Vaticano dei giorni nostri. Il cardinale Thomas Lawrence (Ralph Fiennes), l’uomo più vicino a Papa Gregorio XVII, è chiamato a dirigere i lavori del conclave dopo la morte del pontefice, avvenuta a seguito di un attacco cardiaco.
Sono molti i misteri legati agli ultimi atti e incontri che ha avuto il papa a poche ore dalla sua morte. Ci sono ultime volontà da scoprire o da celare per sempre, in attesa che i vescovi nominino un nuovo erede di Pietro.
Thomas sente di non essere l’uomo giusto per l’incarico di decano e a maggior ragione non vuole essere nominato lui come successore: sta vivendo un periodo di grande crisi spirituale e spera di lasciare Roma quanto prima. Ci sono invece almeno quattro candidati che credibilmente avrebbero i voti per l’elezione.
Il cardinale statunitense Bellini (Stanley Tucci) sarebbe il successore ideale della politica del pontefice, ma nutre un forte senso di invidia e competizione proprio nei confronti di Thomas, che lo porta con il tempo a essere sempre più messo in disparte. Il cardinale irlandese Tremblay (John Lithgow) gode di un enorme potere, ama particolarmente i giochi di palazzo e usare la “macchina del fango” per screditare i suoi concorrenti, a costo di fare uso di un sistema di spie. Il cardinale nigeriano Adeyemi (Lucian Msamati) sembra il migliore sul lato umano, ha un forte temperamento e una grande fibra morale, ma forse dietro alla facciata, nascosto nel suo passato, c’è qualche scheletro nell’armadio. Il cardinale italiano Tedesco (Sergio Castellitto) è potente ma temuto, in quanto ritenuto un conservatore con un seguito sempre più grande, che farebbe “tornare indietro la chiesa di 50 anni” nel caso fosse eletto: il dictat è evitare in ogni caso che questo avvenga, a costo di scegliere un papa non del tutto idoneo.
Tra i misteri dell’ultimo periodo del pontificato di Papa Gregorio, c’è anche la nomina dell’arcivescovo di Kabul, un giovane prete la cui esistenza è stata tenuta segreta fino a oggi, per motivi di sicurezza legati anche particolare territorio in cui si trova il suo dicastero. Si chiama Vincent Benitez (Carlos Diehz) ed è ora per la prima volta in Vaticano dopo un lungo periodo trascorso in ospedale per motivi sempre segreti, in Svizzera. È una variabile del tutto inedita, misteriosa.
Il conclave segue il suo rigido schema di isolamento dei votanti, preghiera e rigore assoluto nelle procedure di voto, anche tramite il lavoro complesso e silenzioso della suore, sotto la direzione di Sorella Agnes (Isabella Rossellini). All’ombra degli scrutini, nei corridoi notturni più bui e nelle salette riservate più blindate, i giochi di potere prendono forma, mentre Thomas, perso in un intreccio di trame e complotti che sempre più si sovrappongono e confondono le carte, cerca come guida gli scritti privati del papa scomparso. Scritti rimasti sigillati nella stanza in cui il libero è morto e che forse nessuno dovrebbe consultare.
Edward Bergher, regista del più recente adattamento di Niente di nuovo sul fronte occidentale, porta al cinema una sceneggiatura di Peter Straughan, candidato all’Oscar nel 2012 per il bellissimo thriller “a tema letterario” La talpa.
La fonte di partenza è qui un libro di Robert Harris, l’autore dell’ucronico Fatherland, della trilogia su Cicerone, ma anche dello sfizioso Ghostwriter, diventato al cinema nel 2010 L’uomo nell’ombra per la regia di Roman Polanski.
L’antica procedura del Conclave, mistica quanto misteriosa, con le sue ritualità e l’isolamento dei votanti, è suggestiva quanto adattissima a “ospitare” thriller adrenalinici alla Dan Brown (se ne parla anche in Angeli e Dei, portato poi al cinema da Ron Howard), quanto drammi psicologici come l’Habemus Papam di Nanni Moretti.
Straughan decide di costruire narrativamente un dramma dal forte impianto teatrale: il terreno ideale per valorizzare un cast di attori con in curriculum importati esperienze su opere di Shakespeare (Fiennes, Lithgow), Moliere (Tucci) e nei monologhi (Isabella Rossellini).
L’aula del conclave si trasforma qui idealmente in un unico grande palcoscenico, dove i personaggi parlano chiaramente e si espongono. Ma la storia viene spesso raccontata, per contrasto, da personaggi che si coprono il volto all’ombra dei fari, “dietro le quinte”, in corridoi nascosti quanto limitrofi.
Le riprese hanno avuto luogo tra Cinecittà, Città del Vaticano e la Reggia di Caserta, nel 2022, puntando a fondere un forte grado di autenticità con un grande senso di spettacolo e dinamismo, anche grazie all’uso di un montaggio veloce e macchine da presa a mano. A conferire ulteriore fascino all’opera hanno continuato anche la bellissima fotografia “crepuscolare” di Stephanie Fontaine (visto anche in Elle di Verhoeven) e le musiche “possenti e sincopate” di Volken “Hauschka” Bertelmann, compositore tedesco che abbiamo di recente apprezzato anche per Monkey Man, One Life e Lion - la strada verso casa.
Conclave è un film ottimamente confezionato e recitato. Un film semplice ma ricchissimo di sfumature e colpi di scena, per tutta la famiglia, da degustare con pop corn e Coca-Cola, per poi, a fine visione, ragionare insieme anche su temi difficili come la filosofia e la fede.
Merito di una scrittura intelligente e stimolante e di interpreti davvero in stato di grazia.
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