venerdì 25 ottobre 2013

Evangelion 3.33 You can (not) redo

PARTE TERZA

4) Ma dopo diecimila parole, com'è 'sto cavolo di 3.33? a.k.a come Anno ripaga le preghiere dei fan

Il film abbandona la coralità tipica della serie e pone al centro dell'azione Shinji. Il ragazzo si è svegliato da poco, in uno strano posto simile alla cabina di una grande nave, da un lungo periodo nel quale è rimasto “fuso” con l'unità Evangelion a seguito dei trascorsi della precedente pellicola (bah...vabbeh, andiamo avanti).

A trarlo in salvo sulla nave sono state Asuka e Mari, recuperandolo da una specie di bara in cui fluttuavano nello spazio l'Eva01 unitamente a Shinji, dovendo per il recupero far fronte all'agguerrita difesa del cimelio da parte di un angelo. Nonostante i volti amici, c'è una strana freddezza nei suoi riguardi, nessuno vuole parlare con lui e le fugaci occhiate che gli vengono dedicate sono per lo più di sdegno e disprezzo. La situazione è così tesa che Shinji si trova con al collo una specie di collare che esploderà, decapitandolo, nel caso che il ragazzo voglia nuovamente salire a bordo di un Eva. Tutti i personaggi sono invecchiati, ci sono molti volti nuovi, sono passati 14 anni. Misato è ora alla guida delle Wille, una agenzia che si dichiara nemica della Nerv. L'Eva 01 gli è stato requisito e fornirà da motore per la corazzata volante della Wille, l'enorme struttura sulla quale si trova a bordo anche Shinji. Non c'è un attimo per i convenevoli, la corazzata della Wille si trova già sotto attacco da parte di strane creature. Ma il colosso volante dimostra da subito di possedere una potenza bellica semplicemente devastante. Terminato lo scontro vittoriosamente, la tensione nei confronti del pilota dello 01 non si placa. Sguardi gelidi e parole spietate danno la drammatica dimensione della situazione a Shinji. Lui non serve più. È tornato a essere una persona inutile. Vivrà segregato. Ma di colpo Rei fa irruzione sulla corazzata volante a bordo dell'unità 00 e offre al pilota dello 01 una via di fuga che Shinji subito accetta senza remore e ripensamenti. Lui sa di non essere una persona inutile e tornando sull'Eva riuscirà a dimostralo a Misato e agli altri. E così Shinji, scappando dalla Wille e ai disperati tentativi di cattura di Asuka e Mari torna verso la Nerv. Un posto molto sinistro e assai più spettrale di quanto si ricordava. Ad aspettarlo c'è però un nuovo amico. Si chiama Kawaru Nagisa.
Anno continua la sua ricostruzione di Eva nel modo più spettacolare e spiazzante possibile. Spettacolare in quanto la pellicola prosegue se non addirittura migliora l'altissimo livello tecnico di cui ha dato sfoggio fin da subito la serie Rebuilt. A una grafica bidimensionale allo stato dell'arte animata moderna si combina perfettamente animazione generata al computer di altissimo livello mentre l'accompagnamento sonoro tanto musicale quanto effettistico è letteralmente in grado di far esplodere un amplificatore cagionando il più appagante orgasmo sensoriale di sempre. Una tale dotazione tecnica unita alla più frenetica regia possibile, esprime al cento per cento il suo potenziale nelle scene d'azione che, seppure in numero inferiore a quanto sarebbe stato opportuno aspettarsi, hanno una tale forza visiva e sonora da ridefinire e collocarsi al vertice di ogni scena d'azione presente in un anime di fantascienza. Come Evangelion ci ha sempre abituati, alle immagini segue sempre una overdose di termini tecnici misteriosi (tecnico-arcaico-mistici) e nelle scene action di 3.33 tra sonoro esploso a mille, grafica ultradettagliata e ultraveloce e supercazzole mistico-tecnico-scientifiche lo spettatore, che magari assiste al tutto su un megaschermo, si trova davvero ad un passo dal collasso cerebrale per overbooking sensoriale. Bello, bellissimo ma davvero troppo per i limiti umani. Roba che pure a visionarla al rallentatore appare troppo veloce...

Spiazzante dicevamo. 3.33 dopo una prima parte ultra movimentata e in attesa di una seconda massiccia (ma non troppo) porzione action sul finale è il film che non ti aspetti (se non conosci Anno), ossia un sentito e doloroso dramma esistenziale con al centro di tutto Shinji. Il nostro si muove in una specie di limbo metafisico. Montagne con i denti, piramidi rovesciate, sangue e creature decapitate in ogni dove. Il suo è un percorso solitario e drammatico. Ripudiato da Misato e dai suoi amici ritrova in Gendo, suo padre, il solito rassicurate gelo anaffettivo. Rei non è più la stessa, appare come una bambola rotta che pertanto vive in una stanza-scatola finta e impersonale. Anche il nuovo appartamento di Shinji è un'asettica stanzina-cella in calcestruzzo. Tutto gli urla di cercare una via di fuga salvo Kawaru. Kawaru è l'unico che crede in lui e diventa il centro emotivo di Shinji. L'infernale mondo in cui si trovano si arricchisce di dettagli che riescono ad abbellire lo scenario che loro condividono, che pur appare come l'hangar dismesso degli Eva... Tra morte e distruzione, strutture diroccate e sangue, sulla decrepita pavimentazione, al centro della sala, c'è un pianoforte sulle cui note è possibile evadere in un mondo più bello. Vicino al piano c'è un piccolo arbusto le cui foglie suonano sospinte dal vento. E poi c'è il cielo notturno e le stelle. E nel cielo notturno è tutto al suo posto come se nulla fosse cambiato, come se la terra fosse quella di una volta. Il film gioca molto su questo registro, fino a spostare tutto il suo baricentro su Kawaru e Shinji arricchendo il rapporto tra i due anche al di là della serie. Alcuni ci hanno letto anche una natura omosessuale di Shinji verso Kawaru, ma io starei più in tema e parlerei di stato di “grazia” che quest'ultimo emana. La grazia intesa come una specie di aura che viene sprigionata dalla purezza interiore e spesso viene descritta come una sensazionie di benessere che si dice sprigionino i santi e i luoghi sacri. Se volete leggervi invece la connotazione omosessuale siete comunque liberi di farlo, ma questo non si legherebbe con le pulsioni di Shinji nei confronti di Asuka più volte manifestate (e pure implicitamente ricambiate). Shinji bisessuale? Fate voi, io da questo territorio ora me ne esco. Anzi no. Torno un attimo alla sala dove ho visto il film e a tutte le battutine ambigue sul conto di Shinji e Kawaru. Battute che provenivano da persone che sono in sala nonostante ci sia questa locandina...


Ora posso cambiare argomento. Torniamo all'analisi dell'opera.

Spettacolare e spiazzante. Abbandonatevi al percorso emotivo di Eva senza mettervi paletti-preconcetti-percorsi pre-riscaldati. Non cercate risposte, non ve ne saranno fornite dall'autore dell'opera. Non cercate l'anime ultra-action robotico, anche se qui in parte lo troverete; l'azione non è il nocciolo di quest'opera. Fatevi trasportare dal flusso degli eventi. Godetevi il viaggio con la consapevolezza del fatto che se Anno voleva farci provare il disorientamento di Shinji attraverso il suo dolore interiore, i suoi errori-per-amore e le piccole speranze che nutre per quadrare un futuro quantomai caotico, l'opera colpisce perfettamente nel centro e regala un protagonista al quale si può davvero voler bene al di là di tutti i suoi sbagli e difetti. Un protagonista che nonostante tutto agisce con grande generosità dopo essere faticosamente uscito dalla suo personale dilemma del porcospino (questa è una citazione per i veri evangeliofili). Volevate delle risposte? Dovete sapere ora come Anno intenda terminare Eva? Non credo che Anno abbia ancora le idee chiare, e se le ha non credo che abbia voglia di dircele. Però io un'idea ce l'avrei. Torniamo ad alambiccarci con il prossimo ludico punto...

FINE TERZA PARTE

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