Continuano
le torbide frequentazioni di Dylan presso gli uffici di Scotland Yard. Gli
manca così tanto quel posto, che ai tempi del vecchio Bloch frequentava un
giorno sì e l'altro pure, che tutte le volte ci passa dentro per un qualsiasi
motivo, torna poi a casa con un ricordino. Questa volta non si è portato a casa
una graffettatrice, una gomma o una penna multicolore dalla scrivania di
Carpenter, ma nientemeno che Sandy, l'addetta agli identikit! Certo la
ragazza ha pure dei problemi dai contorni soprannaturali, come tradizione
vuole per giustificare l'interessamento del nostro indagatore. Nello specifico
Sandy deve aver letto troppe volte il Fotocane di Stephen King o deve aver
visto troppe volte i film di Freddy Krueger o la serie Twin Peaks, fatto sta
che ogni volta che si addormenta fa dei sogni spaventosi. Si trova seduta su
una sedia di plastica Ikea per giardino, ha un abito lungo, è scalza e non può
muoversi quando un brutto figuro, con occhi torvi e capelli unticci le si
avvicina. Un tizio brutto, dai caratteri lombrosiani, forse l'uomo nero in
persona. Chi è? Cosa vuole? E' un promoter Ikea? E notte dopo notte, sogno dopo
sogno, il brutto figuro appare sempre più vicino, sempre più vicino, sempre
più vicino. E lei non vuole di sicuro sapere cosa succederà quando raggiungerà
lei e la sua sedia Ikea da giardino, non vuole saperne anche se magari il suo
obiettivo fosse solo darle un buono sconto sulle polpette svedesi del famoso
negozio dei mobili da montare. Così ha fatto l'identikit dell'uomo nero, ne ha
fatto tipo sessantamila disegni al punto che ha sommerso di carta il suo
ufficio di Scotland Yard e non vuole stare a casa da sola, non vuole più
dormire. Mai più. Sesso però si può fare, almeno di questo Dylan è contento,
ma per il resto è un casino. La ragazza a una certa si convince pure a fare
dei bagni gelati per poi star male e vomitare l'anima, pur di non dormire.
Anche il sesso alla lunga, a questo punto, ne risente. E così Dylan va da
Bloch, nel paesino di campagna di Bloch. Il vecchio mentore, che ormai conosce
tutte le donnette zitelle locali, gli presenta "sciura" Billigham,
una dottoressa esperta in disturbi da sonno (non mi ricordo la sua qualifica a
cirriculum, può prescrivere farmaci, forse è psichiatra, forse il fumetto lo
dice pure ma ora non trovo la pagina). Sta di fatto che la dottoressa, in
pensione e accanita tabagista, dà un'occhiata alla foto del losco figuro dei
sogni e deduce, un sei secondi, che... è un tizio brutto, dai caratteri
lombrosiani, forse l'uomo nero in persona... Grazie, lo avevamo già capito, ma
lei specifica che è esattamente quello che uno si immagina quando pensa
all'uomo nero. Non è un essere reale il brutto figuro, è un
"archetipo". E io che credevo che l'uomo nero avesse l'aspetto di Carlo
Buccirosso. Ma per lei quello è il volto del male, ne è sicura come ne avesse
un poster in camera. Così, dopo aver buttato nel cesso più o meno 150
anni di psicologia criminale asserendo "brutto è cattivo", la
tabagista offre e prescrive alla nostra Sandy il classico farmaco che fa
dormire senza sognare che si trova in ogni film di Freddie Krueger in
ogni farmacia ospedaliera, in genere protetto da qualche infermiere
stronzo che non te lo vuole dare finché non muori male perché Freddy arriva
prima. Ora non resta a Dylan che "trovare il brutto figuro" e fargli
smettere di perseguitare la donzella prima che il farmaco le faccia troppo
male. Ma come fare a trovare una persona che forse non esiste, perché lo ha
detto una tizia mai vista prima dopo aver visto un foglietto sei secondi?
Magari basta dare un'occhiata ai dvd di Nightmare e chissà mai...
Ok, tagliamo la testa al toro. La trama di questo numero, ad opera di Paola
Barbato, è un po' derivativa. Certo questo non è di per sé un male, c'è
un intero filone di storie dylaniate che pescano dai libri, fumetti e
cinematografia, persino dischi! E' bello anche trovare le citazioni, giocare
con i rimandi, l'importante è che la storia sia divertente e possibilmente,
sanguinosamente, horror. E questo numero 355, che pesca un po' qua e un
po' là, alla fine diverte, mette in scena delle situazioni davvero angosciose
e truculente e forse ci regala un cattivo da portarci dietro per anni. Certo
c'è un passaggio di trama che mi pare davvero infelice.
SPOILER
se Dylan sa che l'uomo nero lo ha
visto altra gente, gente che in genere dopo la visione è finita male, l'idea
di divulgare l'identikit al telegiornale è per lo meno... da incosciente... Ha
appena appreso che un tizio che ha visto il disegno si è buttato su una sega
circolare e nonostante ciò divulga il disegno ai media. E in effetti accade
una strage, che coinvolge pure molti innocenti come effetto collaterale. E, non
contento, dopo che immaginiamo Dylan sappia anche delle vittime collaterali dai
media, cosa fa il nostro eroe? Con fotocopiatrice, scotch e pinzatrice, mette
pure in giro una montagna di identikit del mostro per tutta Londra!! Ma
nemmeno con una indicazione tipo: "se lo vedete state tranquilli, prendete
il farmaco, contattate qualcuno" solo identikit con scritto "avete
visto quest'uomo?". Ma perché? C'è un modo per salvarsi dal mostro
(e non ..cioè a me...coinvolgere innocenza in atti scriteriati) ma uno deve saperlo, poter scegliere, così si fa solo una strage... Bah.forse sono io che ho capito male, non so...errata corrige 1.5. 2016..in effetti i volantini un senso più profondo (molto più profondo e sociale) lo hanno...con mestizia avevo saltato una pagina / me ne ero scordato.....capita ai migliori e quindi pure ai peggiori ( come me) ....daremi delle ferie...magari in luogo caldo....però ( a livello di scrittura, anche perchè questo evento è motore degli sviluppi futuri ) il problema di aver divulgato la notizia, che è diventata virale, rimane..alla luce del fatto che pure Dylan ha rischiado direttamente uno strangolamento ...
FINE SPOILER
Molto
belli i disegni di Martinello. Mi ricorda un po' Juan Josè Ryp nel modo, un
po' bulimico, che ha di affastellare sulle tavole un infinito numero di
dettagli, spesso grotteschi quanto organici, come se la tavola fosse un unico
organismo vivente, che il lettore - ricercatore deve scrutare centimetro per
centimetro al microscopio, per capirla a fondo. Tavole da scrutare in antitesi
a una fruizione veloce dei disegni, ma appaganti, adattissime all'horror. E,
come Ryp, Martinelli sa essere anche estremamente sensuale nel delineare i
corpi femminili e gentile nel far trasparire umanità e vulnerabilità dei
soggetti ritratti. Differentemente dall'autore spagnolo, in meglio, Martinelli ha invece una maggiore definizione delle anatomie e una composizione
di tavola più chiara e intellegibile. Mi piace questo disegnatore, mi ha
commosso la sua triste e fragile Sandy, spero di rivederlo presto su questa
testata .
E poi c'è la copertina di Stano, che SI ILLUMINA AL BUIO!!! Che è una cosa
carina in effetti. Nel prossimo numero mi aspetto un pezzo del galeone da
montare!
In conclusione. Una storia carina, un po' strampalata ma che diverte, trabocca
sangue in scene splatter davvero ispirate e reca pure una riflessione non
banale sul "fattore umano", che non vi spoilero. Disegni davvero
molto validi, che rendono una gioia sfogliare più volte le tavole. E ora tutti
a leggere il Fotocane nella raccolta di King Quattro dopo mezzanotte!
Talk0
Dov'è il profilo critico nel vostro pezzo?
RispondiEliminaEgregio Comix Archive ti ringrazio, come autore unico del testo del pezzo, per avermi fatto soffermare di nuovo su questo numero di Dylan Dog, facendomi cogliere delle imprecisioni e dandomi la possibilità di espandere il commmento, in verità in origine un po'stringato. Forse troppo. Il ragionamento che segue coinvolge anche aspetti del finale del numero per essere più completo e pertanto sarà tutto sotto SPOILER
EliminaPartiamo dalla Barbato. Il soggetto è per me molto interessante e prosegue idealmente il filone del "Dylan assistente sociale" che si è visto anche nel numero scorso. Chi è il "nemico"? Un Freddie Krueger "dei poveri"? Forse qualcosa di più profondo, una personificazione del "rimosso". Un macigno che molte persone a volte dimenticano di portare ma che le prosciuga progressivamente la vita ed emozioni ( e le porta spesso a fare male a se stesse e agli altri) allo stesso modo del simpatico "uomo delle pulizie dei sogni". Materia che manda in sollucchero gli assistenti sociali, avvocati, psicologi, filosofi evolutivi e tutta la pletora di esperti cui Sandy accenna a pagnia 8. Il problema è che essendo un "rimosso" (e vale anche per le dipendenze e altre categorie di disagio) non si può affrontare "da soli"ma solo in una dinamica relazionale, con un confronto, con un facilitatore e magari con dinamiche di "empowerment". in sintesi, spogliando la storia delle tematiche sovrannaturali , il nostro "Dylan assistente sociale" si connette con un problema (la sua amica che sta male), lo raffronta con il territorio per calcolarne la portata ( con la televisione "pubblicizza" il male)e le persone che hanno anche loro quel male accorrono ( prima disordinatamente,pag.41, poi in modo ordinato pag.97)e si forma quello che ha la tutta la forma di un gruppo di auto-mutuo aiuto. Questo intuizione narrativa mi è piaciuta. Come mi sono piaciute le scene splatter e la caratterizzazione del "mostro", anche grafica, una specie di ritratto di Dorian Grey della propria coscienza sporca, che conserva le chiavi di peccati che vogliamo rimangano sepolti nel subconscio. (continua)
Sono interessanti poi questi "zombie del subconscio", ossia le "vittime"dell'uomo dei sogni all'ultimo stadio, completamente distruttive e autodistruttive, curabili solo con un farmaco che ha effetto per sei ore. Ci potrebbe venire fuori una variante di zombie-movie niente male..
EliminaLa storia di contro ha dei problemi, in parte già analizzati nel post. Aggiungo che spero vivamente che nessuno tenti di darsi una scossa di corrente sotto la doccia per "entrare nei sogni dell'altro"... Certo la "scossa" può rappresentare l'empatia che Dylan raggiunge con i problemi della sua Sandy, che all'inizio del racconto pare per lui un mero oggetto sessuale. Ma la modalità non è felicissima.
Alla fine quindi il lavoro della Barbato mi sembra carico di pregi ma anche di qualche difettuccio, ma il personaggio del cattivo e il suo "mondo" (un po' l'anello di congiunzione tra i film di Nightmare e i "crazies" della romeriana " la città verrà distrutta all'alba" )non sono male.
Sul lavoro di Martinello mi sembra di essere stato più esaustivo, ma posso comunque approfondire. Mi piace la cura che riserva alle mani e ai volti dei personaggi ed ha davvero la capacità di costruire scene di impatto. Le sequenze di pagg.30-32 o di pagg. 49-50, la splash page di pag.76. Ma gli esempi di talento sono davvero tanti e ben spalmati nelle pagine. Riesce a curare al meglio il registro action e horror ( dove maggiormente mi ricorda Ryp) ma il suo punto forte è l'umanità dei suoi personaggi. E'un autore che potrebbe fare davvero di tutto e al meglio. Bene, con questi "tempi supplementari"spero di aver dato più giustizia all'albo o almeno di aver espresso un giudizio, pur opinabilissimo, più a trecentosessanta gradi.