mercoledì 7 gennaio 2015

Hardball


Usciva in sordina nelle sale americane, durante un brutto periodo, un film piccolo piccolo, su una squadra di baseball sfigata, composta da ragazzini del ghetto e un allenatore alcolizzato e scommettitore incallito. Puro Frank Capra. Arriva la redenzione, la grande partita, l'occasione della vita per dimostrare ancora una volta al mondo che le favole esistono. Niente di clamoroso, di favola si tratta, pure a grana grossa, con scene drammatiche programmate e grande gioia finale. Ma un film sull'integrazione e la tolleranza, valori non certo a buon mercato di quei tempi. Quel film fece i numeri, nelle sale americane andarono a frotte a vederlo. Serviva. Serviva a confermare che almeno nelle sale, almeno al cinema, esisteva ancora un mondo diverso da quello raccontato dai telegiornali. Non un mondo fittizio dove nascondersi, quanto l'occasione di novanta minuti di ora d'aria per poi tornare a guardare negli occhi la realtà, credendo un po' di più nelle favole. Oggi ho ripensato ad Hardball.
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