Il gruppo del pistolero è di nuovo in viaggio verso una meta che permetta al nostro eroe di scaricarli da qualche parte. O almeno così la pensano Rosa, Seba e Nue. C'è aria di tortellini e zanzare nella calda estate italiana. Il gruppo non si è ancora ripreso dalle "visioni erotiche" del numero passato. Motivo per cui Ringo sta più lontano possibile dai bimbi e soprattutto dalla bimba, per lo più appollaiato a qualche campanile con la scusa di "scrutare il territorio", alla Assassin's Creed. Motivo per cui i due bimbi fanno a gara a chi fa la voce più grossa con la femminuccia. A dare pace agli ormoni ecco quindi giungere una possibile minaccia. In una città deserta arrivano loro incontro un gruppo armato di ragazzini con intenzioni bellicose. Ringo è a terra e prigioniero, il suo gruppo è invece oggetto di curiosità degli autoctoni. Odiano gli adulti, gli hanno mentito, li hanno abbandonati e sono morti. Da allora sopravvivono con piccoli scambi ma nessun adulto può uscire vivo dal loro territorio. Ma forse lasceranno in pace Ringo e li lasceranno andare, se il gruppo riuscirà in una difficile impresa che farà a tutti guadagnare qualcosa. Recuperare un oggetto prezioso in un posto che puzza di fantasmi.
Un po' Mad Max oltre la sfera del tuono, un po' Il signore delle mosche, il nuovo numero degli Orfani parla di bambini dal futuro rubato, costretti a vivere tra le macerie e rovine allestite dai loro padri. Gli adulti sono giocoforza banditi dalle tavole o costretti dietro a sbarre, il mondo non è più loro e in quei pochi rimasti permane la pena di non essere riusciti a fare qualcosa di più, di non aver saputo costruire un domani per chi viene dopo di loro, ignari, nudi. Molto bello il personaggio del medico, grandiosa ma dai piedi di argilla il capobranco dei ragazzini, la leonessa. E ha un senso anche Bologna, culla di cultura universitaria, che non riesce nel futuro recchioniano a essere più luogo di sapere, ma solo di arti (tecnologiche) passate e pericolose per la salute. Un brutto biglietto da visita per il futuro.
Anche i corvi vanno al mare in Riviera! |
La scrittura di Vanzella ci piace, trasforma l'incubo in favola, quasi un sogno decadente, un paradiso perduto e questo grazie anche alle tavole di Genovese e ai brillanti colori della Leoni. Oltre agli straordinari scenari urbani, l'acqua pervade molte tavole, innaffiandole di vita, ma come nell'ultimo Dylan Dog (corsi e ricorsi della programmazione recchioniana sia di Dylan che degli Orfani?), potrebbe essere un elemento non sicuro. Così come possono essere oscuri i volti a prima vista amichevoli, a prima vista ammiccanti dei ragazzini. Vanzella descrive una nuova società intransigente, incline all'imbarbarimento, ma forse non ancora spacciata. E questo in piccola misura ci gratifica. Sul lato del gruppo di Ringo, vediamo tra i suoi figliocci una sempre maggiore coesione, al di là della esplosione estivo-ormonale del momento. Sempre meno bambini, sempre più uomini.
Molto belli i disegni di Genovese, precisi, dettagliati, persino sexy. Straordinarie le scenografie, molto bella la caratterizzazione. I colori della Leone virano spesso in un magico balletto dal rosso al verde tra stupendi cieli azzurri e caldi tramonti, sognanti, magici.
Si sta dimostrando un viaggio interessante. Un altro bel numero.
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