sabato 2 maggio 2015

Far East Film Festival - giovedì


0.5 mm di Ando Momoko è il classico film che se ve lo presentano male non andreste a vederlo in sala mai nella vita. Un film giapponese su una badante di tipo 200 minuti. Sì lo so. Detto così spaventa. E invece è incredibilmente un film leggerissimo, ironico e romantico, che non annoia mai. Una autentica sorpresa.
Sawa è una badante specializzata in persone molto anziane. Già nella prima scena la vediamo raccogliere al volo in un bicchiere buffo l'urina di un vecchietto che non è riuscito ad aspettare  il cambio del pannolone. E già le  vogliamo bene, perché sa capire i vecchietti e li tratta amorevolmente per i bimbi cresciuti che sono, necessitanti di cure e affetto. Da lì succede un brutto casino con gente impiccata, case bruciate e richieste di prestazioni equivoche (ma tutto in chiave comica), che porta la nostra Sawa a non poter più esercitare. Ma lei continua a seguire vecchietti che incontra e a dargli il suo aiuto, con altruismo, un po'  di follia e forse la convinzione di non saper fare altro. E questo la porta nelle situazioni più assurde e paradossali. La chiave vincente è il lasciare alle spalle ogni patetismo e affrontare il tema di un paese pieno di anziani con il giusto  disincanto.


Il mondo di 0.5 mm è realisticamente tragico, gli anziani regrediscono a bambini, perdono la memoria,  hanno pulsioni insoddisfatte o sono troppo vecchi e induriti dalla vita per provare sentimenti. Sawa dà voce a loro, attenzione e rispetto e fa venir voglia di essere persone migliori.
L'attrice Sakura Ando è semplicemente incantevole in questo ruolo, riuscendo a calamitare da subito lo spettatore con il suo buffo ma incredibilmente complesso personaggio. La regia della sorella Momoko  Ando, anche autrice del libro da cui la pellicola è tratta, riesce con eleganza e tatto a mettere in scena quadretti di vita famigliare mai banali, sempre vividi, autentici. Ed è inoltre in grado di fare un film di 200 minuti su un tema così complesso senza annoiare nemmeno per un istante.

Gangnam Blues di Yoo Ha è un gangsta movie sud coreano che parla della nascita dell'ora ultra glam quartiere di Gangnam, quello con lo Style cantato qualche tempo fa da Psy.
Con una serie di speculazioni edilizie, una serie sterminata di campi diverrà un prospero quartiere. Tanti maghessi politici attuati anche grazie al lavoro di un nutrito numero di malavitosi. Tra questi c'è chi vuole appendere il revolver al chiodo e diventare un onesto gestore di lavasecco, chi vuole mettere la testa a posto e stare felice. Ma da quel mondo non si esce e amicizie fraterne sono destinate a finire nel sangue.
E poi c'è anche il tizio di Snowpiercer!!!


Molta azione, cazzotti che risuonano come proiettili, smitragliate, un po' di splatter e vestito di classe come da dettato scorsesiano per un affresco intrigante, glam e truce quanto basta per bravi ragazzi di Gangnam. Rispetto ai gangsta "spaghetti" qui c'è però più melodramma e un interessante intento storicistico. Ricco il cast, decisamente imponente, narrazione un po' lenta e botte così sonore che un po' disturbano quando si è appisolati. Da seguire con attenzione, magari senza incedere prima al ristorante, la struttura generale merita e le interpretazioni sono convincenti.
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