E se la modalità campagna di un gioco alla Call of Duty
diventasse un film? Non dico un film generico su Call of Duty, che prima o poi
è inevitabile, ma proprio la campagna, "giocata in prima persona" che
si trasforma forse nell'evoluzione più estrema del found foutage movie. Via
quella cacchio di telecamera a mano, spesso ingiustificabile con questioni di
logica e sopravvivenza più primordiali, e benvenuta visione direttamente dalle
palle degli occhi del protagonista, in un'estetica da proto first person
shooter cinematografico. Certo non è la prima volta che si tenta qualcosa di
simile, ci sono stato film d'autore che ci hanno provato e alcuni frammenti di
film che hanno fatto ricorso a questa tecnica "telecamera free". Mi
vengono in mente le scene di "possessione" di Essere John Malkovich,
le soggettive di Lo Scafandro e la farfalla, molte scene di Robocop di Verhoeven,
a cui questo Hardcore Hanry sembra ispirarsi in più di un punto,
cybernizzazione compresa del protagonista. Ma il referente immediato che per
primo mi è balenato alla mente dopo la visione del trailer è il finale di
Doom, film del 2005 di Andrzej Bartkowiak ispirato a Doom 3, in cui per un
attimo vedevano gli occhi dalla prospettiva dell'attore Karl Urban. Il film,
bruttino a dirla tutta, per un istante si impennava trasformandosi esattamente
in un livello del videogame.
All'epoca per un videogiocatore questo rappresentava un orgasmo
multiplo. Da allora, come una profezia, mi convinsi che per vedere nuovamente
qualcosa di simile avrei dovuto fare affidamento solo su un regista
dall'altrettanto nome impronunciabile. Ed è arrivata quindi Ilya
Naishuller. Naturalmente dietro la supervisione di quel geniaccio di Timur
Bekmambetov, il massimo regista russo dell'action, con all'attivo bombette come
I guardiani della notte, il film "bello e non palloso" su Lincoln e
Wanted. Il progetto è stato supportato da una campagna di crown founding e il
protagonista della pellicola, quello che non vediamo perché è in prima persona
e l'unico a non avere il cognome in russo è l'attore feticcio di Blomkamp,
Sharlto Copley, l'uomo chiamato Chappie.
Dalle prime immagini sembra che il tasso di spettacolarità della pellicola sia
alto. Il contesto fantascientifico -splatter poi ci ricorda , oltre a Robocop,
pure cose di questo tipo
L'incognita è se il film riuscirà a tenere alta l'attenzione
degli spettatori per tutto il tempo, soprattutto per coloro che non sono soliti
guardare su youtube o twich ore di videogiochi giocati da altri. Ma
l'operazione ci piace, sembra divertente e sopra le righe quanto basta a
diventare un piccolo cult. E se va bene sono stra-convinto che film di questo
tipo ne vedremo parecchi.
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