostamento della tribù, ma a un certo punto si perde, proprio nei pressi della labirintica zona presso la sorgente del Susqueanna. Ed è per questo motivo che oggi è davanti a Zagor a chiedere aiuto, perché lui sa tutto di tutto, anche come non perdersi nella labirintica zona presso la sorgente del Susqueanna. Lo Spirito con la Scure rincuora l'amico. Lui sa tutto di tutto e ci è stato presso quella sorgente, nel numero 200,  e sa anche che in realtà la fonte è doppia e un ingresso segreto è magicamente possibile solo tramite una mappa. Inoltre conferma che una volta scoperto il passaggio esiste realmente un lago con i colori dell'arcobaleno, sul cui fondo è posto il relitto di un galeone insieme al suo equipaggio di non-morti. E se il gruppo è passato di lì Zagor conosce anche l'ulteriore luogo fatato verso cui Occhi di Ghiaccio sta conducendo la tribù: la terra di Golnor. Un luogo ancora pieno di elfi, pavol e riol. 


2) Per tutti gli intrugli di mio nonno farmacista! Compare all'improvviso come un oggetto fumettistico non identificato questo numero 666 a colori. L'occasione è omaggiare Tiziano Sclavi, l'uomo che ha portato sulla testata di Zagor il suo Lupo Solitario e il mondo di Golnor, all'interno del festeggiamento per i trenta anni del suo personaggio storico Dylan Dog. Il diabolico numero 666 è infatti un "argomento" da fumetto horror, Sclavi è il re dell'horror a fumetti Bonelli e deve essere venuta così l'idea, come il meccanismo con cui si è scelto di collegare il mondo di Dylan Dog con quello di Zagor. Ma chi cerca una storia dalle tinte forti qui ha decisamente sbagliato strada. Questo viaggio da Darkwood a Golnor ha tutto il sapore di una favola di altri tempi, una caccia al tesoro disegnata e colorata in un modo ultra-classico al punto che potrebbe essere stata realizzata giusto nel 82. E' davvero come trovare in soffitta un libro per bambini che ci sembra di aver già letto. Una favola con la morale semplice che la ricchezza non deriva da un tesoro materiale nascosto. Il vero tesoro è racchiuso nella voglia di scoprire dal mondo sempre qualcosa di nuovo (la curiosità di Digging Bill) nelle relazioni con le persone (l'amicizia tra Zagor e Lupo Solitario), nel cuore di coloro che si amano (l'amore di Lupo Solitario per Dolce Luna e il figlio. SPOILER in fondo Lupo Solitario e Xabaras hanno così lo stesso fine, trovate un modo per salvare la propria famiglia, che è anche il proprio tesoro; anche se il viaggio dell'alchimista ha comportato la fine della sua parte umana e quindi della sua felicità, sarà proprio il figlio Dylan a ridargli pace FINE SPOILER. 
Questo numero sorprende e spiazza per questa cristallina semplicità, per la precisa volontà di essere comprensibile anche a un bambino come racconto della buona notte. Ma non a un bambino moderno, piuttosto al "bambino interiore" di coloro che con i fumetti disegnati e colorati così ci sono cresciuti. Certe tavole sembrano davvero uscire dalle illustrazioni dei racconti fantasy di inizio ottanta (magari da uno dei primissimi monster manual di D&D). Il punto vero è: volete farvelo questo tuffo nel passato fino al 1982, per di più con un "animo da bambini" (e sempre che non abbiate già ucciso il vostro bambino interiore)? Anche perché la storia può risultare in alcuni passaggi piuttosto criptica se non si conoscono le coordinate giuste (pur evidenziate dal numero), se non si è vissuto in quei tempi innamorandosi di quei racconti. Anche perché se non siete tra quelli che in quell'epoca ci sono vissuti potreste trovate il tutto veramente troppo "camp". I miei amici Zagoriani si sono un po' divisi in questo senso: gli anziani sono stati abbastanza contenti, i giovani abbastanza esterrefatti: 1) per "un'invasione di campo" di Dylan Dog sulla testata; 2) per tematiche e disegni non in linea con l'evoluzione del personaggio. A me sinceramente è piaciuto, mi ha fatto tornare bambino. Luigi Mignacco scrive una storia dai contenuti così limpidi e innocenti che oggi è davvero difficile trovare qualcosa di simile. Se non in ristampa. Luigi Piccatto e Renato Riccio, per i colori di Fabio Piccatto, dipingono un mondo colorato, ironico e squisitamente vintage che sul lato fantasy è più vicino a La spada nella roccia Disney (con influenze grafiche anni '80 come i Masters of the Universe e monster book fantasy sopra citati), piuttosto che al Signore degli anelli di Peter Jackson. Io mi sono divertito, anche grazie alle mille citazioni al mondo di Dylan Dog, ma ammetto che è davvero una amabile bizzarria, che potrebbe non piacere a tutti. 
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