Londra.
Qualcuno vuole male ai senzatetto, li aggredisce nell'ombra e li uccide in modi
complicati e rituali come il pazzo del film Seven. Lo chiamano "il
fantasma dei vicoli", è inafferrabile, ha l'ubiquità e lascia addosso alle
sue vittime una firma sempre riconoscibile: lingotti, collane in perle e
dobloni. La polizia brancola nel buio, il fantasma è imprendibile, ma uno
degli homeless, Billy, sa a chi affidarsi. A una sua vecchia conoscenza, un
poliziotto che ora è diventato detective e che ora ha studio in Craven Road. Ed
è così che Dylan Dog entra in azione, supportato a Scotland Yard da una sempre
più collaborativa e complice Rania, libera di "blochizzarsi" in
assenza di Carpenter e di passare significativamente più tempo in compagnia dei
nostro eroe. C'è forse qualcosa in pentola. Dylan ha il numero di casa privato
di Rania, Groucho la tempesta di mail con foto di gattini con il suo Smartphone
Ghost 9100, vediamo Rania e Dylan in momenti molto intimi. Prima o poi
qualcosa scatterà, anche perché entrambi sono carinissimi in questo numero, ma
torniamo alla trama. Se c'è un fantasma che attacca i senza tetto l'unico modo
per scovarlo è vivere per strada, insieme agli homeless. Essere costretti a
fare l'elemosina anche solo per fare una telefonata, inventandosi giacigli di
fortuna per la notte in zone pericolose, combattendo una guerra quotidiana per
preservare dagli altri i propri beni migliori, le scarpe, prendere un mare di
botte per invasione di territorio altrui. La strada è brutta e Dylan deve starci
un bel po', in attesa di scorgere anche lui il terribile fantasma dei vicoli.
Vi pongo un giochino sociologico. Sapete quanti sono i senzatetto in Italia o
anche solo nella zona in cui vivete? Non state troppo a pensarci, sparate un
numero "a sensazione". Il giochino (un po' infame) non punta ad una
corretta rappresentazione numerica di questo tipo di "popolazione",
quanto a una "percezione del fenomeno" da parte vostra. La risposta
ve la metto qui sotto SPOILER
i senzatetto
in Italia sono 50.000, nella mia zona , Milano, sono da soli intorno ai 3000
FINE
SPOILER
Che voi abbiate immaginato un numero più altro o più basso, il
problema della povertà è uno dei "veri" mostri del nostro tempo e
tende sempre più ad allungare i suoi tentacoli. Ce lo ricorda bene
Recchioni nella paginetta del Dylan Dog Horror club, ragionando in modo
"rock" tanto di povertà quanto di crudeltà umana fornendovi pure
citazioni niente male per un tatuaggio sul braccio. Tutti possono diventare
poveri da un giorno all'altro, non è un guaio che capita solo "agli
altri". L'unico modo di contrastare il fenomeno è essere pro-attivi,
allungare la mano ai bisognosi, partecipare a iniziative di volontariato,
anche solo offrire il proprio contributo con i banchi alimentari. Così facendo
si creerà una "rete di fronteggiamento" sempre più ampia e in
grado di rendere felici non solo i bisognosi, ma anche le stesse persone che si
dedicano al volontariato, che troveranno un significato migliore della vita. Un
equilibrio migliore del mondo, che la società non è in grado di offrire. E se
non abbiamo né tempo né voglia di dedicarci agli altri, dovremmo per lo meno
considerare come un tesoro nazionale quelle persone che, sottopagate se non a
titolo sempre più gratuito, si mettono a disposizione, anima e corpo, nelle
iniziative rivolte al sociale. Soprattutto se rimaniamo inerti di fronte al problema.
Per questo ho un po' di problemi con questo albo 354. Non riesco ad afferrarne
il significato. Da un lato, come è giusto e già si è fatto in passato, si parla
dei problemi di vita dei senza tetto, cercando di farvi immergere nel loro
mondo. Magari in modo un po' didascalico, ma "se ne parla" e per questo è sempre utile farlo, anche perché questo è un fumetto che finisce nelle mani
di molti giovani. Non è un mistero che Dylan Dog parli spesso di sociale.
Dall'altro la storia ha una deriva davvero curiosa. Una deriva per la quale
immagino rimaneggiamenti in corso d'opera, magari per coprire uno sviluppo
troppo "forte"
SPOILER
comprendo che
ci siano persone che utilizzano la beneficenza per farsi vanto, se non per
coprire condotte poco limpide, pubblicizzando il loro
coinvolgimento in iniziative umanitarie a monte di un sacrificio
economico per loro sostenibilissimo ottengono enorme pubblicità e prestigio,
almeno di facciata. E ciononostante non mi sento affatto di demolirle in questo
se, qualunque sia il loro "fine ulteriore", con i loro fondi si
riescono ad azionare misure concrete di intervento agli indigenti. Ma trovo del
tutto inimmaginabile il comportamento, in questo albo, dei due Hennings, madre
e figlio, spiegato a pagina 97 come "psicopatologia genetica", senza
ulteriori approfondimenti di trama. Non senza un "passaggio ulteriore di
trama" che potesse far quadrare la cosa, di cui preciserò dopo. Ok:
"è brutta gente". Non sapere perché si comporti in questo modo fa
forse, pure, maggiore paura. Ma possono queste persone, per un periodo di
almeno 9 anni, dedicarsi a una mensa per poveri, tutti i giorni della loro
vita, salvando così la vita di migliaia di persone, con l'unico scopo di
trovarsi un alibi per uccidere tre dei senzatetto? Non possiamo capire tanto la
loro volontà omicida quanto l'affidabilità quasi decennale del loro impegno
sociale ma "lo fanno", quindi prendiamolo come dato acquisito e
non ci curiamo più dei loro problemi mentali. Andiamo all'aspetto potenzialmente
più grave. Quali sarebbero le conseguenze della cessazione del loro servizio
mensa? La storia, per scansare il dubbio, salva capra e cavoli
"morali" con un intervento esterno (la lettera del preside suicida
che smaschera l'assassino e lo fa arrestare evitando il confronto diretto
con l'eroe) e con una postilla, affidata sempre alla speaker del
telegiornale di pag 97 che accenna al fatto che "dopo le scorribande degli
Hennings, la fondazione si sarebbe occupata di continuare il servizio mensa".
Con questa doppia manovra si lascia di fatto poco a Dylan, giusto un contentino
da eroe sul finale. Ma senza interventi esterni e la rassicurazione finale,
considerato che gli assassini sono solo "funzioni della macchina del
caos" da accettare così come sono, Dylan poteva davvero
diventare protagonista forte della storia. Perché si sarebbe potuto trovare
davanti a un terribile e interessantissimo (perché nel mondo reale
"succede" e perché sarebbe stato davvero il punto più horror del
racconto) dilemma morale. Un aggiornamento del dilemma sul
"male minore" noto come "del trolley"
Seguendo
questo ragionamento, Dylan sarebbe "venuto a patti" con i due
assassini per veder garantito il loro supporto al centro degli homeless? Mi
sarebbe piaciuto vederlo davanti a una scelta di questo tipo, una scelta che
non ha per sua natura una risposta giusta. Qui c'è "troppa
delegazione" e contestuale (ricercata) protezione del personaggio da una
scelta che, girala come vuoi, poteva essere impopolare.
Poi ci sono un paio di dettagli minori poco chiari, ma secondari.
Perché le punizioni elaborate tipo Seven, con tortura e marchio dell'assassino?
E perché l'homeless a pagina 6 non riconosce chi gestisce, da almeno 9 anni, la
mensa dei poveri locale conosciuta da tutti i suoi amici? Ma, ripeto, sono cose
secondarie
FINE SPOILER
Bene, dopo che avrete letto il fumetto vi invito a leggere tutto il casino che
ho scritto qui sopra. Fine.
No dai scherzo.
Ci metto pure la faccina : )
La storia scritta da Simeoni a parte le questioni rilevate nella "zona
spoiler" funziona abbastanza come ritmo. E' un giallo da risolvere, che si
basa su un gioco di prestigio che sarebbe piaciuto al compianto Wes Craven.
Vede un Groucho in ottima forma, battutaro ma anche compagno di vita
unito, in modo sempre più "bromance", a Dylan, nella buona e pessima
sorte. Vediamo, soprattutto, l'evoluzione del bellissimo rapporto tra Dylan e
Rania. Un rapporto che si vuole fare a piccole
tappe come i fidanzamenti seri. Giochi di sguardi, prime osservazioni
"anatomiche", complicità, forse le chiavi per aprire il diario
segreto. Ci piacciono.
Belli i
disegni di Tanzillo, ci ho visto (poi magari mi sbaglio) delle similitudini
con il fumetto argentino. Tavole molto dinamiche cariche di dettagli, belle le
due splash page, molto sensuali e ammiccanti Rania e Dylan. Un plauso alla
rappresentazione degli homeless, figure credibili e non le caricature
dickensiane a cui troppo spesso siamo abituati. Ma Quello a pagina 84 è per me
sputato Antonino Cannavacciuolo! Che mi sta pure simpatico e quindi tutto ok!
Un numero
quindi che per me poteva dare qualcosa di più. Una storia che riesce comunque
a scorrere e appassionare per il lato più sentimentale. Disegni validi. La copertina
di Stano, legata al titolo "miseria e crudeltà" (invero bruttino)
mi ha fatto chissà perché venire alla mente i film di Totò. Pure l'assassino
misterioso in copertina mi è parso la "forma diabolica" del principe
De Curtis. Questa "combinazione" mi ha fatto rimandare la lettura di
settimane, non avevo davvero "il coraggio di affrontarla". Ma queste
sono mie menate personali.
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