9: volume 10: Senza nome e senza volto
Che fatica fare il serial killer di successo a New Heliopolis!
Ci sono così tanti pazzi in giro che, se non si ha un briciolo di originalità,
finisce che la proprie imprese finiscano nel "dark number" degli
assassini senza look. Certo ci sono i professionisti come Wallendream: un look
ricercato da Jake Frost, delle rose nere rarissime come biglietto da visita,
interi libri di psicologia criminale scritti su di lui. Ci sono quelli con le
"armi ricercate" come i coniugi Rabbit, rigorosamente muniti di
accetta e balestra. Ci sono quelli bellocci e tormentati con un presunto
"progetto sociale", come Todd Almaric. Ma ci stanno anche tanti
"barboni" che vanno in giro con la maschera di Paperino tarocca
comprata al Lidl, senza un'arma tipica, senza un'idea interessante per
giustificare la loro follia. La "banalità del male" (e mi scuso in
ginocchio per questa citazione dotta fuorviante... Ma vi invito a digitarla su
google per poi approfondire l'argomento, che non fa mai male).
Così capita che un assassino anonimo, con la maschera più banale del mondo e
con giusto un problema di dizione e poco più, un giorno si imbatte in un'idea
inconsueta. Un portachiavi sonoro che dice "I love you" rispondendo
a un fischio. Un oggetto piccolo e trendy da inserire nella bocca delle sue
vittime. Ed è subito boom! Tutti vogliono in casa uno di quei macabri
portachiavi mentre la serie di omicidi legati ad "I love you" si
moltiplica in modo preoccupante. Sembra di essere tornati ai tempi del tamagotchi.
Un interessante numero sul fascino e la banalità del male. Un thriller teso,
una caccia all'assassino labirintica, una sfida psicologica. Chiaverotti gioca
con gli specchi e noi lettori ci perdiamo tra le pieghe del racconto, seguendo
gli indizi più criptici. C'è anche un'interessante e crudele sfumatura di
malinconia in un killer che, in fondo, vuole che le ultime parole della vittima
a lui rivolte siano, pur grazie ad un artificio meccanico, "ti amo".
Amore e morte, che tornano a formare un cortocircuito. La trama è interessante,
parte come una cannonata e tesse con sapienza la sua tela complessa. Il
castello di carta per me si affloscia un po' sul finale, che rimane in ogni modo
interessante. I disegni di Perugini sono molto validi nel ritrarre i personaggi,
forse un po' spogli sui fondali. In questo caso specifico però il colore dello
Studio Arancia conferisce una nota espressiva in più. Il portachiavi "I love
You" schizza sulle tavole con il suo rosso cremisi come il limone ittero
del Bastardo Giallo di Frank Miller.
Un numero dai buoni spunti che poteva forse mirare più in altro. Ma che risulta
ad ogni modo gradevole.
10: volume 11: L'ombra dello sciacallo
C'è un killer nuovo in città, uccide donne dai capelli biondi e
indossa la maschera di uno sciacallo. Per caso Morgan incontra Azalhee, una
donna che sembra in qualche modo legata a questo assassino tramite
misteriosi ricordi che sembrano provenire tanto dal passato che dal futuro. Un
passato e futuro di centinaia di anni, che coinvolge un sua antenata quanto una
sua discendente.
Un numero strano, stranissimo e dai contorni tanto fantascientifici quanto
sovrannaturali. Si parla di cyborg del futuro, di uomini-sciacallo indiani ai
tempi delle colonie inglesi. C'è forse un cerchio della vita che unisce insieme
nel suo eterno ripetersi tutti gli eventi, ma c'è anche qualcosa di più. Una
spirale sensuale e terrificante che lega vittima e carnefice, che ottunde i
sensi e si svela al paranormale. Tante parole messe volutamente a casaccio per
stimolarvi senza troppo svelare di questa storia. Stiamo forse dalle parti
dell'Albero della vita di Jodorowski, ma è solo una suggestione, i binari della
storia sono diversi e nuovamente per Chiaverotti vanno a toccare le pagine del
suo amato Stephen King. In tutto questo magma narrativo Morgan si defila in un
ruolo di secondo piano, alla disperata ricerca di una serie di cause ed effetti
logici concatenati che per la natura del racconto potranno forse portarlo solo
fino a un certo punto. Lo vediamo disperarsi sul senso della sua vita, in
crisi di astinenza da una nuova caccia all'assassino, di fatto l'unico motivo
per cui accetta di essere vivo. Un Morgan struggente e più crepuscolare del
solito. Molto bello in personaggio di Azalhee, sfuggente e conturbante lo Sciacallo
nel suo diventare quasi un doppio inscindibile. I disegni di Max Bertolini
riescono al meglio a delineare i contorni più orrorifici della vicenda e quelli
più sexy. Lo Sciacallo mette paura nel sul aggirarsi tra le ombre gotiche di
New Heliopolis, come tra le casette in legno di New Canaan, per poi assurgere a
mutante nel futuro. I paesaggi e il gioco delle ombre offrono un quadro visivo
molto interessante, che salta e amalgama in modo perfetto passato e futuro.
Gli scontro sono sempre cattivi e "fisici", tanto quelli che
riguardano gli esseri di carne che i corpi dei cyborg. Gli amanti delle
forme femminili strabuzzeranno gli occhi davanti alle silouette sinuose e agli
eroticissimi "capezzoli a fiore" delle molte donne svestite della
storia. E' uno dei numeri più erotici della serie, pieno di amplessi cercati e
rubati. Un bel numero, sexy e complicato.
Speciale Brendon & Morgan Lost : La mappa delle stelle
La Nuova Inghilterra del futuro prossimo venturo di Brendon e la
New Heliopolis degli anni '50 di Morgan Lost hanno trovato un bizzarro ponte
spazio-dimensionale tra di loro. Come conseguenza alcuni dei più brutti
soggetti e fantasmi dei due mondi si sono mischiati, andando a infestare nuovi
territori. Un Cavaliere Onassiano, alcune fate azzurre e l'imponente
testa di pietra volate degli Sterminatori stanno quindi invadendo la metropoli
in bianco e nero con ombre rosse. Uno strano squalo volante, i coniugi Rabbit e
nientemeno che il cinematografico dottor Hermann Splatter (tutti
rigorosamente in "bianco e nero in un mondo a colori", quello di
Brendon, come ne La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen) stanno invece
facendo strage sulla frontiera post - atomica. Qualcuno deve scoprire come
sistemare le cose o per lo meno tentare di fermarli. Ed è allora che si
mobilita a New Heliopolis il cacciatore di serial killer Morgan Lost,
gettandosi a capofitto sulle tracce del Cavaliere Onassiano, inseguendolo
tra le fogne della città fino a qualche accampamento di homeless. Ed è allora
che un abbattuto e dimenticato cavaliere di ventura come Brendon, arrivato ad
una media di 10 whisky rinforzati al giorno ma che " tiene ancora botta ,
"decide di tornare a cavalcare. Pronto per la caccia al coniglio
psicopatico. Riusciranno a dare un freno alla pazzia che dilaga sui due mondi?
Le premesse di questo ponte spazio - temporale sono interessanti (anche perché
"ripetibili"), la storia è molto divertente, i
"cattivi" sono dei veri mattatori. Chiaverotti prende l'amato dottor
splatter ,il mattatore delle pellicole horror che vanno per la maggiore a New
Heliopolis. Lo butta fuori dallo schermo, nel molto reale come lo
Schwarzenegger di Last Action Hero e gli dice: "Fai un po' quello che ti
pare". E il dottore inizia a sfasciare e amputare tutto e tutti, "urlando" come giustificazione di stare intervenendo per curare strane
malattie. In pieno humor nero. Ugualmente fantastici, ritornano i due rabbit,
da me amatissimi. Lui è sempre il solito matto con ascia e spolverino, la
coniglietta è più sexy che mai in tenuta sadomaso - dark - fantasy (grandissimo
lavoro ammazza-diottrie di Freghieri) e ci concede più di un
siparietto sexy. Entrambi non riescono più a togliersi le loro maschere, non
riescono più a "staccarsi" dal loro costume di assassino. Privi di
memoria e quasi "prede mutanti" nella Nuova Londra, assurgono a
figure deliziosamente tragiche. Il cavaliere Onassiano sperduto a New
Heliopolis non può che correre a destra e manca cercando i pochi riferimenti
che lo riportano con la mente a "casa". I mostri funzionano,
catalizzano l'attenzione del lettore e il numero è questo in sostanza: una
caccia al mostro multidimensionale tutta "sparata". In più è anche
il numero in cui viene re-introdotto nelle edicole, con garbo, in punta di
piedi, il vecchio e mai dimenticato Brendon. Più stanco, più sofferente, più
solitario del solito. L'eroe di Chiaverotti riesce a farsi riconoscere dai
vecchi lettori quanto a rimanere avvolto in una coltre di mistero per i nuovi.
Prima di iniziare con le nuove avventure di Brendon, previste a cadenza
semestrale, l'autore sembra così dimostrare la sua gratitudine per i
molti fan che hanno seguito la storica serie fino al numero 100, inserendo
piccoli dettagli che solo loro possono cogliere. Chiaverotti ci era
rimasto malissimo per questo suo "figlio" abbandonato, lo stesso
male che aveva provato Milazzo quando il suo Ken Parker era stato
prematuramente abbandonato, per questioni editoriali, in uno storico
"penultimo" numero, solo e in carcere (il numero in cui sarebbe uscito
"chiudendo la saga" è giunto solo un paio di anni fa grazie a
Mondadori Comics). Nell'editoriale di questo numero speciale Chiaverotti
racconta di aver sognato Brendon, che lo incolpava di averlo ucciso. E questa
malinconia Chiaverotti l'ha declinata anche nelle atmosfere di alcuni numeri di
Morgan Lost, nell'episodio de I conigli Rabbit e in uno dei "corti" di
Megamultiplex. La peggiore condanna per i personaggi di carta è non poter
riuscire a vivere al di fuori di un figlio da disegno. La peggior colpa del loro
padre-autore è non avere più la possibilità di scrivere storie da dedicargli.
L'autore voleva riparare ed è per questo che si è concretizzato, sembra in soli
sei mesi, questo speciale che raccoglie tra i "chiaverottiani tutti": oltre ai vecchi amici di Brendon anche i nuovi amici di Morgan Lost.
Certo "chiaverottiani si diventa". Per chi volesse, incuriosito,
conoscere qualcosa di più di Brendon dopo questa lettura, consiglio il
bellissimo cartonato da libreria Il sogno di Anja, volume che raccoglie alcune delle storie più belle della serie.
Chiaverotti non ci affligge con il classico cross - over fatto di pacche sulle
spalle (modello Bonelliano) o di scazzottate fasulle tra eroi (modelli
Marvel). Si può dire che tra Morgan e Brendon basta uno sguardo per
comprenderei e riconoscersi come fratelli, in un momento della storia che è
davvero unico, crepuscolare, toccante. In un numero carico di action come
questo sorprende sempre con piacere il rumore fragoroso di una sottile
malinconica nel tratteggio dei personaggi, appena sussurrata. Non ci sono
"momenti Martha" ed è una boccata di aria fresca.
Davvero molto belli i disegni di Freghieri. Carichi di azione, disperazione e
di magia. Ho amato le fatine blu che come Gremlins assediavano un povero
guidatore, il testone di pietra volante, le "sedie vuote" nel cimitero
cremisi di Morgan. Stupendi i conigli "umanizzati", fantastico
Splatter nelle sue movenze sempre esagerate e buffissime. Gli eroi non mancano,
ma sono volutamente dimessi. Morgan è un po' imballato, sembra davvero che non
dorma da un paio di giorni come si dice nel racconto. Insegue a fatica i mostri
provenienti dall'altro mondo. Brendon è quasi un fantasma. Etereo e sfuggente
come solo un vero "risorto" riesce ad apparire. Anche lui più intento
a incassare che a dare pugni, con la faccia pesta e le occhiaie. Vedere New
Heliopolis fusa insieme con le praterie della Nuova Inghilterra è semplicemente
da infarto, il lavoro sulle scenografie è eccelso. Il fatto che il volume sia a
colori per le parti e i personaggi di Brendon e in bianco rosso e nero per il
"comparto" di Morgan è una soluzione visiva unica e accattivante.
Questo numero speciale è davvero niente male anche se appare in parte solo
accennato, forse solo il primo tassello di un racconto più ampio. Ne vorremmo
ancora di più. Vorremmo più interazione tra gli eroi, pur sapendo che nella
logica dell'autore "non potrebbe essere". Ci prendiamo così un pugno
di malinconia in pieno petto quando, scompigliare le carte del thriller,
l'autore ci porta quasi dalle parti di un suo personale Sogno di una notte di
mezza estate. Non è quindi per me un caso che sia uscito in questo periodo.
Non aspettatevi quindi l'incontro del secolo o la trama di un blockbuster da
questo crossover. Guardate questo speciale piuttosto come un fugace gioco di
specchi in cui i due eroi si sognano a vicenda. L'atto di amore di un autore
per i suoi personaggi .
Considerazioni finali su questo speciale di Morgan Lost
Ho dedicato a sorpresa questa serie di post a questo strano eroe
di Chiaverotti, sconvolgendo in parte la scaletta (che comunque recupereremo a
breve). L'ho scoperto tardi e come ho spiegato più sopra ho fatto inizialmente
fatica ad apprezzarlo, anche per via di una scelta di scaletta che mi è parsa
quantomeno criptica. Morgan Lost non è esente da difetti, soprattutto nei
termini di una certa linearità "procedurale" e di un apparato grafico
che almeno all'inizio rischia di appiattire i disegni, facendoli sembrare molto
simili tra di loro. Tuttavia l'eroe di Chiaverotti ha molte frecce al suo arco
per farsi amare. Le storie presentano sempre approcci diversi, spaziando con
disinvoltura tra una moltitudine di generi diversi. Molti dei personaggi
descritti sono davvero azzeccati e memorabili, come Wallendream o i Conigli
Rabbit, e al di là dei singoli albi ritornano come elementi ricorrenti anche di
una trama più ampia che avvolge tutto il "lore" del fumetto. L'azione
è sempre presente, fisica quanto surreale, e anche se Morgan non
"sfugge" dall'essere considerati l'ennesimo detective di
casa Bonelli, peraltro molto vicino nei toni all'inquilino di Craven Road, le
scene action riescono a spingerlo quasi in territori supereroistici inediti e
interessanti. E poi c'è la malinconia e il senso di fallimento, sentimenti che
condivide anche con Brendon e che donano cuore alla sua presunta
invulnerabilità. Si possono fare speculazioni su quanto possa continuare il suo
"viaggio editoriale", ma è più bello considerare come fin qui, salvo un
paio di incertezze, io mi sia piuttosto divertito e non veda l'ora di leggere
un nuovo numero. Si vede che il bianco, il rosso e il nero alla fine,
incredibilmente, creano dipendenza.
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